FIRENZE- “La Settimana italiana dell’innovazione è un’importante occasione per mettere a fuoco le azioni che le istituzioni, le imprese, le università e i centri di ricerca stanno compiendo per raggiungere gli obiettivi posti a Lisbona dal Consiglio d’Europa, ovvero la creazione di uno sviluppo economico basato sulla Società della Conoscenza”. Così Ambrogio Brenna, assessore alle attività produttive della Regione Toscana, commenta la presentazione della “Settimana italiana dell’innovazione” promossa dalla Camera di Commercio di Firenze in collaborazione con la Regione Toscana che si svolgerà nel capoluogo toscano fino al 29 novembre.
“La costruzione dello Spazio Regionale della Ricerca e dell’Innovazione è lo strumento con il quale il governo toscano persegue l’obiettivo della Società della Conoscenza, ha continuato Brenna.
Uno spazio che prevede un percorso partecipativo utile al trasferimento dell’innovazione tra reti di imprese. I centri di ricerca e il sistema produttivo si legano così nel perseguire una crescita di qualità del tessuto economico toscano saldato ai principi dello sviluppo sostenibile”.
Nel programma della Settimana è presente la conferenza internazionale “Verso un’economia della conoscenza: innovazione e sviluppo regionale” organizzata dalla Regione Toscana con la Rete europea Erik e l’Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica (OECD), che si terrà a Firenze presso il padiglione Arsenale della Fortezza da Basso da domani a venerdì.
La conferenza stampa e stata aperta da Franco Magnani Presidente di
Firenze Tecnologia , che ha elucidato le
strategie di sviluppo di FirenzeTECNOLOGIA per favorire l' avvento della
sociata' della conoscenza , in una dimensione non solo economica ma
anche culturale come e nella tradizione Fiorentina , dichiarando
onestamente che putroppo nella dinamica dello sviluppo globale "sacche
di conoscenza" operativa ed artigianale vengono escluse dalle
possibilita di essere distribuite e valorizzate malgrado tutti gli
sforzi a non estrometterne la ricchezza di idee e di possibile
collaborazione a volte anche per la resistenza di chi non accetta il
rischio della omogenizzazione per mantenere intatta la propria
originalita ed individualita'.
Ha fatto seguito l' intervento di Bernard Smith , della DG.
EUROPEA
Societa' della Informazione, che ha fatto presente lo sforzo dellla
Commissione nel creare uno sviluppo Europeo pur tentando di valorizzare
le differenze dei singoli Paesi e Regioni dell' Europa , dove la
scommessa risiede nel cambiare la logistica di sviluppo scambiando e
condividendo migliori pratiche di innovazione.
Successivamente e' stato il turno di Enrico Ciabatti dell' Union Camere
, che ha fatto presente come il concetto di innovazione e' maggiormente
orientato da parametri economici ,e che pertanto non basta far circolare
le conoscenze per realizzare sviluppo, ed che pertanto la Union Camere
si riconosce nella linea indirizzata da Firenze Tecnologia.
Infine ha sostenuto la impostazione di Firenze Tecnologia anche Gerri
Martinuzzi della Camera di Commercio di Firenze che ha sottolineato l'
esigenza di superare la persistenza di una cultura burocratica degli
Enti Pubblici , e della necessita di un cambiamento di modelli cognitivi
anche della impresa spesso non disponibile a cambiare vidione e missione
rispetto alla esigenza di creare un valore sociale e contribuire a dare
sviluppo al capitale umano ( strategia dell' EMPOWREMENT)
Ha fatto seguito una dimostrazione di tecniche di rilassamento per
sviluppare serenita nelle discussioni tra punti di vista differenti che
ha indubbiamente suscitato ilarita disinibizione nel successivo dibattito.
Gli interventi dei giornalisti presenti hanno mirato principalmente a
chiedere come la PMI abbia possibilita di successo nella competizione
globale , a cui ha risposto il Dr.
Franco Magnani dichiarando la
necessita che le imprese vogliano fare sistema e collaborare in una
logica di network , ancora sinceramente immatura.
Infine e stata data la parola a Paolo Manzeli, a nome di NOVE da Firenze, che ha sottolineato la necessita di favorire l' inserimento economico
delle cosidette "sacche culturali di resistenza " alla omogenizzazione,
che hanno in se conoscenze e professionalita non distribuite , ma che
troppo spesso vengono emarginate con spirito di conservazione,
politicamente trasversale , proprio in quanto si cerca di assorbirle in
un sistemma di adattamento alla innovazione annullandone la creativita',
come se la conoscenza fosse qualcosa di gia' scritto e di cui fosse solo
necessario il trasferimento.
Quanto sopra e' notevolmente errato dal momento che viviamo in una epoca in cui le conoscenze, per divenire applicabili alle nuove condizioni di sviluppo globale, si devono trasformare profondamente superando il conservatorismo di facciata , che spesso si nasconde anche dietro una cultura che declama la innovazione, attraendo risorse finanziarie che non vengono distribuite la dove il superamento degli obsoleti modelli cognitivi e di gestiome delle conoscenze e' gia in atto come ad es.
e' nel Volontariato Culturale e Scientifico e nella elevata capacita di sopravvivenza dell' Artigianato e della Piccola e Micro Impresa.