Enrico Mattei: strumento e attore di politica estera

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 ottobre 2005 14:54
Enrico Mattei: strumento e attore di politica estera

Petrolio e politica: Mattei in Marocco (Polistampa, 424 pagine, euro 24) è il primo studio rigoroso della politica estera italiana, operata da Enrico Mattei in Marocco, e approda a un brusco ridimensionamento del mito del petroliere. Il volume, nono della collana «Storia delle relazioni internazionali» diretta dal professor Ennio Di Nolfo, è stato scritto da Bruna Bagnato, giovane docente di Storia delle relazioni internazionali all'Università di Firenze e sarà presentato giovedì 6 ottobre 2005 alle ore 17.00, alla Sala Teatina del Centro Internazionale Studenti "Giorgio La Pira" di Firenze, via de' Pescioni n.

3. Ne discuteranno con l'autrice Corrado Corghi, Francesco Margiotta Broglio; coordina l'incontro Maurizio Certini.

Nella foto la cerimonia della posa della prima pietra della raffineria a Mohammedia, 25 giugno 1996

Il libro, sulla base di una documentazione prevalentemente archivistica, lontana dai ritratti a tinte tenui del presidente dell'ENI forniti dalla saggistica del passato, individua le ragioni, più politiche e strategiche che economiche, che portarono Mattei a costruire con il Marocco quel rapporto privilegiato che è poi rimasto inalterato negli anni, nonostante il mutare del quadro internazionale.
Attraverso un'attenta ricostruzione dei rapporti intessuti col Marocco tra il 1958 e il 1962 da Mattei, Gronchi, Fanfani e, un poco in secondo piano, La Pira, l'autrice ci restituisce un'immagine del petroliere "strumento e al contempo attore di politica estera".

Afferma Ennio Di Nolfo: "L'Italia fu combattuta in quegli anni tra la lealtà verso l'Alleanza Atlantica e l'opportunità di un'autonoma presenza nel Mediterraneo, tra la fedeltà alla NATO e in particolare alla Francia e un ruolo indipendente e di rilievo nella politica economica in Africa".
Fu dunque la possibilità di stringere legami con uno Stato affacciato sul Mediterraneo e da pochi anni indipendente, più che le sue non abbondanti risorse di greggio, a far costruire all'ENI nel '59 gli impianti di estrazione, raffinazione e trasporto più moderni dell'epoca.

Ragioni opposte a quelle della corsa al petrolio di Mattei e dell'ENI in Egitto, paese più ricco di oro nero ma dalla posizione internazionale assai più incerta.

Nella stessa collana Massimiliano Cricco affrontava la corsa al petrolio in Libia negli anni dal 1949 al 1973 ne Il Petrolio dei Senussi (Polistampa 2002). La politica italiana nel mondo arabo mediorientale e in particolare in Egitto è stato invece il tema del saggio di Alberto Tonini Il sogno proibito. Mattei, il petrolio arabo e le 'sette sorelle', pubblicato l'anno successivo in «Storia delle relazioni internazionali».

Oggi Bruna Bagnato colma lo spazio lasciato dalle analisi di Cricco e Tonini, facendo luce completa sulle ragioni della nuova e dinamica stagione della politica italiana nel Mediterraneo a partire dagli anni Cinquanta.

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