Massa la città in cui il servizio idrico integrato costa meno (99 € annui)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 gennaio 2007 23:27
Massa la città in cui il servizio idrico integrato costa meno (99 € annui)

Roma, 17 gennaio 2007- tra le dieci città più care ben sette sono in Toscana: record ad Arezzo (355 €) e a Livorno (335 €), a testimonianza di una marcata disparità del costo dell’acqua fra le diverse province italiane, anche all’interno di una stessa Regione.
Nello studio realizzato dall’Osservatorio prezzi & tariffe di Cittadinanzattiva, l’analisi a carattere nazionale del Servizio Idrico Integrato (acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione e quota fissa o ex nolo contatori) in termini di costo sopportato da una famiglia di tre persone che consuma all’anno 192 metri cubi di acqua, in linea con quanto calcolato dal Comitato di vigilanza sull’uso delle risorse idriche nell’ultima relazione al Parlamento.

Complessivamente, in media, in un anno la nostra famiglia tipo sostiene una spesa di 215 € per il servizio idrico integrato, con un aumento del 5% rispetto alla spesa sostenuta nello scorso anno, come confermato anche da dati Istat che segnalano, inoltre, un incremento tariffario dell’acqua potabile, da gennaio 2000 ad oggi, del 23%.

Per sostenere un uso razionale delle risorse idriche, oltre che per discutere del caro tariffe e di ipotesi di riordino del settore idrico, è stato organizzato in data odierna a Roma il convegno “Acqua, preziosa liquidità”, organizzato da Cittadinanzattiva e Gruppo MPS, presente il Comitato per la Vigilanza sull'uso delle Risorse Idriche.

Caro acqua: in una provincia, il servizio idrico integrato può avere costi anche tre volte superiori rispetto ad un’altra provincia, e più che doppi tra province nell’ambito di una stessa regione.

Ad esempio, in Toscana tra Arezzo e Massa la differenza di spesa annua per il servizio idrico è addirittura di 256 euro; in Piemonte, tra Asti e Cuneo intercorre una differenza di 171 €, e situazioni simili si riscontrano in Veneto, Sicilia, Emilia, Marche e Liguria. Marcata la differenza tariffaria tra le diverse regioni: le tariffe al di sopra della media nazionale si riscontrano, nell’ordine, in Puglia, Toscana, Emilia Romana, Marche, Umbria, Sicilia e Basilicata.

“La giungla di voci e tariffe che emerge dalla nostra indagine” commenta il vice segretario generale di Cittadinanzattiva Giustino Trincia, “è una grave denuncia della mancanza di comprensibilità e di trasparenza che caratterizza il settore idrico italiano, che andrebbe completamente ripensato partendo da due punti fermi: la centralità del punto di vista del cittadino consumatore e la proprietà pubblica della rete idrica”.

Tre le proposte avanzate da Cittadinanzattiva: a) riconoscere il ruolo della partecipazione civica, coinvolgendo I cittadini utenti in una politica di tutela di un bene comune fondamentale quale è l’acqua; b) avviare un monitoraggio sullo stato e sul funzionamento dei servizi idrici nel nostro Paese; c) avviare iniziative di prevenzione per contrastare gli sprechi, e di educazione ad un uso responsabile delle risorse idriche.

L’indagine ha preso ad oggetto le tariffe del servizio idrico ad uso domestico applicate nel biennio 2005 e 2006 in tutti I capoluoghi di provincia delle venti regioni italiane, ed è stata realizzata da rilevatori civici di Cittadinanzattiva.

I dati sono stati reperiti direttamente dagli Ato o dai gestori del servizio idrico nelle città interessate dalla rilevazione, e tutti I costi sono stati considerati comprensivi di Iva al 10%.

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