Un colloquio disteso e utile quello che Idra ha avuto mercoledì 2 luglio col vice sindaco Matulli a Palazzo Vecchio. L'incontro era stato richiesto dall'associazione ecologista a beneficio delle espressioni della società civile fiorentina sinora escluse dalle consultazioni dell'Amministrazione comunale sui temi della viabilità, della vivibilità, della tutela dei beni ambientali e culturali e della sicurezza, con particolare riferimento alle gravi criticità intorno alla Fortezza da Basso, esasperate nei giorni scorsi dalla concomitanza con Pitti Immagine.
Pietro Cipollaro, e il Coordinamento Cittadino dei Comitati, rappresentato dall'arch. Nuccia Rizzitano.
Il vice sindaco ha ammesso che questo è un problema ben presente agli amministratori.
Nell'esposto Idra documenta e contesta politiche di sottrazione strutturale di diritti e di vivibilità (soprattutto a danno delle fasce più deboli: bambini, ragazzi, mamme, anziani, disabili e pedoni in genere, letteralmente impediti ad avventurarsi nelle ampie aree della città interessate dalle cantierizzazioni), e di esposizione a rischi in materia di sicurezza e incolumità.
Rischi seri corrono quindi tutti coloro che hanno scelto la bici come mezzo di locomozione. Le rotonde senza semaforo hanno senso solo quando il traffico non raggiunge dimensioni caotiche. In caso contrario sono generatrici di rischi, stress e ingorghi. Perché non adottare impianti semaforici? ha chiesto la delegazione. Se ne gioverebbero la sicurezza e la velocità degli spostamenti. Vale per la ex ovonda, vale per Piazza Gaddi.
Chi controlla la velocità?, è stato chiesto. Non risultano infatti essere state attivate postazioni fisse. Un pericolo aggiuntivo per la salute e la sicurezza dei ciclisti deriva dalla promiscuità con questo tipo di traffico, aggravato dall'immissione di mezzi pesanti in uscita dai cantieri, dalla polvere e dal fango. Insufficiente o del tutto assente appare essere la segnaletica che annuncia gli automezzi in entrata e in uscita dai cantieri (uno di questi ha l'ingresso collocato subito prima di una curva a 90°, a sua volta preceduta da un lungo percorso rettilineo a più corsie e a senso unico).
Perché non vengono istallati, a beneficio dei cantieri, impianti semaforici a chiamata?
In prossimità dell'accesso pedonale più consueto alla vasca dei cigni, a queste condizioni si sommano la presenza dell'accesso rotabile all'Intendenza di Finanza e a un importante esercizio commerciale, parcheggi apparentemente selvaggi che ostacolano anche ogni residua visibilità, l'accesso a un cantiere (quello per l'interramento di Viale Strozzi), un corridoio irrituale per autoarticolati giganti diretti a Firenze Expo lungo la nuova stretta viabilità in fregio alle mura della Fortezza, un controviale già pedonale (quello che circonda l'area della vasca dei cigni) occupato ora da selve di motorini, ora da TIR in attesa di dirigersi verso le mostre.
Il controviale di servizio all'ingresso alla Fortezza, peraltro, è organizzato per un doppio senso di marcia, nonostante lo spazio appena sufficiente, con ogni evidenza, a far transitare un solo autoarticolato. Accanto, la sfida del grigio camminamento promiscuo pedonale e ciclabile.
Matulli come mai non abbia funzionato il treno navetta per Pitti Immagine, e se sia dunque caduto l'impegno alla pedonalizzazione di piazza Vittorio Veneto, adibita nei giorni scorsi a terminal per le navette su gomma per la manifestazione espositiva. Il vice sindaco ha spiegato che le Ferrovie hanno ammesso di disporre di tracce orarie che permettono un servizio ferroviario cadenzato, ma che l'offerta non è stata ritenuto conveniente da Pitti Immagine. Ci si domanda, ha replicato Idra, come mai invece il Comune di Firenze non intenda esigere dalle FS l'attuazione di programmi che risalgono ormai a oltre 20 anni fa, quando contestualmente alla costruzione della Direttissima Firenze-Roma venne apparentemente ottenuto (ma solo sulla carta) l'impegno all'attivazione di un servizio ferroviario metropolitano cadenzato di superficie lungo il quadruplicamento Rovezzano-Prato.
I pendolari, i turisti, i visitatori, ha concluso Idra, non possono certo attendere il 2013 (e solo se non ci saranno intoppi) per vedere attivata dopo la costruzione del doppio tunnel TAV la metropolitana di superficie. Ci sono già i binari e le stazioni, purché vengano restituite - vedi il caso della Leopolda a Porta al Prato - al loro uso ferroviario. Si tratta allora solo di stabilire le priorità: vanno soddisfatte prima (e comunque solo fra 10 anni) le costosissime esigenze di élite dell'utenza (teorica) TAV, o invece subito e a costo zero le necessità impellenti di decine di migliaia di cittadini soffocati dalla mobilità obbligata su gomma? Il vice sindaco, che ha diretto per molti anni un Comune mugellano (Marradi) servito dalla linea Faentina, e che è dunque ben consapevole del significato e dell'importanza dei collegamenti ferroviari per l'area metropolitana, ha ascoltato con apparente attenzione e interesse queste osservazioni.
Si può chiamare forse "cura del ferro", una siffatta politica delle infrastrutture in città?
Matulli due questioni a suo parere cruciali e urgenti: