Della Valle non si accontenta all'indomani della sentenza della corte federale: «E' il primo passo, noi non abbiamo fatto nulla e percorreremo tutte le strade per avere le nostre ragioni.».
"Alla luce della sentenza di secondo grado, non ci sarà nessun ricorso al Tar del Lazio da parte dell'Amministrazione comunale". Lo comunica il sindaco Leonardo Domenici che ("Una sentenza di gran lunga più equilibrata rispetto al primo grado. Se poi andiamo ad approfondire e analizzare i contenuti, continuo a vedere uno squilibrio ancora non giustificabile") ha convocato una riunione di giunta per ratificare la decisione.
"Ho ritenuto opportuno convocare la giunta - ha spiegato il sindaco Domenici - per sottoporre agli assessori la decisione di non ricorrere al Tar del Lazio come avevamo ipotizzato dopo la sentenza di primo grado, anche ricevendo un mandato, seppur non formalizzato con una votazione, dal consiglio comunale. Ho riunito la giunta perché il testo unico degli Enti Locali prevede che i ricorsi in sede di giustizia ordinaria e amministrativa, sono di competenza dell'organo di governo. E quindi del sindaco e della giunta.
Le motivazioni del non ricorso, confrontate anche con i legali della Fiorentina e della famiglia Della Valle che hanno seguito il procedimento, stanno nel fatto che il danno, diretto e indiretto, dimostrabile per la città e la stessa Amministrazione comunale a seguito di una retrocessione della squadra di calcio della città in serie B, è venuto meno. In virtù di questo ci sono ragioni di opportunità generale, ma anche di carattere tecnico-giuridico che ci inducono a non insistere nel ricorso al Tar".
Il danno diretto per l'Amministrazione comunale - come ha ricordato l'assessore allo sport Eugenio Giani - era rappresentato dal differente canone di affitto per lo stadio Franchi, che la Fiorentina deve corrispondere al Comune, in base alla categoria (serie A, B, C1 o C2) nella quale milita. Da convenzione (sottoscritta nel 2002) la differenza fra serie A e B è di 300.000 euro. La decisione di non procedere è stata approvata all'unanimità dalla giunta. Il sindaco Domenici - che stamani ha avuto un colloquio telefonico con Diego Della Valle - intende ribadire che "il fatto che l'Amministrazione comunale abbia deciso di non ricorrere più in sede di giustizia amministrativa, non ha assolutamente a che fare con un cambio di linea o di indirizzo.
Rimane integro il nostro appoggio, anzitutto di carattere morale, alla Fiorentina e ai Della Valle per i ricorsi che intenderanno presentare sia in sede di giustizia sportiva, e mi riferisco in particolare alla Camera di Conciliazione e Arbitrato per lo sport, sia per eventuali ricorsi in sede di giustizia amministrativa, per ottenere il pieno scagionamento della Fiorentina e dei Della Valle, come più volte la proprietà ha dimostrato di voler perseguire". Accanto alla presa d'atto importante della permanenza in serie A della Fiorentina "che dà ovviamente una legittima soddisfazione - ha aggiunto il primo cittadino - anche per ciò che noi stessi abbiamo fatto in questi giorni, c'è anche una valutazione sulla durezza e pesantezza della penalizzazione, non tanto rispetto alla Fiorentina in quanto tale, quanto al complesso delle decisioni che sono state prese e che possono ancora indurre qualche più che legittima perplessità".
"Nei giorni scorsi - ha detto ancora il sindaco Domenici - si era molto parlato, a mio parere impropriamente, di politica e pallone. Se però volessimo continuare a farlo permettetemi una considerazione: se ci fosse stato ancora il governo Berlusconi con una sentenza del genere, in molti avrebbero parlato di regime, visto il modo in cui è stato trattato il Milan. Questa è l'unica considerazione che mi permetto di fare, in chiave puramente personale, ma anche per dimostrare che ci sono ancora sicuramente dei passaggi in cui la Fiorentina e i Della Valle ricorreranno, e su questo noi esprimeremo il nostro appoggio, al di là della distinzione di ruoli, di compiti e di funzioni che evidentemente non deve essere mai smarrita".
Sempre in tema di politica, il sindaco Domenici ha particolarmente apprezzato l'intervento del ministro dello sport Giovanna Melandri di stabilire nuove regole per il governo del calcio e di assetto di questo governo: "Mi ha fatto molto piacere che per il ministro Melandri la stessa giustizia sportiva merita di essere riconsiderata, recependo anche i rilievi critici che molti di noi avevano manifestato in questi giorni al funzionamento e alla struttura della stessa giustizia sportiva". In conclusione il sindaco Domenici intende sottolineare la compattezza e l'unità dimostrata da città, Amministrazione comunale, società e tifosi anche in questa circostanza: "Compattezza che ha avuto un suo peso anche se, vorrei ribadirlo, ci sono stati dei momenti che hanno creato, in termini di gestione e di immagine, qualche problema e che io condanno ancora.
Non credo che la sentenza della corte federale sarebbe stata peggiore se non ci fosse stata l'occupazione dei binari della stazione di Campo di Marte. Semmai, lo ripeto, azioni di quel tipo hanno fornito un'immagine falsata della città".
«E' l'ennesimo evidente caso di ingiustizia sportiva, sono stati usati due pesi e due misure. Come è emerso dal processo, non si è verificato nessun contatto diretto tra la società e gli arbitri e i guardalinee delle partite oggetto di indagine, alcuni dei quali addirittura prosciolti con formula piena».
