Giovedì 8 giugno alle ore 18.00 presso la Libreria Edison, in P.zza della Repubblica 27r a Firenze sarà presentato il volume Democristiani immaginari. Tutto quello che c’è da sapere sulla Balena bianca di Marco Damilano, giornalista parlamentare dell’Espresso. Partecipano all’incontro organizzato da Vallecchi in collaborazione con l’ Associazione Input: l’On. Lapo Pistelli parlamentare europeo della Margherita, l’On. Bruno Tabacci deputato UDC, Giovanni Pallanti vicepresidente della Fondazione Toscana Spettacolo, Fernando Corona presidente della casa editrice Vallecchi, conduce il giornalista e presidente Input Giovanni Carta.
Manuale Cencelli, correnti, grande centro, proporzionale, dorotei...
nella politica italiana sono di recente riapparse le parole della Prima Repubblica. E si torna a parlare del partito che ha dominato quell’epoca, la Democrazia cristiana. Marco Damilano, giornalista politico dell’Espresso, per motivi anagrafici non ha vissuto l’era democristiana. Il suo libro, il secondo della fortunata serie di Vallecchi dedicata alle culture politiche del dopoguerra dopo il successo di Fascisti immaginari di Luciano Lanna e Filippo Rossi, va alla ricerca di cosa è rimasto della Dc nella società italiana e nell’immaginario nazionale.
La Dc, il partito di tutti gli italiani, amato e detestato. Le guerre per il potere, la concezione della politica, il rapporto con la Chiesa e con gli americani. La modernizzazione, il boom economico, la Rai e le autostrade. Un dizionario in 93 voci, da “A Frà che te serve?” a “Zac”, passando per Carosello, Corna, Forchettoni, Mafia, Mezzibusti, Peones, Santi, Wilma Montesi. Ci sono i grandi leader, i cavalli di razza come Moro e Fanfani. I personaggi che hanno dominato la scena per decenni, Giulio Andreotti “Belzebù” e Francesco “Kossiga”.
Il partito dei mille campanili: la Dc veneta di Bisaglia e Rumor, la Dc napoletana di Gava, quella irpina di De Mita, la Dc siciliana di Salvo Lima e quella romana di Vittorio Sbardella, quella abruzzese di Remo Gaspari. Con retroscena inediti o sconosciuti. I bigliettini di raccomandazione di don Luigi Sturzo indirizzati al presidente della Rai , in “A Frà che te serve?”, così lontani dalle successive, massicce pratiche clientelari.
Il giovane Umberto Eco, agguerrito militante dell’Azione cattolica e tifoso della corrente di Fanfani, in “Eco e i suoi fratelli”.
Lo strano percorso dello slogan Forza Italia: da titolo di un film violentemente anti-democristiano negli anni Settanta a spot elettorale della Dc alla fine degli anni Ottanta. Farlo girare sulle reti Fininvest costò cinque miliardi di lire, nell’87. Sette anni dopo diventerà il nome del partito di Silvio Berlusconi che affosserà definitivamente la vecchia Dc , in “Forza Italia”. Gli esordi politici di Pier Ferdinando Casini e Marco Follini tra i giovani democristiani in “Polli da batteria”.
Le campagne elettorali, insospettabilmente moderne in “Spes” e “Vota Antonio”. I complicati rapporti con i giornalisti fedeli e nemici, in “Velina”. I processi di Tangentopoli e la fine del partito , in “Processo”. I congressi del Palaeur, tra tradimenti e risse tra delegati passate alla storia in “Congresso” e “Truppe mastellate”. L’estetica, come vestivano, e la linguistica , come parlavano. Una rapsodia democristiana, insomma. Lo specchio della società italiana, nel bene e nel male.
Come l’hanno raccontata la commedia all’italiana , Dino Risi, Ugo Tognazzi e soprattutto Alberto Sordi, la satira, le pagine di scrittori come Pier Paolo Pasolini e Leonardo Sciascia, gli articoli di Indro Montanelli, Vittorio Gorresio, Luigi Pintor, Alberto Cavallari, Andrea Barbato, Camilla Cederna, Livio Zanetti, Leo Longanesi, Sergio Saviane…
Con una domanda finale: rinascerà la Dc? Oppure ogni tentativo di riportare in vita la Balena bianca è destinato a fallire? Sono tornati i vizi democristiani, ma non tornerà la Dc perché non c’è più l’Italia che la Dc rappresentava.
Come scrive Giampaolo Pansa nella sua prefazione: “Il libro di Damilano è l’opera di un archeologo sapiente e raffinato che riporta alla luce un mondo scomparso. Il suo lavoro è anche un’indiretta spiegazione del perché sia impossibile far tornare in vita la Balena bianca, come qualcuno spera ancora oggi. Il motivo non è la mancanza dei voti democristiani. Quelli esistono sempre, sia pure dispersi in tutto l’arco politico. A non esserci più sono gli uomini che, nel bene e nel male, avevano reso grande la Balena.
Scrivendo, al tempo stesso, un pezzo della storia italiana dopo la guerra”. E conclude: “Dobbiamo rimetterla in vita? Un anno fa scrissi: “Ma non scherziamo, per favore!”. Oggi, dopo aver letto il libro di Damilano, resto di quell’idea. Però uno straccetto di rimpianto fa capolino dentro la mia memoria”.
“Democristiani Immaginari. Tutto quello che c’è da sapere sulla Balena bianca” prefazione di Giampaolo Pansa ( Vallecchi, Collana Fuori luogo, 228 pp. 16,00 euro)