Anche le spa interamente pubbliche dimostrano di essere un modello gestionale inadeguato: troppe sono le garanzie di copertura dei costi a carico degli Enti Locali, attraverso continue ricapitalizzazioni, troppo garantiti i CdA, nuovi imprenditori senza rischio; pressoché assenti politiche di investimento.
E’ quanto hanno affermato i capigruppo Sgherri Nocentini e Targetti del PRC in Regione Comune e Provincia di Firenze: "In questo quadro la rappresentanza dei cittadini -spiegano Anna Nocentini, Capogruppo PRC Comune di Firenze, Sandro Targetti, Capogruppo PRC Provincia di Firenze, Monica Sgherri, Capogruppo PRC alla Regione Toscana- le assemblee elettive, sono totalmente estraniate da ogni decisione, se non quando chiamate a votare per ripianare i bilanci o per trasformare da un soggetto all’altro, mettendo una pietra sopra a gestioni disastrose e onerose.
Così è stato per Firenze Mostre sulle cui ceneri fumanti è nata la Fondazione della cultura, così potrebbe di nuovo succedere con Firenze Fiera che nel 2005 ha accumulato quasi 6 milioni di euro di deficit e ha ridotto notevolmente la propria attività.
L’allarme, scattato già nel consuntivo di un anno fa, si focalizza su due punti: la diminuzione di mostre e di attività espositiva, le spese di manutenzione straordinaria della Fortezza da Basso.
La notizia che il CdA stia per proporre ai soci, nella prossima seduta di giovedì, la ricapitalizzazione di 3,5 milioni di euro e alla Regione l’acquisto dal Demanio delle mura del Sangallo dovrebbe indurre a una riflessione non contingente ma strategica sul futuro del settore.
Firenze Fiera è una spa creata con finanziamenti pubblici che ha basato la sua capacità imprenditoriale sfruttando l’immagine Firenze, collocata all’interno di uno dei monumenti più belli della città, a due passi dalla Stazione di Michelacci e dal Duomo, un privilegio che ha escluso la necessità di investimenti immobiliari, al quale si è aggiunto quello di vedere modificata la mobilità cittadina , dopo anni di pesante cantierizzazione, per adeguarla alle necessità di Firenze Fiera, fino alla costruzione di un parcheggio sostanzialmente esclusivo per le attività espositive.
Ciò nonostante, nel 2005, le mostre si sono ridotte del 30% e solo l’attività congressuale registra un miglioramento. Al contempo la società ha dovuto provvedere, come da statuto, al mantenimento della struttura che solo nel 2004 ha significato oltre 4 milioni di euro; 20 milioni risultano ora necessari per rendere la struttura pienamente fruibile, a fronte di una concessione dal Demanio che si esaurisce fra 8 anni. Il tutto per una superficie espositiva di 62.500 mq. Così stando le cose, si deve coraggiosamente affermare che:
- il contenitore, per la sua delicatezza e le conseguenti necessità di manutenzione indispensabili all’attività espositiva, non è più appetibile;
- la funzione espositiva deve essere più opportunamente collocata in una zona come Castello, aperta a nuove potenzialità;
- la funzione congressuale dimostra di essere in crescita e per la sua modesta invasività e pesantezza può continuare a svolgersi all’interno di contenitori sensibili come i monumenti
- la forma di gestione della spa, ancorché pubblica, non è stata in grado di valorizzare il patrimonio dato né di generare sviluppo del settore.
- qual è quindi l’utile per i soci proprietari, Regione, Comune, Provincia, Camera di Commercio…?
Una seria politica di sviluppo per Firenze e la Toscana non può prescindere dal rilancio del settore espositivo e congressuale, per il quale possono essere sacrificati innamoramenti a forme gestionali e garanzie per i CdA.
Una politica di sviluppo che deve tornare all’interno delle assemblee elettive, costantemente escluse dalle decisioni delle società di proprietà pubblica, e limitate di fatto nella propria funzione di indirizzo e controllo".