Ritorna nelle giornate del 20 e 21 febbraio 2007 l’appuntamento con l’Anteprima dei vini Chianti Classico, giunta quest’anno alla sua quattordicesima edizione. Una vetrina di spessore internazionale per i vini e le aziende del territorio, sempre più momento irrinunciabile nel rapporto di conoscenza reciproca con mass media e pubblico finale. Un’occasione di incontro e di scambio insomma, ma non solo. L’edizione 2007 si riveste infatti di ulteriori ed importanti significati, come sottolinea Marco Pallanti, Presidente del Consorzio Vino Chianti Classico.
“Registro con orgoglio quest’anno la presenza della quasi totalità dei produttori di questo splendido territorio: un segnale forte che testimonia la volontà comune di mettere in rilievo un’appartenenza condivisa, che ci unisce e al tempo stesso contraddistingue in un mondo sempre più teso alla spersonalizzazione dei vini, così come dei luoghi e delle persone. Si tratta inoltre della prima kermesse successiva alla riunificazione dei Consorzi «Chianti Classico» e «Marchio Storico», con la celeberrima icona del Gallo Nero assurta oggi non più a semplice marchio consortile, ma a vero e proprio emblema di un intero territorio.
Un passaggio a dir poco fondamentale, che oltre a consolidare l’origine del vino ne semplifica la riconoscibilità per i consumatori di tutto il mondo. Grande soddisfazione ci viene anche dall’importanza e dal successo che con il trascorrere degli anni questo appuntamento ha saputo ritagliarsi. In un universo come quello del vino, così saturo di eventi e iniziative, il fatto che un numero sempre maggiore di giornalisti da ogni parte del mondo decida di percorrere anche migliaia di chilometri per “assaggiare” il nostro terroir, testimonia che l’interesse per il Chianti Classico rimane intramontabile”.
Un’attenzione crescente da parte di stampa e mercato che rappresenta certamente motivo di orgoglio, ma ancor di più diventa stimolo a dare sempre il massimo, trasportando nella bottiglia tutto l’amore per questa terra e, cosa altrettanto importante, comunicando nel migliore dei modi i risultati di tale passione.
La dimensione che il Chianti Classico ha saputo ritagliarsi nel panorama enologico internazionale è frutto di un lento e consapevole percorso verso l’eccellenza qualitativa che, negli ultimi trent’anni, ha visto protagonista l’intera viticoltura regionale. E, senza ombra di dubbio, in questo cammino i vini e i produttori del Chianti Classico hanno svolto un ruolo di primissimo piano. Diventa dunque oggi più che mai importante mettere in giusto risalto l’essenza dei risultati tanto faticosamente raggiunti, che possono essere descritti con tre sostantivi tanto semplici quanto imprescindibili: serietà, unicità, professionalità.
La serietà del lavoro portato avanti dagli organi consortili e dai produttori del territorio, testimoniato anche dal decreto 4 agosto 2006 del Ministero delle Politiche Agricole, che ha passato definitivamente nelle mani del Consorzio il compito di controllo e tutela della Denominazione, confermando così la competenza con cui tali operazioni erano state svolte, in veste provvisoria, nel triennio precedente. La unicità del Chianti Classico in quanto autentico «vino di territorio», che si distingue in maniera netta ed inequivocabile dagli altri prodotti chiantigiani.
La professionalità con la quale operano i produttori del Chianti Classico, che dopo un passato orami lontano caratterizzato da prodotti di qualità ed appeal in alcuni casi discutibili, hanno saputo con il loro impegno, con grandi investimenti in vigna e in cantina e con il costante miglioramento delle tecniche di produzione, raggiungere standard qualitativi di alto livello.
Quegli stessi che il mercato, in un contesto internazionale per molti versi non facile come quello attuale, sta invece continuando a premiare sia in termini di fedeltà che di gradimento. Una due giorni, infine, densa di incontri ed assaggi per scoprire in «anteprima» cosa saprà regalarci la vendemmia 2006, che a dispetto di un agosto piuttosto piovoso può vantare in quest’annata un lungo periodo di temperature ideali per una corretta maturazione delle uve, promettendo ottimi risultati nel bicchiere.
Ma anche un momento di riflessione, un’occasione per toccare con mano cosa è oggi il Chianti Classico, e non solo in termini enologici.