'Viaggio negli Islam del mondo': inaugurata in Sala d'Arme la mostra del fotografo iraniano Abbas

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 febbraio 2002 23:45
'Viaggio negli Islam del mondo': inaugurata in Sala d'Arme la mostra del fotografo iraniano Abbas

Per sette anni Abbas, un fotografo di origini iraniane trapiantato a Parigi, ha girato 29 Paesi alla ricerca del 'nuovo Islam' con una macchina fotografica, la stessa che da sempre lo ha visto impegnato per importanti reportage da tutti i Paesi del mondo in guerra. E infatti le foto della mostra, inaugurata oggi nella Sala d'Arme di Palazzo Vecchio, sono prima di tutto immagini della quotidianità di un mondo che l'Occidente non può pensare di isolare. ''L'idea di questo 'viaggio' l'ho avuta durante la rivoluzione in Iran del 1978/80.

Per me fu un lavoro diverso da quello fatto in Vietnam o in Zaire: l'Iran era il mio paese, il mio popolo, era la mia rivoluzione. Per questo decisi lavorare su questo grande tema, sull'ideologia politica, l'islamismo, che si ispira alla tradizione dell'Islam, ma che è un'altra cosa'', ha spiegato oggi lo stesso Abbas. In realtà questo lavoro è iniziato poi solo nel 1987 e ''quello che potete vedere a Firenze, per la prima volta in Italia, è il risultato''. Rispondendo ai giornalisti ha poi spiegato che ''gli attentati dell'11 settembre 2001 sono solo una dimostrazione di debolezza, perché l'integralismo islamico non ha vinto da nessuna parte''.

Ora Abbas è impegnato in altri due viaggi, ''nei cristianesimi e nell'animismo. Mi interessa capire - ha spiegato - come e perché le persone vivono la loro religione, cosa li porta a fare certe scelte e non altre. E anche in queste religioni ci sono alcuni fondamentalismi in tutto simili a quelli di certi mullah''. Alla presentazione della mostra erano presenti anche Roberto Koch, direttore di Contrasto, e gli assessori alla cultura e all'immigrazione, Simone Siliani e Marzia Monciatti. Sono stati questi ultimi a spiegare perché insieme alla mostra, che resterà aperta fino al 1 aprile 2002, l'Amministrazione comunale abbia chiesto ad Abbas di lavorare una settimana a Firenze e di esporre, in una piccola sezione in Sala d'Arme anche alcune immagini del Islam nella nostra città.

Lo stesso fotografo ha voluto sottolineare l'importanza e il ''coraggio'' della scelta dell'Amministrazione di portare una mostra sull'Islam proprio a Firenze, ''la città che forse più di altre è il luogo simbolo della civiltà occidentale e quindi anche del cristianesimo''. ''Siamo convinti che oggi non possiamo più usare le vecchie distinzioni tra civiltà, in un mondo dove al di là di tutto l'integrazione tra i popoli e le culture è già in atto - hanno risposto gli assessori Siliani e Monciatti - così come sarebbe sbagliato pensare che ci sia una civiltà giusta e una sbagliata, o una superiore all'altra''.

Gli assessori hanno poi annunciato che alla mostra, secondo atto del progetto 'sotto lo stesso cielo' che aveva già visto l'esposizione delle foto di Margaret Bourke White, saranno collegate altre iniziative che potranno coinvolgere anche le scuole.

La mostra presentata da Contrasto e Magnum Photos, insieme agli assessorati alla cultura e all'immigrazione del Comune di Firenze, ed in collaborazione con la Regione Toscana e il Credito Artigiano, si compone di circa cento immagini raccolte da Abbas celebre autore di Magnum Photos, nell'arco di sette anni di viaggio nel mondo islamico.


Spinto dal desiderio di comprendere e mostrare le tensioni interne, presenti in ogni società musulmana, Abbas è riuscito a evidenziare i conflitti esistenti tra un nascente movimento politico, che cerca la sua ispirazione in un cammino mistico, e il desiderio di modernizzazione evidente all'interno delle diverse realtà del mondo islamico. Nel lungo e completo reportage nato da questi viaggi, l'immediatezza delle immagini e la complessità della costruzione visiva, contribuiscono a comprendere meglio l'universo islamico e le sue caratteristiche e confermano Abbas come un grande "narratore per immagini", dotato di una forza e uno spessore straordinari.
Allah O Akhbar -Allah è grande- così comincia il richiamo alla preghiera che risuona tra un minareto e l'altro, nelle città, nei villaggi e nelle campagne, da Sinkiang al Marocco, da Parigi a Timbuctu, a Londra.

