Concorso internazionale di fotografia teatrale: è pistoiese la vincitrice di Occhi di Scena 2006

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 ottobre 2006 19:00
Concorso internazionale di fotografia teatrale: è pistoiese la vincitrice di <I>Occhi di Scena 2006</I>

FIRENZE – La giovane fotografa pistoiese Francesca Pagliai ha vinto il concorso internazionale di fotografia dello spettacolo “Occhi di Scena” 2006. Il concorso di San Miniato, organizzato dal Centro per la Fotografia dello Spettacolo, del Teatrino dei Fondi, diretto da Massimo Agus e Cosimo Chiarelli, è arrivato alla sua terza edizione. Due le sezioni della manifestazione: A, un fotografo, uno spettacolo e B, Progetto personale. La trentatreenne Francesca Pagliai, ha vinto la sezione B con il lavoro “Il nuovo Politeama” con dieci scatti che ritraggono la nuova struttura del Politeama di Poggibonsi, inaugurata un anno fa.

La premiazione avverrà il 21 ottobre a San Miniato nel corso di una intensa giornata di studi, dal titolo “Fotografia e teatro. Dalla teatralità alla fotografia”, durante la quale verranno esposte gli scatti premiati di Francesca in una mostra personale all’interno della Torre degli Stipendiari, l’ex Falegnameria, mostra che verrà ripresentata nei prossimi mesi anche al Politeama di Poggibonsi. “Un bar, un foyer che diviene spazio espositivo, il ridotto, la sala centrale. Questi scatti sono un’interpretazione del tutto personale degli spazi vissuti dal pubblico in questa prima stagione.

L’idea era quella di far diventare spettacolo tutto l’intorno prima di arrivare al palco vero e proprio – spiega il suo progetto la fotografa - In effetti è proprio così: le persone che si muovono negli spazi del teatro fanno essi stessi parte di una piece con ruoli non predefiniti, interscambiabili: si muovono scomposti e disordinati al bar, mossi e frammentari, riempiono il foyer, le mani che gesticolano, marionette senza Mangiafuoco, socializzano, conoscono e si conoscono. Vedono, molte volte, guardano, si guardano intorno.

Hanno mille occhi. Assumono, assurgono, senza assuefarsi, divenendo esigenti, essenziali, senza sbavature, ammennicoli, ricami, merletti e frizzi. A volte si ri-conoscono, si ritrovano accomunati dagli stessi desideri, allettati dalle stesse proposte. Si salutano con un cenno del capo, un sorriso ammiccante. Spazi e persone, prima vuoti poi riempiti. Si contendono soltanto la visuale migliore. Il corridoio che porta alla sala centrale, le poltrone di velluto viola, il sipario spesso e denso. Tutto è spettacolo prima dello spettacolo”.



Tommaso Chimenti

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