FIRENZE - “I semi sono un patrimonio dell’umanità, trasmesso per generazioni dai genitori ai figli, legati alle particolarità e alla cultura del territorio nel quale sono stati coltivati che conferisce a ciascuna varietà caratteristiche uniche e peculiari. I semi sono il primo anello della catena alimentare, la loro diversità biologica è la migliore garanzia per la sopravvivenza delle specie e la salvaguardia del territorio, oltrechè per la competitività delle produzioni che ne derivano.
La distruzione della diversità invece avvantaggia parassiti e malattie. E’ questa – sottolinea Susanna Cenni, assessore all’agricoltura della Regione Toscana - la ragione per la quale ci siamo fortemente impegnati nella loro difesa, contro il pericolo, purtroppo concreto, che questo patrimonio venga scippato dalle multinazionali, che operano per una progressiva omologazione delle coltivazioni nella logica della massimizzazione del loro profitto. I dati della FAO – fa notare in proposito Vandana Shiva, presidente della commissione internazionale sul futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura – rivelano una realtà allarmante, di cui non possiamo non farci carico.
Le risorse genetiche delle specie coltivate si riducono al ritmo dell’1-2% all’anno e si stima che dall’inizio del 1900 sia già andato perduto il 75% della diversità delle colture agricole. Le razze animali non fanno eccezione: stanno scomparendo al ritmo del 5% annuo, 6 razze ogni mese. Ad aggravare ulteriormente il quadro vi sono nuove tecnologie (significativo il nome di una di queste: Terminator) e normative sui brevetti che rendono impossibile e illegale la riproduzione dei semi, con effetti paradossali che già costringono nel mondo un numero crescente di agricoltori a subire richieste di risarcimenti danni dalle multinazionali per aver “contaminato” i semi.
Stiamo assistendo – sottolinea Vandana Shiva – ad un assurdo ribaltamento del principio del “chi inquina paga”, che oggi rischia di diventare “chi inquina, viene pagato”.
La Regione Toscana – ricorda l’assessore regionale Susanna Cenni – è impegnata ormai da molti anni nella difesa e nella valorizzazione della tipicità e nella salvaguardia della biodiversità. In proposito, rammento soltanto – aggiunge l’assessore – il percorso che dalla metà degli anni ’90 ci ha portato alla legge 64 del 2004 “Tutela e valorizzazione del patrimonio di razze e varietà locali di interesse agrario, zootecnico e forestale” che prevede non solo la difesa e la conservazione, ma un sistema di valorizzazione sia dei “semi”, attraverso il Registro regionale delle varietà da conservazione, che dei prodotti per il consumo diretto attraverso un contrassegno regionale.
Ricordo inoltre – prosegue Cenni – la legge con la quale, per primi, abbiamo vietato la coltivazione degli Ogm sul territorio regionale e l’attività svolta su questo tema dalla Regione Toscana a livello nazionale ed internazionale, con la creazione di una rete delle Regioni Ogm free. Oggi siamo sempre più convinti – ribadisce l’assessore - che la scommessa sia quella di creare una rete, che superi i confini locali, volta a difendere un patrimonio che dobbiamo definire, senza tema di retorica, patrimonio vitale dell’umanità.
Il “Manifesto sul futuro dei semi”, che è stato messo a punto in questa due giorni di lavori e che sarà presentato ad ottobre nell’ambito di “Terra madre” è un passo ulteriore di questo cammino, dopo la “Dichiarazione di Firenze sui diritti globali del cibo” e il “Manifesto sul futuro del cibo”, che sono stati redatti proprio qui a Firenze grazie al lavoro compiuto insieme alla Commissione Internazionale sul Futuro dell’Alimentazione e alla Fondazione Slow Food per la Biodiversità.”
E proprio nell’ottica di un’azione sempre più incisiva in questo senso l’obiettivo della prossima Conferenza regionale dell’agricoltura, che abbiamo in calendario per il prossimo dicembre, sarà quello di una sinergia tra il lavoro della Commissione e quello della rete delle Regioni Europee Ogm free, di cui la Toscana è capofila.
“E’ quanto mai necessario per il futuro dell’agricoltura – ribadisce anche Maria Grazia Mammuccini, Amministratore Arsia – operare per favorire la salvaguardia delle biodiversità.
Il Manifesto sui semi, dopo quello “sul cibo”, rappresentano strumenti concreti affinché agricoltura e alimentazione diventino socialmente ed ecologicamente più sostenibili e accessibili. In questa direzione l’Arsia sta portando avanti da anni, per conto della Regione Toscana, il recupero e la valorizzazione delle specie e delle razze in via di estinzione gestendo la conservazione dei sementi “ex situ” con la Banca Regionale del Germoplasma e mantenendo la loro germinabilità “in situ”, ovvero in campo, attraverso la preziosa attività dei 58 Agricoltoltori Custodi che in Toscana hanno rappresentato la prima esperienza condotta su questo settore in Italia.
Accanto alla tutela, con il censimento dei prodotti agroalimentari tradizionali, che ad oggi conta 451 prodotti, abbiamo lavorato con gli agricoltori e con le istituzioni locali per il loro rilancio produttivo nella consapevolezza che farli di nuovo apprezzare al consumatore è la condizione per salvarli”.
E per il 2007 l’impegno per la salvagurdia e la valorizzazione della biodiversità in campo agroalimentare assume una spiccata connotazione “rosa”.
“Dal momento che la Commissione Europea – annuncia l’assessore Cenni – ha designato il 2007 come anno europeo della pari opportunità, ponendo particolare enfasi al ruolo della donna nella società, è intenzione della Regione Toscana e della Commissione, impegnarsi per la creazione di una rete di donne che nei vari continenti sono attivamente coinvolte nella salvaguardia dei semi e nella tutela delle biodiversità.
Questo progetto – conclude l’assessore regionale – sarà l’oggetto del lavoro che abbiamo già messo in calendario, insieme a Vandana Shiva e Maria Grazia Mammuccini. (lpv)