Si conclude domani (giovedì 7 settembre) al Chiostro del Maglio (via Venezia, 5) di Firenze il Secondo Congresso internazionale dei biologi evoluzionisti organizzato dall’Università di Firenze in collaborazione con la Sibe (Società Italiana di Biologia evoluzionista) che ha riunito oltre 200 studiosi da tutto il mondo.
La giornata verrà aperta dall’atteso intervento dell’antropologo tedesco Svante Paabo (ore 9) che, per la prima volta in Italia, presenterà l’inedito progetto di sequenziamento del Dna dell’uomo di Neanderthal studiato da un’equipe di ricercatori tedeschi che permetterà di decifrare entro due anni il codice genetico del nostro parente più prossimo.
Il sequenziamento del Dna dell’uomo di Neanderthal consentirà di capire cosa sia successo dal punto di vista evolutivo tra l’homo sapiens e i nostri cugini più prossimi. Il genoma di Neanderthal potrà gettare luce anche sulle modifiche genetiche che 100mila anni fa hanno permesso agli umani di lasciare l’Africa e diffondersi in tutto il mondo. Il sogno di trovare il Dna dei Neanderthal è cominciato negli anni Novanta. Oggi siamo riusciti a superare i grossi problemi di contaminazione e adesso abbiamo a disposizione tecnologie e fossili ottimi per l’analisi genetica.