Uno dei più audaci e ben congegnati abusi edilizia degli ultimi anni. E' quanto hanno scoperto e bloccato gli agenti del nucleo edilizio della Polizia Municipale sulle colline di Firenze. In dettaglio è stata interrotta la costruzione totalmente abusiva di una grande villa di due piani, oltre 500 metri quadrati di superficie progettata, a due passi dalla Badia Fiesolana. Un immobile che avrebbe avuto un valore commerciale stimabile in diversi milioni di euro. Per il fabbricato, realizzato con tecniche costruttive all'avanguardia in tempi brevissimi, è scattato in sequestro su disposizione della magistratura.
Ai proprietari invece sono state contestate violazioni quali il danno ambientale, la mancanza del permesso di costruire e dell'autorizzazione paesaggistica senza contare le false dichiarazioni e certificazioni. In dettaglio la struttura è stata costruita in una zona tutelata paesaggisticamente, compresa nel Parco Storico delle Colline Fiorentine e classificata nel piano regolatore di Firenze come agricola di particolare interesse culturale dove gli unici interventi edili sono ammessi su vecchi immobili secondo condizioni predeterminate.
I proprietari hanno utilizzato proprio questa opportunità: hanno segnalato il crollo di un casolare e quindi progettato la "fedele ricostruzione dello stesso" sulla base di una denuncia di inizio attività corredata con fotografie storiche raffiguranti un vecchio ed imponente casolare crollato, documentazioni catastali, contratti d'acquisto, foto aeree e via dicendo. Le indagini del nucleo edilizio della Polizia Municipale sono scattate a metà luglio e, dopo aver ricostruito un primo quadro della situazione e accertate le ipotesi di reato, è stata informata la Procura della Repubblica.
I lavori sono stati quindi sospesi con un provvedimento emesso dalla direzione urbanistica ed è partito l'ordine di demolizione della struttura abusiva. Ma le indagini non si sono fermate e sono proseguite per quasi due mesi. E hanno portato dei risultati. Dagli accertamenti sui documenti e sulle foto d'archivio, dai riscontri incrociati effettuati presso vari uffici ed enti e dalle verifiche sull'autenticità della documentazione presentata dai proprietari, è emerso infatti che la tesi della "fedele ricostruzione" avanzata nel progetto dalla proprietà era priva di fondamento.
Le fotografie del casolare dichiarato crollato si riferivano infatti ad un altro annesso agricolo, diverso nella struttura e localizzato altrove. Quindi, al danno ambientale, si aggiungono anche violazioni come la mancanza del permesso di costruire e dell'autorizzazione paesaggistica senza contare le false dichiarazioni e certificazioni. Visto che si tratta di una zona è inedificabile, non potranno essere rilasciate sanatorie.