E’ stato presentato nei giorni scorsi a Roma, l’annuario dei dati ambientali edizione 2004, elaborato dall’APAT in collaborazione con le Agenzie regionali e Province autonome e con il contributo degli Enti di ricerca, che descrive lo stato di salute dell’ambiente in Italia.
Il Direttore Generale dell’APAT ing. Giorgio Cesari ha definito il volume “uno strumento in grado di mettere a fuoco una fotografia obiettiva delle condizioni ambientali del nostro Paese, in grado di dare a ciascuno la possibilitàdi effettuare le proprie valutazioni, consentendo confronti con situazioni analoghe con altri contesti territoriali e tematici”.
“L’introduzione di un importante capitolo Ambiente e Salute – ha detto ancora l’ing.
Cesari – contribuisce a promuovere ulteriormente la diffusione della cultura ambientale”.
Ecco in sintesi la situazione che risulta dall’interpretazione dei dati ambientali elaborati dall’APAT nel corso del 2004:
Permane attivo il miglioramento per le zone a protezione speciale (aree protette, parchi nazionali, regionali ecc.). Idem per la superficie forestale italiana che continua ad estendere la sua superficie; mentre gli incendi boschivi concedono una tregua che li vede in diminuzione.
Lo stato ecologico dei corsi d’acqua e dei laghi consente un giudizio complessivamente buono;
soddisfacente anche lo stato di trofia delle acque marino costiere.
Giudizio ottimo si appone alla complessiva situazione che riguarda l’idoneità dei corpi idrici alla balneazione, ciò consente di attestarla tra le migliori d’Europa.
Le condizioni del suolo del nostro territorio ci dicono che per 2/3 esso è soggetto a rischio di erosione.
Sul fronte della desertificazione vi è un aumento del rischio con una rilevante accentuazione della preoccupazione che riguarda le regioni meridionali ed alcune delle aree costiere.
Lo stato e il trend che riguarda i cambiamenti climatici fa osservare un generale allontanamento dagli obiettivi ambientali prefissi in relazione alle emissioni di gas serra. Trend positivo si registra invece per le sostanze acidificanti quali: ossidi di zolfo e di azoto e ammoniaca. Tale miglioramento è evidenziato soprattutto nel settore energetico e in quello dei trasporti.
Purtroppo si osserva invece un incremento del numero di giorni in cui si è assistito al superamento dei livelli di Ozono O3, evidente conseguenza di peculiarità meteoclimatiche registrate nell’estate 2003.
Non facile determinare le conclusioni su fenomeni calamitosi, essendo ancora in corso di rilevamento i dati di alcune regioni.
Le stime già note evidenziano che nel corso del 2003 circa 15.000 km2 di territorio italiano sono stati colpiti da eventi alluvionali che hanno coinvolto circa 31- 9.900 persone. Le constatazioni effettuate dall’APAT circa il numero delle frane ci danno una cifra pari a 383.831. Fino al mese di marzo 2004 gli interventi urgenti finanziati sono stati 1.272.
Ugualmente incompleta risulta ancora la mappatura complessiva per la determinazione del rischio industriale. Gli indicatori scelti permettono di individuare pressioni agenti in maniera parziale ma ugualmente significativa.
Il numero degli stabilimenti a rischio presenti alla fine del 2002 è pari a 1.114, secondo le stime si attende un incremento di circa 200 stabilimenti. Regioni con elevata presenza di industrie a rischio sono il Piemonte (10%), l’Emilia Romagna (9%), il Veneto (8%); nel centro sud: il Lazio (7%), la Sicilia (6%), la Campania (6%), la Puglia (4%) e la Sardegna (4%).
Sul versante dell’inquinamento acustico la maggiore esposizione è dovuta a sorgenti naturali per il 73%. In ritardo da parte delle Regioni l’individuazione delle aree ad elevata concentrazione di Radon, che rappresenta la maggior fonte di esposizione a sorgenti di radiazioni ionizzanti.
La media nazionale di attività di Radon indoor, differente tra Regioni è di circa 70/Bq/m3, risultando superiore alla media mondiale che è di circa 40 Bq/m3.