E' quanto ha dichiarato commentando la condanna inflitta dalla corte federale alla Fiorentina. «Basti pensare che la Juve, che ha la posizione peggiore di tutte le squadre coinvolte - ha aggiunto l'esponente del centrodestra - ha ricevuto, proporzionalmente, un trattamento migliore. Si tratta di un verdetto inaccettabile: la Fiorentina è innocente e i fatti lo provano. Giustamente la famiglia Della Valle vuole proseguire la lotta nelle aule giudiziarie per ristabilire la piena e totale verità».
«Come fiorentino e come tifoso viola dal 1968 - ha concluso Massimo Pieri - sono orgoglioso che la Fiorentina possa contare su un personaggio come Diego Della Valle. Ieri sera, nelle varie interviste televisive, Della Valle ha avuto il coraggio di dire cose sacrosante: che il commissario della Figc Guido Rossi deve andarsene, che il presidente dell'Inter Massimo Moratti non merita la candidatura a presidente della Lega e che il bomber Luca Toni deve rispettare i contratti che lui stesso ha liberamente firmato».
«Si tratta di una sentenza in "agrodolce" che conferma un tipico stile italico, il "cerchiobottismo"».
E' quanto sostiene la consigliera di Forza Italia Bianca Maria Giocoli commentando la condanna inflitta dalla corte federale alla Fiorentina. «Può sicuramente esistere un calcio migliore - ha aggiunto la consigliera di Forza Italia - ma per ora ci dobbiamo rassegnare allo spadroneggiare dei "furbetti del quartierino". In uno sport che ha dato solo prova di malgoverno, compromessi a tutti i costi, di trasformismo e, più recentemente, di "cerchiobottismo", chi può sventolare il vessillo di un ritorno del calcio alle sue vere tradizioni? Certamente non chi voleva condanne esemplari, come il Ministro dello sport Giovanna Melandri e il commissario della Figc Guido Rossi, e poi non ha distinto tra chi è stato strozzato dal vecchio sistema, come la Fiorentina, e chi, invece, il vecchio sistema lo ha creato, come la Juve».
«Quanto alla squalifica del campo per tre turni - ha sottolineato - è una decisione grave, che penalizza senza motivo i tifosi, già danneggiati dal pesante handicap della squadra viola. Una pena accessoria che non trova ragione in un processo come questo e, probabilmente, nelle stesse carte della federazione calcio. Ora più che mai si rende necessaria, anzi doverosa, la presenza dei tifosi sugli spalti del "Franchi" come nell'ormai mitico campionato di C2 dove eravamo stati "colpiti" ma non "affondati"».
«Infine - ha concluso Bianca Maria Giocoli - vogliamo vedere allo stadio, donne bambini e intere famiglie con e le bandiere viola: il commissario della Figc Guido Rossi se ne vada a giocare a bocce sulla spiaggia».
«Una sentenza che penalizza non solo una società di calcio ma l'intera città». Così il capogruppo della Margherita Nicola Perini commenta la condanna inflitta dalla corte federale alla Fiorentina.
«Se è vero che le sentenze vanno sempre rispettate - ha aggiunto Perini - è anche vero che ci sono decisioni dei giudici che appaiono contraddittorie.
E' questo, a nostro avviso, il caso delle decisioni assunte dalla corte federale che hanno praticamente assolto il Milan e massacrato la squadra viola. E non, come si è letto in alcune dichiarazioni a caldo, perché è stata ribaltata la sentenza di primo grado: i gradi di giudizio esistono per questo, per verificare se le regole sono state osservate, le accuse provate e se le condanne o le assoluzioni hanno rigore giuridico e logicità. Questa sentenza ci lascia anche altri dubbi, ben sapendo che stiamo ragionando su un dispositivo e che bisognerà attendere la motivazione per capire quale filo abbiano seguito i giudici.
Chi ha subito le vessazioni del "sistema", ovvero la Fiorentina, è stato giudicato, in proporzione, più severamente di chi, questo "sistema", aveva creato. In questo senso concordiamo con il giudizio espresso dal sindaco Domenici e riteniamo in linea anche il mandato del consiglio comunale anche le ultime decisioni adottate». «Quando è scoppiato lo scandalo di "calciopoli - ha aggiunto il capogruppo della Margherita - tutti concordavano sull'esigenza di fare pulizia. Questa esigenza rimane ancora, in tutta la sua evidenza.
La riforma del sistema calcistico rappresenta una storica opportunità e potrebbe determinare, per il nuovo governo, una sfida per riaprire il dialogo con la platea tifosi. L'obiettivo è avviare un dialogo che punti al cuore del consenso calcistico e politico e indichi riforme per tutelare gli interessi degli utenti di calcio. Questa sarà la vera svolta. Il modo? Rendendo gli stadi accessibili per le famiglie, dimezzando il costo dei biglietti, ovviando ai problemi della violenza, arginando lo strapotere della televisione e, naturalmente, garantendo partite corrette.
Limitarsi all'esibizione narcisistica di certi esponenti, politici e non, come il commissario straordinario della Federcalcio Guido Rossi, sarebbe il modo peggiore, il più elitario, il più estranienate, il più inutile. In quel caso, lo scandalo sarà servito a ben poco».