Una scuola superiore ancora in crescita, con la conferma di una forte attenzione delle famiglie per la qualità dell’istruzione e la prospettiva di una effettiva interculturalità.
Questo il quadro che emerge dai dati raccolti ed elaborati dalla Provincia di Firenze e presentati questa mattina alla stampa in Palazzo Medici Riccardi dall’assessore alla pubblica istruzione ed all’edilizia scolastica Marzia Monciatti.
Il primo dato ad emergere è quello generale sulle iscrizioni: sono 31.234, 506 in più (+1,6%) rispetto all’anno scolastico 2003-2004 e 1306 in più rispetto al precedente 2002-2003.
La domanda di istruzione superiore continua dunque a crescere, con un trend ormai da parecchi anni costante, e con essa crescono le esigenze di spazi, insegnanti e servizi (24 le classi in più che dovranno essere allestite quest’anno, mantenendo costante la densità media di ragazzi di 21,7 ragazzi per classe).
Scendendo nel dettaglio a crescere sono soprattutto i licei: 360 i ragazzi in più agli scientifici (8.489 iscritti, con in crescita soprattutto Newton a Scandicci, Agnoletti a Sesto e Campi, Gramsci a Firenze, Pontormo e Checchi nell’empolese); 318 ragazzi in più ai classici (5.190 iscritti, e qui salgono più degli altri Dante, Galileo, Michelangelo e Capponi a Firenze e Virgilio a Empoli).
Leggera flessione invece per gli artistici.
In ripresa anche i professionali, con 201 iscritti in più su un totale di 5.711 e numeri in aumento soprattutto per l’alberghiero Vasari a Figline, il commerciale Enriques a Castelfiorentino e l’industriale Chini a Borgo San Lorenzo.
Confermato invece il trend in diminuzione per l’istruzione tecnica, che perde 254 iscritti (il totale è ora di 9.571), con cali più evidenti in alcuni industriali (Meucci), turistici (Marco Polo) e commerciali (Volta, Galilei, Peano, Balducci) ma anche con dati in controtendenza all’Agrario di Firenze e al Russell di Scandicci.
“Nelle scelte delle famiglie – tiene a sottolineare l’assessore Monciatti – è evidente l’influsso della riforma Moratti, che tende a distinguere fra scuole di serie A (licei) e scuole di serie B, partendo da un concetto di ‘Cultura’ fondato su sole conoscenze umanistiche e letterarie che è senz’altro riduttivo, perché nella ‘Cultura’ deve sempre entrare una sapiente miscela di ‘sapere’ e ‘saper fare’.
Il bisogno di un valore aggiunto dell’istruzione meglio spendibile emerge dal fatto che fra i licei ad essere scelti siano soprattutto quelli scientifici, e che altrettanto valga per gli istituti che associano professionalità a qualità della formazione. C’è insomma una forte richiesta di un livello alto di servizi nella scuola, e la tendenza a premiare la qualità e la buona distribuzione degli indirizzi sul territorio”.
Una annotazione interessante dalla distribuzione maschi/femmine: le seconde sono la maggioranza in licei e professionali, la situazione è invertita negli istituti tecnici.
Il tutto pare lo specchio di vecchi pregiudizi, con le donne tenute lontane dalle qualificazioni tecniche e vicine alle vecchie professioni o ‘parcheggiate’ negli studi umanistici.
Qualche sorpresa viene dai dati raccolti dall’Osservatorio scolastico provinciale sugli allievi di origine straniera, che in questo caso sono riferiti agli iscritti al precedente anno scolastico e riguardano non solo le superiori ma anche elementari e medie. Nel 2003-2004 i ragazzi stranieri nelle nostre scuole sono stati 8.001, pari all’8%.
Le comunità più grandi sono quelle degli albanesi (1.786, pari al 22,3%) e dei cinesi (1.512, pari al 18,9%), seguite a una certa distanza da quelle di rumeni (585), marocchini (578), peruviani (279) e filippini(258). Ma sono ben 125 le nazionalità rappresentate, di tutti i continenti, anche se è netta la prevalenza di europei (47%) e asiatici (29%). Un dato significativo è quello della distribuzione degli stranieri nelle singole aree del territorio provinciale. Se, come era prevedibile, la concentrazione a Firenze (3.217 ragazzi) è maggiore che altrove e costituisce il 40% delle presenze complessive, 1.642 sono gli studenti non italiani nel Nord-Ovest (21%), 1.304 quelli nell’empolese (16%) e il fenomeno tocca in modo significativo anche Sud-Est, Mugello, Montagna fiorentina e Valdarno inferiore.
In nessuna parte della provincia la percentuale di stranieri nelle scuole è inferiore al 5,8%, e la punta maggiore non è a Firenze (8,2%) ma nel Valdarno inferiore (11,5%).
Restando nel solo ambito delle superiori, gli stranieri iscritti nell’anno 2003-2004 sono stati 1.167, pari al 4% del totale di 29.483 studenti. La pattuglia più consistente (465 unità) ha frequentato i professionali. Seguono i licei, con 309 ragazzi, e i tecnici, con 307.
“C’è una evidente multiculturalità ormai già presente nella nostra scuola – spiega l’assessore Monciatti – che dalla scuola dell’obbligo raggiungerà presto anche le superiori.
La diffusione di questa interculturalità è un’occasione di arricchimento e non rappresenta certo un peso o un problema, ma ha bisogno di essere sostenuta con adeguati programmi e iniziative che permettano di accogliere nel modo migliore gli studenti di origine straniera”. Da segnalare l’8,9% di ragazzi di nazionalità sconosciuta. “E’ un dato – precisa Monciatti - che va letto alla luce della condizione di molte famiglie, immigrate non regolarmente o in attesa di permesso di soggiorno.
La prossima ricognizione, che faremo a febbraio con i dati degli iscritti di quest’anno, ci permetterà di valutare gli effetti della sanatoria su questa percentuale elevata di soggetti che non indicano la loro origine”.
“Voglio insistere – dice Monciatti – sul tema della qualità nella nostra scuola. Siamo impegnati a mantenere alto il livello dell’istruzione ed anzi a migliorarlo. Operiamo però in un quadro nazionale di tagli di risorse e di azioni che ormai dal 2001 impoveriscono la scuola precarizzando l’attività degli insegnanti, accorpando classi e istituti, non finanziando i piani formativi e l’edilizia scolastica.
Tutto questo mentre i bisogni degli studenti, delle famiglie e della società crescono e la popolazione scolastica aumenta e ci chiede spazi sempre maggiori e più idonei. Cercheremo di mantenere comunque tutto il buono che abbiamo creato negli scorsi anni, contrastando non un ministro, non la sua riforma, ma tutto quanto nuoce alla qualità dell’istruzione.
Credo che la prima risposta che dobbiamo dare è quella di esprimere una grande capacità di ‘fare sistema’ fra istituzioni scolastiche, enti locali, Regione, studenti e genitori.
Ho scritto a tutti i sindaci del nostro territorio per avviare conferenze di zona sulla scuola, che non saranno episodi isolati ma appuntamenti ricorrenti di un nuovo metodo per mettere a rete risorse e proposte”.
Un appello, infine, dall’assessore Monciatti a tutti i protagonisti del mondo della scuola, perché la prima campanella sia l’occasione per una riflessione profonda sulla grandi tragedie del nostro tempo e su tutte le giovani vite che vengono sacrificate in ogni parte del mondo sugli altari della guerra, della violenza e del terrorismo.