Firenze, 21 giugno 2006- Estate e fine 2006 all’insegna dell’ottimismo per il settore turistico di Firenze e provincia. La percezione degli imprenditori del settore, riguardo ai risultati attesi per il periodo estivo, porta infatti a prevedere un incremento medio delle presenze intorno al 3,6% e del 2,9% nella redditività. Numeri che denotano un cambio di tendenza che già si annunciava nell’anno passato, dopo un periodo di crisi, evidenziando un trend positivo che si estende all’andamento di tutto il 2006.
I dati evidenziano anche una crescita nettamente minore della redditività d’impresa, rispetto alle presenze, segnale evidente di un aumento dei costi sopportati dal settore e di una necessità di mantenere stabili i prezzi, se non di ridurli, per far fronte alla crescente concorrenza nazionale e estera.
“Lo studio – spiega Aldo Cursano, presidente provinciale e regionale della Federazione Italiana Pubblici Esercizi FIPE – Confcommercio – evidenzia alcuni aspetti positivi, come l’atteso aumento delle presenze, aspetto che dà fiato a un settore in forte crisi negli ultimi anni, ma presenta anche aspetti di criticità, come la crescita ridotta della redditività, legata ad un aumento generalizzato dei costi e a un forte contenimento operato sui prezzi.
Elementi di criticità per il sistema Firenze sono rappresentati anche dai servizi di ospitalità e dalle infrastrutture che la città offre. Sul piano del decoro cittadino, dei servizi e della qualità della vita, non possiamo nascondere che la città ha fatto un passo indietro in questi anni. Le imprese del settore turistico hanno fatto la loro parte, cercando di rendere appetibile l’offerta, adesso è il pubblico che deve fare la sua. Questo vuol dire migliorare i servizi, ma anche creare iniziative e eventi che siano appetibili per i turisti, oltre alla necessità di migliorare la rete infrastrutturale, aspetto che penalizza molto la città.
Dobbiamo investire sul turismo residenziale, quello che si ferma in città per più giorni, e la sinergia fra pubblico e privato è essenziale in questo, perché queste presenze creano ‘economia locale’, con ricadute su tutti i settori”
“Occorre leggere bene i numeri – spiega Paolo Giacalone, presidente provinciale dell’Associazione Imprese Alberghiere – AIA – per capire il momento che attraversa il settore. I dati forniti dalla Provincia, parlano di una crescita a due cifre, ma questo si lega in particolare all’aumento dei posti letto determinato dal venire meno di una buona parte del ‘sommerso’.
Il settore alberghiero ha sofferto molto per la liberalizzazione selvaggia dell’extralberghiero e, come evidenziato nello studio, a ottenere buoni risultati sono in particolare gli hotel a 4 e 5 stelle, mentre gli altri stentano. D’altro canto, all’aumento delle presenze, non corrisponde un analogo aumento della redditività, schiacciata dall’ascesa dei costi e dalla necessità di contenere i prezzi per non uscire dal mercato”.
L’ANALISI
Lo studio fornisce un dato rilevante, per l’incremento numerico e per il segnale che fornisce, quello che emerge dallo studio previsionale per l’estate 2006 e per il prosieguo dell’anno, realizzato dall’Osservatorio settore turismo, commissionato dalle Associazioni di categoria del turismo di Confcommercio e dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori del Centro servizi Firenze dell’Ente bilaterale del turismo toscano.
Infatti, si evidenzia trend positivo, con un’attesa di ripresa che interrompe la tendenza di diminuzione rilevata da oltre due anni.
Nelle percezioni degli operatori, rilevate dai ricercatori della Crestat, società che ha curato la ricerca, con interviste telefoniche a un campione costante di 150 operatori del settore, tra albergatori, pubblici esercizi, agenzie di viaggi e gestori di locali di intrattenimento, nel periodo compreso fra il 22 e il 28 maggio scorsi, si nota come la crescita delle presenze sia superiore a quella della redditività.
E’ il segno che, a fronte di un aumento della clientela, si denuncia anche un forte rialzo dei costi sostenuti dalle imprese, con un mercato in evoluzione e una crescente concorrenza nazionale e internazionale che contribuiscono a spingere verso il basso i prezzi, riducendo sempre di più il margine di redditività reale.
TORNANO I TURISTI ITALIANI
Il rilancio del settore sembra questa volta legato principalmente al recupero di visitatori italiani, con un 17,9 % degli intervistati che si attende un aumento di presenze, a fronte del 76,2% che valuta stabile la situazione e del 6% che prevede un peggioramento.
Sul fronte dei turisti stranieri, buone aspettative sono legate agli statunitensi, con il 20,5 del campione che prevede un incremento di presenze, francesi, spagnoli, britannici e russi. Difficoltà permangono invece per i flussi da Germania e Giappone, con rispettivamente il 13,2 e il 15,2% degli intervistati che si attendono un calo, a fronte del 13,9 e del 6,6 che prevedono un aumento. Fra i dati che emergono, anche la capacità di spesa del turista, che sembra essere ancora in calo. Fattore che può però derivare anche da una maggiore attenzione al rapporto qualità prezzo da parte del visitatore.
