“Piano solo” è un titolo riduttivo per un recital dal piglio enciclopedico che percorre la storia del jazz e va molto oltre, rivelando una personalità unica attraverso il rapido accendersi e appassionarsi e una fulminea quanto impressionante produzione di idee.
Bollani, italiano e nato nel 1972, è uno straordinario talento, armato di una tecnica prodigiosa. Un assaggio di ciò lo si è avuto tramite il suo contributo alle produzioni ECM di Enrico Rava “Easy Living” e “Tati”, ma qui la sua immaginazione spazia assai più largamente.
Bollani suona un rag di Scott Joplin, liberamente improvvisa, suona tango come se fossimo all’inizio del secolo scorso, suona standards, suona composizioni proprie, omaggia un collega italiano,Antonio Zambrini, aprendo il disco con il suo “Antonia”. Interpreta “Don’t Talk” dei Beach Boys’ e canzoni rese celebri da Louis Armstrong e Nat King Cole. Improvvisa su un tema tratto dal primo concerto per pianoforte di Prokofiev... E, infine, compie questo turbinoso viaggio attraverso i generi secondo logica e necessità espressiva.
Un disco come nessun altro nel catalogo ECM; questa è una registrazione che conquisterà una grandissima attenzione.
Manfred Eicher ha detto di lui: “raramente ho incontrato un musicista, un improvvisatore, che avesse un così sviluppato senso della struttura e della forma”.