Nell’ambito del progetto CEE per valorizzare Parchi ed Aree protette, l’ARPAT è stata chiamata dai Comuni di Stazzema e Seravezza, a monitorare l’Antro del Corchia.
Le operazioni sono state affidate ad Arpat, mentre il progetto è stato visionato e seguito dalla Federazione Speleologica Toscana (FST).
L’Antro del Corchia è una porzione del sistema carsico del monte Corchia, che a sua volta è parte del sistema carsico delle Alpi Apuane; è stato scoperto nel 1841 dal geologo leviglianese Giuseppe Simi; il figlio Emilio Simi pubblicò il primo rilievo topografico e attribuì all’ingresso allora scoperto il nome di Buca d’Eolo, per il forte vento che si sprigionava dall’imboccatura; l’ultimo rilievo del complesso Antro del Corchia – Figherà - Farolfi è stato eseguito da Piccini Leonardo ed altri ed è pubblicato dalla FST.
L’opera di adattamento alla fruizione turistica di una porzione dell’Antro del Corchia è senza dubbio innovativa rispetto a tutte le precedenti ricerche svolte in grotte turistiche, in quanto non è stato alterato l’ambiente con opere murarie o distruttive, ma sono state trovate delle soluzioni per adattare il percorso e le relative infrastrutture alla realtà della grotta.
Il monitoraggio del microclima e delle condizioni ambientali “ante operam” del tratto reso turistico è stato effettuato per documentare la situazione ambientale della grotta prima dell’inizio dei lavori; sono stati acquisiti alcuni dati relativi ai principali parametri microclimatici e sono stati raccolti campioni di altre matrici ambientali.
Questa operazione ha avuto lo scopo di acquisire una base di dati e dare la possibilità di tenere sotto controllo il tratto del sistema carsico destinato alla fruizione turistica per prevenire eventuali danni ambientali.
L’operazione di monitoraggio è iniziata nella primavera del 1997 installando tre acquisitori di dati microclimatici in tre posizioni significative del futuro percorso turistico: la zona d’ingresso, la zona intermedia, la parte finale del percorso.
Questi strumenti hanno registrato, con una certa continuità, temperatura, umidità relativa, velocità del flusso d’aria, concentrazione dell’anidride carbonica e pressione atmosferica.
Per un intero anno è stata misurata anche la concentrazione di Radon nell’aria della grotta in 25 postazioni utilizzando appositi
dosimetri.
Dall’analisi delle caratteristiche morfologiche della grotta e dei dati rilevati si presume che l’apertura di un percorso turistico all’interno del Monte Corchia non dovrebbe alterare il microclima della grotta.
Per verificare questa affermazione, ARPAT e la Federazione Speleologica Toscana hanno elaborato un progetto di monitoraggio permanente sia nel tratto destinato alla fruizione turistica, sia nelle zone non turistiche ad esso collegate.
Al momento il progetto di monitoraggio permanente, a carico economicamente dell’Ente Parco delle Apuane, è solo parzialmente realizzato.