Il Consiglio dei Ministri ha approvato oggi in via definitiva il Codice dell'Amministrazione Digitale, una riforma organizzativa per lo Stato. Questo nuovo strumento giuridico, voluto da Lucio Stanca, Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, si propone di fornire un quadro normativo coerente, omogeneo e unitario all'applicazione delle nuove tecnologie digitali nella Pubblica amministrazione, consentendo tra l'altro un notevole recupero di efficienza, ingenti risparmi e un miglioramento della qualità dei servizi.
Il testo approvato ha sostanzialmente recepito le indicazioni formulate dai vari soggetti istituzionali chiamati ad esaminarlo.
Il ministro Stanca ha sottolineato che “questa ‘Magna Charta' della Pa moderna non nasce dal nulla, ma è parte di una strategia complessiva che, come ha detto il Presidente del Consiglio, è tesa a ‘trasformare la pubblica amministrazione da handicap a punto di forza per il nostro competere nell'economia mondiale”.
I benefici più consistenti saranno a favore di cittadini ed imprese in quanto, ha ricordato Stanca, “il Codice si propone di liberare gli italiani da molti ed anacronistici obblighi e adempimenti verso le Pubbliche amministrazioni.
In sostanza, con il varo definitivo, nasce il ‘cittadino digitale', a cui il Codice riconosce nuovi diritti e nuove possibilità, definendo il quadro giuridico per garantirne l'effettivo godimento”. “Non solo”, ha proseguito il ministro, “ma si punta pure a liberare nuove risorse della PA attraverso una massiccia e pervasiva digitalizzazione in grado di introdurre strumenti utili ad eliminare sprechi, restituire maggior valore ai contribuenti, come pure di essere alla base di nuovi e più moderni modelli organizzativi, rendendo più produttivo ed efficace il lavoro pubblico”.
Il ministro per l'Innovazione e le Tecnologie ha inoltre posto in evidenza che “la Pubblica amministrazione dovrà fare ricorso all'informatica e ad accettarla come il principale strumento operativo non soltanto nei rapporti interni, ma soprattutto con i cittadini. I cittadini e le imprese ci chiedono infatti una burocrazia più snella, più vicina, più veloce, più semplice e aperta”.
In sostanza la “PA in rete” si avvia a diventare una realtà in quanto gli atti, i dati, i documenti, le scritture contabili e la stessa corrispondenza, non solo con la PA ma anche tra privati, se prodotti in modo digitale e contenuti in archivi informatici, avranno la stessa validità giuridica dei documenti cartacei tradizionali.
In tal modo si riducono tempi e costi sia di gestione che di ricerca dei documenti, ma anche rilevanti oneri per gli archivi.