Un parere ricco di osservazioni e suggerimenti quello che il Consiglio provinciale ha approvato ieri pomeriggio a conclusione dell'esame della variante organica del Piano regolatore generale di San Casciano. Avviata prima del varo del nuovo Piano Territoriale di Coordinamento provinciale, la variante non ne è vincolata, ma a giudizio degli amministratori e dei tecnici della Provincia molti elementi indicati nel Piano vanno comunque presi in considerazione, tanto più che in svariati punti le osservazioni avanzate coincidono con quelle della Regione.
Fra le prescrizioni di maggior rilevanza quelle relative al Centro per le attività didattiche e la ricerca della Facoltà di Agraria dell'Università di Firenze nell'Azienda agricola di Montepaldi e quelle per il Centro di accoglienza per la comunità Hare Krishna a Villa Fenzi.
Entrambi i casi ricadono parzialmente in aree che il Piano provinciale considera "sensibili" e di conseguenza si richiede al Comune di inserire nella variante un apposito comma a tutela delle zone di protezione paesistica di individuazione provinciale e lo si invita a stabilire vincoli e limitazioni d'uso per la conservazione e la valorizzazione dei manufatti emergenti di rilevanza ambientale e storico-culturale.
Fra le altre cose si richiede anche lo stralcio di una parte del nuovo insediamento alberghiero in località "La Botte", pure coincidente con un'area classificata come sensibile.
A favore della variante e delle prescrizioni proposte si sono pronunciati i consiglieri di Ds, Ppi, Democratici, Pdci e An.
Contrari Rifondazione e Ccd. Si sono astenuti i rappresentanti di Fi e il consigliere di An Sensi.
Nel corso del dibattito l'assessore all'urbanistica, Luciana Cappelli, ha definito le osservazioni alla variante un contributo che la Provincia ha voluto dare anche in vista dell'inizio del lavoro al nuovo Piano Strutturale del Comune di San Casciano, strumento che consentirà, a differenza della variante oggi in dirittura d'arrivo e che si è detto è partita in una fase ancora transitoria, di coordinare più incisivamente l'azione comunale con il Piano provinciale.
Fabio Filippini, di Fi, ha parlato di inutilità del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia; la Provincia, ha detto, non riesce ad assumere un suo ruolo.
Piero Parotti, di Rc, ha parlato di previsioni di sviluppo della variante enormi rispetto al reale fabbisogno.
È grave, ha sostenuto, consentire al Comune un così pesante deturpamento del territorio.
Rilevando la disponibilità dichiarata dal Sindaco, Gianni Gianassi (Ds) ha invitato a vigilare sulla qualità dello sviluppo e degli interventi edilizi nel territorio sancascianese.
Da un lato la variante è inopportuna perché condiziona il futuro Piano strutturale, ha detto PierGiuseppe Massai di An, dall'altro le osservazioni, se fossero prese in considerazione, stravolgerebbero completamente la variante stessa.
Di fatto, ha aggiunto Guido Sensi, sempre di An, la variante viene approvata con un parere che dice che va distrutta.
Perché il Comune non fa uno sforzo, si è infine chiesto il capogruppo di Rc Eugenio D'Amico, e non anticipa i tempi del suo Piano Strutturale in modo da adeguarsi rapidamente al Piano territoriale provinciale?