Fu mio padre, tanti anni fa, a far nascere in me l'amore per i Genesis. Tuttavia la sua conoscenza si limitava al periodo post-Gabriel, quello più commerciale e meno importante (dal punto di vista musicale) della band. Io decisi di non limitarmi, e iniziai a conoscere lo strano e bellissimo mondo dei Genesis in tutte le sue magiche sfaccettature , e apprezzando ogni nota, ogni sfumatura musicale di un mondo che è riuscito a far nascere in me la più forte delle mie passioni: la musica. Il doppio cd di "The Lamb Lies Down On Broadway" fu l'ultimo che riuscii ad avere: me lo regalarono i miei compagni di liceo per i miei diciott'anni,e all'emozione di iniziare ad andare a scuola guida si unì subito la febbricitante passione per uno dei più grandi album rock della storia. Sempre troppo sottovalutato rispetto alle altre produzioni dei primi Genesis (ad esempio "Nursery Crime" e "Foxtrot"), ma anche sottovalutato rispetto ai capolavori della "concorrenza" (tutti ricordano molto più spesso "Tommy" degli Who e "The Wall" dei Pink Floyd rispetto a "The Lamb", quando si deve citare un'opera rock), "The Lamb" rappresenta a mio avviso la summa creativa dei Genesis.
Brani d'atmosfera e memori del rock romantico (voglio ricordare la bellissima "Carpet Crawlers"), si contrappongono a brani sperimentali ("The Colony of Slipperman" e "In The Cage"), rumoristici ("The Waiting Room"), e alcuni molto più rock rispetto al passato ("Lilywhite Lilith"). D'altronde l'ambientazione dell'opera, di ampissimo respiro, consentì ai Genesis di spaziare attraverso moltissime forme musicali. La storia è quella di Rael, un giovane portoricano che abita a New York insieme a suo fratello John.
Sono due ragazzi senza permesso di soggiorno (sono due "illegal aliens" tanto cari al gruppo, che avrebbe in futuro dedicato a queste figure delle metropoli americane anche una ironicissima -ma triste- canzone) e per loro la vita è davvero difficile. Sarà forse per questo che nel disco Rael vive una giornata stranissima, costellata da incontri ancor più strani? Sarà forse una metafora della sua vita e della sua rinascita il viaggio mentale che il giovane attraverserà? Di certo la storia di "The Lamb" non è affatto semplice, e non lascia indifferenti.
Nel 1975 i Genesis portarono il loro "magnum opus" in tour con un apparato scenico eccezionale: tre megaschermi alle loro spalle, che mandavano in sincrono con la musica una quantità impressionante di diapositive (anche se Phil Collins confida tuttora che il meccanismo più di una volta non funzionò!), un manichino con le fattezze di Peter Gabriel, esplosioni sul palco. Ma su tutta la scenografia inanimata, i travestimenti di Peter Gabriel fecero più che in passato la parte del leone: una colonna di luce, un essere tutto bozzi con due testicoli enormi, e il più sobrio ragazzo col giubbotto di pelle nera, antesignano del modello punk, che di lì a poco avrebbe massacrato quello che di buono era stato fatto nella musica negli anni settanta.
Alla fine del tour (la data era quella di Besançon) Peter Gabriel mollò definitivamente il gruppo (durante la lavorazione di "The Lamb" aveva già lasciato il gruppo ed era rientrato, all'insaputa però dei giornalisti), e decise di intraprendere la carriera solista. Con i Genesis aveva già fatto storia. Da allora sono passati trent'anni, ma come si sa, la storia non si dimentica. E' per questo che oggi i "The Musical Box" riescono a riempire teatri e auditorium riproponendo gli show dei Genesis dell'era Gabriel.
Quest'anno i nostri ripropongono lo show integrale di "The Lamb", con tanto di travestimenti, effetti speciali e diapositive. Anche la strumentazione e i vestiti dei musicisti ricalcano in modo impressionante gli originali. Come scrissi a suo tempo, non ci troviamo davanti a una cover band, ma a un vero e proprio "tributo di cuore" da parte di musicisti che i Genesis li hanno amati davvero. Non è quindi una clonazione (come qualcuno continua a ripetere), è un omaggio pieno di amore alla immortale musica dei Genesis. Una cosa è certa: i "The Musical Box" regaleranno grandi emozioni dopodomani sera, come hanno fatto circa un anno fa al Teatro Verdi.
L'appuntamento questa volta sarà al Saschall, che sicuramente è un luogo più adatto rispetto al Verdi, vista la connotazione meno "romantica" e più canonicamente rock del tour di "The Lamb", rispetto a quello precedente di "Selling England by The Pound". Per chi ha amato i Genesis, per chi li ama tuttora anche se li ha conosciuti tardi (e io sono uno di quelli), per tutti coloro che non hanno mai visto uno dei più grandi spettacoli della storia del rock, nel quale immagini e musica sono un tutt'uno (per questo dispiace che non esistano film ufficiali sul tour storico di "The Lamb"), per chi ama la musica, quella vera, quella che resta nel tempo e che non ha bandiere, quella che commuove e che dà i brividi, l'appuntamento coi "The Musical Box" è molto più di un obbligo. Marco Lastri The Musical Box - The Lamb Lies Down On Broadway Mercoledì 19 gennaio Saschall, Lungarno Aldo Moro Inizio spettacolo alle ore 21.00 Biglietti: 1° settore €.
48,00 2° settore €. 43,00 3° settore €. 38,00 4° settore €. 33,00 I prezzi sono comprensivi dei diritti prevendita.