L’ atteso show dei The Musical Box ha debuttato ieri sera in Italia, e la scelta del luogo della prima è caduta su Firenze. E il Teatro Verdi ha accolto con grande calore e benevolenza un gruppo che ha un compito ingrato e glorioso al tempo stesso: far rivivere il mito dei Genesis. Quelli veri, quelli che facevano grande musica.
Lo spettacolo è stato la riproduzione fedele, per scenografie, costumi, canzoni e strumentazione, del tour dei Genesis del 1973, quello di “Selling England by The Pound”, e la cornice del bellissimo teatro fiorentino non poteva che essere il luogo ideale per riproporre la magia di un passato mai passato.
Alle ventuno e qualche minuto le luci si sono spente, e nel buio più assoluto, sottolineato da alcuni neon viola, sono “apparsi” gli occhi, bordati di materiale fluorescente, del bravissimo cantante.
Le prime note di organo di “Watcher of The Skies” ci introducono nel vivo della performance, e le canzoni, pur nella loro monumentale lunghezza e magniloquenza, scorrono via in un attimo. I momenti più belli si ritrovano in “The Cinema Show” (durante la quale il sintetizzatore del tastierista ha avuto un piccolo black out), nella maestosa “Firth of Fifth” e nell’immortale “The Musical Box”. Infine il pubblico ha ricevuto il colpo di grazia con la lunga e intensa “Supper’s Ready”, eseguita con una maestria e con una pulizia impeccabile.
Il bis è stato “The Knife”, come da copione!
Che dire dei musicisti in scena? Perfetti, sotto ogni punto di vista. Il mattatore è stato ovviamente il cantante, che non ha fatto rimpiangere Peter Gabriel, sia per la sua voce, sia per i travestimenti, che per la simpatia nel raccontare le famose “storie” di Gabriel tra un pezzo e l’altro. L’interpretazione dell’ “old man” di “The Musical Box” è stata da brividi, ma anche in “Watcher of the Skies” e nel finale di “Supper’s Ready”, la differenze tra lui e l’ originale singer inglese sono state davvero minime.
Dietro alla batteria c’era comunque il clone più riuscito: un emulo di Phil Collins talmente perfetto (addirittura mancino, come l’originale!) da avere anche la voce letteralmente UGUALE a quella del famoso drummer-cantante (e il pubblico se ne è accorto durante “More Fool Me”). Qualcuno dalla platea gli ha anche rivolto un benevolo: <
Una serata indimenticabile sotto molti punti di vista: indimenticabile per i vecchi fan dei Genesis, che -forse- hanno visto nel 1973 lo spettacolo originale, e che li hanno amati quando erano sul tetto del mondo musicale; indimenticabile anche per i giovani, che hanno scoperto da poco questo gruppo, uno dei più grandi che la musica abbia mai conosciuto. Proprio per questo motivo la platea contava molte persone di una certa età, giovani di poco più di vent’anni, ma anche ragazzini accompagnati dai genitori!
Si potrebbero dire tante cose insulse sull’effettivo “valore artistico” della performance dei The Musical Box di ieri sera.
E sicuramente c’è chi lo starà facendo. Io dirò solamente che questo show non è affatto né un plagio né un’imitazione, bensì un omaggio pieno di emozione da parte di un gruppo di ragazzi che i Genesis li hanno amati davvero, e tanto.
E, credetemi, ce ne siamo accorti da ogni nota che i cinque hanno suonato.
Questa è musica che fa bene all’anima. Senza dubbio.
Marco Lastri