Debutta sabato 23 marzo 2002 Woyzeck della Compagnia Teatro Popolare d'Arte, lo spettacolo basato sulla traduzione di Claudio Magris, è la messa in scena all'esterno dello spettacolo Woyzeck nato all'interno dell'esperienza teatrale nel carcere di Arezzo e realizzato con una Compagnia mista di attori professionisti del Teatro Popolare d'Arte e attori non professionisti, attori detenuti ed ex-detenuti legati all'esperienza della Compagnia Il Gabbiano, nata all'interno della Casa Circondariale di Arezzo, al cui interno ormai da dieci anni il Teatro Popolare d'Arte svolge attività teatrale.
Woyzeck è un soldato/barbiere tedesco del primo Ottocento, protagonista di una vicenda di particolare significato: è il primo personaggio sottoproletario che assurge a livelli di tragicità universale.
Espressione e grido delle condizioni umane arretrate e infami della società europea, Woyzeck è contemporaneamente vittima e carnefice. Egli è vittima della società che lo circonda piena di soprusi, moralismi, falsità, doppiezze ed è carnefice del suo unico bene prezioso, la giovane e bella Maria. In un raptus di folle gelosia - tragico Otello popolare - Woyzeck la uccide. Il testo del giovane autore tedesco Georg Büchner si ispira a eventi reali supportati da fonti storiche dell'epoca, e si eleva, con unanime riconoscimento della critica, a caposaldo della letteratura, teatrale e non, mondiale.
Woyzeck è, dunque, un uomo realmente esistito che commette un omicidio e ne paga le conseguenze. La sua diviene una pena di morte di grande interesse per l'opinione pubblica e per il mondo scientifico e intellettuale dell'epoca che versano sul caso fiumi d'inchiostro, gli stessi arrivati agli occhi del giovane autore tedesco.
La vicenda drammatica ci fa riflettere sull'origine sociale del crimine, sulle condizioni soggettive e oggettive nelle quali ogni essere umano è costretto a vivere. Lo sguardo di Büchner ed il nostro non giudicano, ma raccontano, espongono teatralmente questa vicenda accentuandone il senso apocalittico, catastrofico della persona senza mai rinunciare ad una dimensione antica di pietas e ad una volontà moderna di comprensione critica.