La lebbra a Firenze. I luoghi e i personaggi
(Polistampa, pp. 350, euro 18) quinto titolo della collana Biblioteca di Medicina & Storia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 settembre 2005 19:16
La lebbra a Firenze. I luoghi e i personaggi<BR>(Polistampa, pp. 350, euro 18) quinto titolo della collana Biblioteca di Medicina & Storia

di Emiliano Panconesi

La lebbra è tra le prime malattie infettive di cui l'uomo sia riuscito a cogliere la contagiosità ma, poiché era ritenuta inguaribile, per molto tempo le uniche misure profilattiche attuate furono quelle dell'emarginazione del malato dalla società. Il libro riporta la storia del lebbrosario di S. Jacopo a Firenze, storia emblematica di una struttura assistenziale preposta alla segregazione degli infermi e alla loro decisa interdizione dal rapporto con la società.

L'autore, Silvio Berti, medico specializzato in clinica dermosifilopatica, morto in Brasile nel 1948, abitò con la famiglia a Firenze tra il 1927 e il 1932; in quegli anni si appassionò ai risvolti storici della lebbra svolgendo importanti ricerche d'archivio.
Attualmente la lebbra resta un problema aperto solo nei paesi in via di sviluppo (Africa ed Asia in primo luogo) relegandosi nel mondo industrializzato a problema marginale della situazione sanitaria. Eppure, ancor più della peste, la lebbra - in quanto malattia deturpante, ideale esemplificazione esteriore di una corruzione morale - continua a turbare l'immaginario collettivo, specie quello popolare.
Ripercorrere la storia istituzionale e sanitaria del lebbrosario che venne fondato nell'XI secolo in una Firenze dove il potere pubblico e il monopolio delle Arti stentavano ancora ad affermarsi, significa scrutare nei meandri meno indagati della storia assistenziale fiorentina.

Perché la lebbra fu anche motivo di sopraffazione, emarginazione sociale di soggetti scomodi ma economicamente provvisti, tanto da divenire la gestione del lebbrosario motivo di veementi contese.
La ricerca di Silvio Berti porta alla luce la soria di una istituzione assistenziale strutturalmente insignificante, emarginata, finora storicamente sconosciuta o, quanto meno, male interpretata, ma non per questo meno importante dei più 'celebrati' ospedali della Firenze tardo medievale.

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