L’ANDAMENTO DEI VARI SETTORI
Le strutture alberghiere e extralberghiere segnalano andamenti sostanzialmente in linea tra loro, con l’eccezione di alcune tipologie che risentono di specifiche tendenze settoriali. Nel complesso, l’alberghiero prevede un + 3,9% nelle presenze a fronte di una minima crescita di redditività (+ 0,3%), mentre l’extralberghiero denota un + 2,1 nelle presenze e un +1,8% di redditività. La maggior parte delle strutture, infatti, segnalano crescite intorno al 3%, con una migliore performance alberghiera, in cui emergono soprattutto gli hotel di categoria elevata, in particolare i 4 stelle (+ 9%, ma solo +0,9% di redditività).
Bene anche le Residenze d’epoca (+7,5%) e gli affittacamere (+5%), evidenziando come siano la qualità e la tipicità i valori premianti dell’offerta ricettiva, per una clientela sempre più sensibile a questi fattori.
L’estate 2006 segnala anche un forte recupero nelle aspettative dei locali d’intrattenimento, dopo un lungo periodo difficile, con valori che si attestano intorno al 6,7% nei flussi e al 7,2% nella redditività. Aspettative legate al cambiamento in atto nella tipologia del prodotto e alla capacità di diversificare l’offerta.
Per i ristoranti, le attese parlano di un +3,4% nelle presenze e di un +2,7% nella redditività d’impresa, dato condizionato dalla crescita dei costi e dalla difficoltà di adeguare i prezzi a fronte della crescente concorrenza di altri locali che offrono ristorazione veloce. Nel settore dei bar, le previsioni di crescita si attestano su un più modesto 2,6% per le presenze e un 1,2% negli incassi, perché questa tipologia di locali aveva tratto già un lieve vantaggio anche nei periodi più difficili del turista, risentendo ora meno degli effetti della crescita, ma ugualmente di quelli dei costi.
La quota di turisti veicolati dalle agenzie di viaggio si attesta intorno al 28% per gli alberghi e al 13% per le altre tipologie, denotando una leggera crescita del ricorso all’intermediazione, grazie soprattutto al recupero della tipologia di clientela legata ai viaggi organizzati. Mantengono forza, ma senza la crescita vorticosa degli anni passati, gli acquisti on line e le prenotazioni last minute.
LE VALUTAZIONI
La nuova fase positiva del turismo fiorentino segue quella che è la tendenza dei flussi nel mercato mondiale, anche se con un ritardo di un anno.
La ripresa economica diffusa e l’ottimismo generato da questi primi segnali hanno avvantaggiato per prime le destinazioni a più basso costo, per poi far risentire il loro effetto anche sulle località tradizionali, più care ma dal grande richiamo.
Non bisogna comunque dimenticare che la concorrenza è forte e a fronte di una offerta articolata anche la domanda si fa più complessa ed esigente. Pubblico e privati devono fare la propria parte. Il primo prestando la massima attenzione alla qualità territoriale, alle infrastrutture, ai servizi pubblici, alla gestione degli elementi di richiamo che sempre più devono rispondere a criteri di accoglienza ed accessibilità in linea con la concorrenza mondiale, deve poi calmierare costi di servizi ed utenze per non gravare eccessivamente sulle gestioni delle imprese.
I secondi devono agire perseguendo qualità e tipicità fatti dagli elementi tangibili, da quelli intangibili e in particolare dalla professionalità del personale di contatto.
È auspicabile che le due componenti trovino una nuova maniera di lavorare insieme per lo sviluppo del settore, una collaborazione che non si basa più su una generica promozione capace solo di rendere poco soddisfatti, ma favorendo sia il contatto tra clienti potenziali (finali o intermediari) sia la nascita di nuove proposte basate su facilitazioni, eventi e stimoli anche economici per attirare ulteriori quote di visitatori e principalmente ampliare la stagione.
È necessario poi approntare nuovi strumenti in grado di coniugare libertà di scelta e certezza sul livello di spesa durante il viaggio (pacchetti elastici tutto compreso).
PREVISIONALE 2006
Relativamente all’intero anno 2006 gli operatori indicano un risultato in linea di massima positivo, con una crescita totale stimabile intorno al 2%. Residenze d’epoca (+7,5%), affittacamere (+4,7%) hotel di categoria elevata (4 stelle +2,8%) o bassissima (1 stella +3,4%) dovrebbero guidare la crescita.
Ancora difficoltà invece per villaggi turistici (-4,8%) e ostelli (-1,8%). Più che il valore, spesso condizionato da ovvie cautele, è importante l’aspettativa positiva per il futuro e la percezione di crescita superiore a quella già positiva della rilevazione precedente alla pasqua 2006. Nel corso degli ultimi tre anni, da quando è attivo il monitoraggio, non era mai avvenuto di avere due rilevazioni positive di fila e in crescita.