Non importa dove ci si trovi nel mondo, il messaggio è sempre lo stesso: 'Dio è grande'. L'Islam è più di un luogo geografico o di un credo religioso; è un concetto sovranazionale che lega esperienze, popoli, situazioni culturali e geografiche molto diverse. Dalle comunità islamiche di Mosca e di Londra, alle scuole coraniche dell'Indonesia o della Malesia, fino ai paesi arabi e al golfo persico, risuona il richiamo mistico. Un richiamo che è allo stesso tempo il grido di guerra dei militanti islamici per la "guerra santa".


Le immagini in mostra, sono accompagnate da un testo dello stesso Abbas sul suo viaggio e da una serie di citazioni, estratte da resoconti di viaggiatori arabi tra il Medioevo e l'Ottocento, selezionati in collaborazione con l'Institut du Monde Arabe di Parigi.

Questa mostra fa seguito a "Margaret Bourke-White" inaugurata a Palazzo Vecchio il 6 dicembre 2001, che si conclude il prossimo 17 Febbraio. Le due mostre rientrano nell'ambito di un progetto, promosso dal Comune di Firenze, dal titolo Sotto lo stesso cielo incentrato sul tema di grande attualità, della coesistenza culturale.


A questo proposito il Comune di Firenze, con la collaborazione di Contrasto, ha organizzato un'iniziativa speciale. In occasione della mostra, Abbas realizzerà un breve reportage sulla Comunità Islamica presente a Firenze. L'autore fotograferà i luoghi e i protagonisti del mondo islamico e dopo il suo breve reportage, esporrà le fotografie (circa quindici), in mostra insieme alle altre e concluderà così il viaggio negli Islam del mondo. Abbas presenterà la mostra il 21 Febbraio, alle 12.00 in anteprima per la stampa.

Abbas
Nato fotografo, Abbas è un iraniano trapiantato a Parigi.

Dal 1970 al 1978, pubblica sulle riviste internazionali le immagini dei conflitti politici e sociali dei paesi del Sud del mondo, tra cui il Biafra, il Bangladesh, il Vietnam, il Medio Oriente, il Cile, il Sudafrica con un notevole articolo sull'apartheid.
Dal 1978 al 1980, fotografa la rivoluzione iraniana, un lavoro che lo vede «non solo impegnato come nei miei altri reportages, ma implicato:era il mio paese, il mio popolo, la mia rivoluzione». Il suo libro Iran, la Révolution Confisquée (Parigi, Clétrat 1979) lo costringe ad un esilio volontario durato 17 anni.


Dal 1983 al 1986 attraversa il Messico e lo fotografa in un lungo reportage realizzato nello stesso modo in cui si scrive un romanzo. Una mostra e un libro Return to Mexico, journeys beyond the mask (New York, W.W.Norton 1992), con alcuni brani del suo diario di viaggio, sono il frutto delle sue ricerche estetiche.
Dal 1987 al 1994, dallo Xinkiang al Maghreb, fotografa il mondo islamico in un momento di sua grande espansione. Spinto dal desiderio di comprendere le tensioni interne che tormentano le società musulmane, il suo libro Viaggio negli Islam del mondo (Contrasto 2002) illustra le contraddizioni di un'ideologia che s'ispira ad un passato mitico e che aspira alla modernità e alla democrazia.


Dal 1995 al 2000 percorre le terre del cristianesimo, proprio quando l'anno 2000 impone al calendario universale questa religione come simbolo del potere dell'Occidente. Il suo libro Voyage en Chrétientés (Parigi, La Martinière 2000) fotografa questa religione non solo come rituale ma anche come fenomeno politico e spirituale.
Abbas è attualmente impegnato in un lavoro sul paganesimo delle società tradizionali, come quello che rinasce in una serie di nuove sette, definite dallo stesso Abbas neo-pagane.


Tra le sue mostre personali: Musée d'Art Moderne, Teheran 1980; the Photographer's Gallery, Londra 1982; Centre Culturel de Mexique, Parigi 1990; Escuela de Bellas Artes, Almeria 1991; Centro de la Imagen, Messico 1994; Place Royale, Bruxelles 1999; Institut du Monde Arabe, Parigi 2001.
Dopo il 1981, Abbas è membro dell'Agenzia Magnum di cui assume la presidenza dal 1998 al 2001.
A proposito della sua fotografia Abbas scrive:
«La mia fotografia è una riflessione che si concretizza nell'azione e nella meditazione.

La spontaneità - l'attimo sospeso - interviene durante l'azione, nel momento dell'inquadratura. Una riflessione sull'intenzione la precede. Una meditazione sulla finalità la segue. È durante questo momento esaltante e fragile che si elabora la vera scrittura fotografica, la sequenza delle foto. Il tocco dello scrittore è quindi necessario a quest'impresa. Non è forse il fotografo colui che «scrive con la luce»? Ma a differenza dello scrittore che possiede la parola, il fotografo posseduto dalla foto, dal limite della realtà che deve trascendere per non diventarne prigioniero».

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