Scoperto il gene della fragilità delle ossa: si chiama “ER alfa” e produce una proteina che mantiene lo scheletro sano. Se questo gene non svolge bene il proprio lavoro, il rischio è quello di contrarre l’osteoporosi, malattia che rende fragili le ossa e predispone alle fratture. La proteina consente allo scheletro di far funzionare gli estrogeni, ormoni che stimolano e consolidano la produzione di osso. La scoperta viene dall’Università di Firenze, dal gruppo di ricercatori diretto dalla professoressa Maria Luisa Brandi, endocrinologa tra le maggiori studiose del metabolismo osseo: “E’ finalmente possibile – afferma la Brandi – adattare le terapie ormonali contro l’osteoporosi alla capacità di ciascun individuo di far funzionare gli estrogeni.
Sono già disponibili kit diagnostici per misurare la funzionalità della proteina “ER alfa” e valutare predisposizione e gravità della malattia”,da utilizzare anche in ambulatorio. I risultati della ricerca tutta italiana avviata nel 2000, sono stati confermati su 20mila pazienti in sette paesi europei. Anche la tecnologia per il kit diagnostico è stata sviluppata nel nostro Paese: “Si è aperto un nuovo fronte di ricerca – conclude Maria Luisa Brandi – che ha portato alla creazione nell’Ateneo fiorentino del primo Master universitario a livello internazionale intitolato “Malattie metaboliche dell’osso: dal gene alla cura”, attivo dal prossimo anno accademico”.