Firenze, 29 maggio 2005 – Il commercio fiorentino nel primo trimestre 2005 non sembra avere imboccato la strada del recupero (+0,2% la variazione tendenziale rispetto all’anno precedente che avevano contrassegnato il comparto nel triennio 2001-2003 risentendo in modo marcato gli effetti, da un lato, di una domanda interna alquanto debole e, dall’altro, del mancato rilancio del settore turistico. I dati che destano maggiore preoccupazione provengono soprattutto dal settore del piccolo commercio tradizionale (con un saggio di variazione tendenziale pari al – 3,6%) e, sul piano merceologico, dalle attività di vendita di generi non alimentari (-1,8% rispetto al I trimestre 2004).
Nondimeno la fase di rallentamento degli affari risulta nella realtà fiorentina meno pronunciata rispetto a quanto segnalato per il contesto nazionale (-0,9%), per l’intera regione (-0,5%) e per gran parte degli altri ambiti provinciali della Toscana (con le province di Prato, Lucca , Arezzo e Grosseto che mostrano una flessione superiore all’1%).
Il calo è stato più evidente per le attività dell’abbigliamento ed accessori (-1,9%) , per il settore casa (- 2,4%) e le altre attività (-1,5%).
All’involuzione segnalata dalle attività non alimentari del dettaglio tradizionale fa riscontro ancora una buona performance degli ipermercati, supermercati e grandi magazzini (+3,9%).
Sul piano dimensionale, si registra una riduzione del volume delle vendite per la piccola e media distribuzione (rispettivamente –3,9% e –2,7%) mentre la grande distribuzione manifesta ancora una crescita (+2,6%).
Quanto alla localizzazione dei punti di vendita scontano flessioni di uguale portata sia le realtà operative ubicate nei territori a vocazione turistica (-3,3%) quanto quelle presenti nei centri storici o nel centro città (-3,4%) mentre progressi si rilevano per le realtà di impresa plurilocalizzate (+2,6%).
Anche Il raffronto con il precedente trimestre sconta elementi di segno negativo con valori di saldo fra gli operatori che indicano vendite in aumento e quelli che segnalano una diminuzione negativi per tutti i settori merceologici e per tutte le tipologie di esercizi (il risultato era, peraltro, ampiamente prevedibile considerati i fattori di stagionalità del trimestre precedente).
Quanto alla consistenza delle giacenze di merci a fine periodo sono prevalenti i giudizi che indicano un aumento delle medesime sia per il settore merceologico alimentare che per quello non alimentare mentre rimane pressoché invariato il livello di giacenze registrato dalle strutture di ipermercati, supermercati e grandi magazzini.
Sul piano previsionale Ie valutazioni espresse dagli operatori a livello di pre-consuntivo del II trimestre lasciano intravedere timidi segnali di miglioramento rispetto al periodo appena concluso sia per il comparto alimentare che per quello non alimentare (con la sola eccezione, nell’ambito di quest’ultimo, per il settore abbigliamento che dovrebbe scontare un ulteriore calo delle vendite) anche se nell’insieme la situazione dovrebbe restare stazionaria per effetto di una inversione di tendenza attesa dalle strutture della grande distribuzione (purtuttavia, questa continua a segnalare livelli di ordinativi verso fornitori in incremento).
Un’ultima notazione, infine, circa i processi organizzativi in atto nel settore commerciale fiorentino: il 13 % delle imprese hanno segnalato di aver effettuato investimenti finalizzati allo sviluppo delle vendite (valore questo comunque inferiore a quello rilevato a livello regionale). Altre indicazioni vengono fornite per quanto concerne la presenza di punti di vendita all’interno di centri commerciali (nel complesso stimata in misura del 6,9% con la grande distribuzione che si attesta, invece, sul 40%).
Non indifferente anche il peso di imprese che risultano associate a gruppi di commercio organizzato (il 29%) mentre la quota di quelle che operano in franchising resta ancorata al 5,2% contro il 3,6% rilevato per la Toscana. Sono infine poco più del 28% le imprese che dispongono di un proprio sito Internet.