I rifiuti fanno registrare una diminuzione di quelli urbani contro un aumento di produzione di rifiuti speciali pericolosi. In aumento la quantità di rifiuti raccolti in modo differenziato (4,6 milioni di Ton al Nord; 1,1 milione di Ton al Centro e 760 mila Ton al Sud). Lo smaltimento in discarica si conferma la forma di gestione dei rifiuti più utilizzata, nonostante in progressiva diminuzione (del 10%) .
Stabile la produzione di imballaggi.
Il settore dell’Agricoltura evidenzia nel periodo 1990-2002 un buon andamento dell’ecoefficienza, corrispondendo al progressivo incremento dei valori economici un minore incremento e, in taluni casi, addirittura un decremento, dei fattori di pressione ambientale.
In agricoltura le emissioni di gas serra sono meno del 10% del totale nazionale. L’unica sostanza acidificante di valore significativo è la produzione di ammoniaca (tra il 20 e il 30% del totale delle emissioni).
Successo nel processo italiano di conversione da agricoltura convenzionale ad agricoltura biologica.
I processi energetici nel 2002 hanno contribuito per l’83,1% alle emissioni complessive di gas serra: maggiore imputato l’anidride carbonica (CO2) con un tasso del 94,5%, a seguire il metano (CH4), 19,9%, per il 24,6% ha agito il protossido di azoto (N20).
Il trend complessivo ha registrato un +9,7% nel 2002 rispetto al 19-90. E’ cresciuta la quota di mercato del gas naturale, in calo quella dei prodotti petroliferi; l’energia primaria (importazioni + produzione da fonti rinnovabili) è aumentata di quasi un punto.
Netta la crescita di produzione di energia da font rinnovabili.
Il turismo è notoriamente in stretto contatto con le dinamiche ambientali che ne influenzano l’offerta. Il 2003 ha segnato un anno di crisi nel settore in cui si è assistito ad una contrazione dei flussi ai transiti di frontiera (tranne quelli aeroportuali), ma già i primi mesi del 2004 hanno segnato una ripresa. Preponderante l’uso dell’automobile (72,4%), seguita dallo spostamento con voli aerei (17,2%), in nave (4,6%) e treno (4%).
Il settore dell’industria vede i valori annui di spesa in ricerca di base, ricerca applicata, sviluppo sperimentale e relativi totali, risultare in continua crescita confermano lo sviluppo tecnologico.
Si nota una leggera prevalenza della spesa in ricerca applicata a partire dal 2001.
L’incremento delle certificazioni ambientali Emas ed Ecolabel denotano l’evoluzione dei programmi di prevenzione e miglioramento ambientale.
Ad oggi l’Emas (Emas in Italia è presente dal 1997) ha segnato una progressione notevole evidenziando in tal modo la sensibilità ambientale del settore produttivo, passando dall’unica registrazione a fine 97’ alle 214 registrazioni nel 2004.
Attualmente le registrazioni Emas sono pari a 345.
Stesso trend per il numero di licenze rilasciate Ecolabel, lo strumento in linea con gli enunciati della sostenibilità ambientale della produzione. Dal 1998 al 2004 sono state rilasciate 50 licenze Ecolabel per un totale di 1042 prodotti.
L’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di licenze.
Da rilevare la produzione significativa di manuali e linee guida dell’APAT alla stregua di quella effettuata per la compilazione dei rapporti tematici.:
L’indagine su 23 siti ha evidenziato che i servizi di comunicazione “ad una via” presentano carattere di maggior diffusione dei servizi interattivi.
Il 63% dei siti presenta il servizio di rassegna stampa; il 65% informazioni riguardo a news ed eventi a carattere ambientale.
La caratterizzazione delle attività di formazione ambientale promosse dal sistema agenziale denota un numero di partecipanti pari a 21 unità, con un numero medio per corso di 21 ore.
Il totale delle iniziative di educazione ambientale promosse a livello nazionale, regionale e provinciale è stato caratterizzato da 2.306 interventi didattici e 202 progetti educativi.