Oggi sono presenti a Firenze per il seminario "Il riformismo nel XXI secolo" Tony Blair, Fernando Cardoso,
Bill Clinton, Massimo D’Alema, Antonio Guterres, Lionel Jospin e Gerard Shroeder. Sono arrivati ieri in
un'atmosfera davvero convulsa, in cui questa piccola città ospitava diversi altri avvenimenti. Ma in particolare
colpiva la concomitanza di 2 altri eventi con il vertice dei premier: il primo il convegno sulla legalità organizzato
da Antonino Caponnetto, il secondo la marcia antimperialista contro il vertice dei paesi più ricchi.
Pareva che Firenze volesse presentare ieri 3 vie di soluzione ai problemi intricati del mondo capitalista.
I capi di
stato sono i rappresentanti della élite politica convinta che la mediazione istituzionale possa sanare distorsioni
epocali quali la povertà e il sottosviluppo; i giudici e i legalisti, riuniti al Dopolavoro Ferroviario, ritengono
invece che non possa essere giusta una società che prima non ha sconfitto il crimine organizzato a livello
planetario e la politica collusa; per l'estrema sinistra invece la lotta contro il capitale è senza quartiere e non
resta che marciare ad oltranza contro lo sfruttamento.
Il Capitalismo, questo mostro polimorfo, ha risposto da par suo, in maniera casuale e vincente.
Ha scatenato contro le tre vie armi letali quali: la partita di calcio (Fiorentina-Perugia), il concerto di pop-music (di Jovanotti) e il sabato degli acquisti, il tutto con decine di migliaia di auto che ha cinto d'assedio la città con un spiegamento di mezzi e gas venefici, che solo la città più motorizzata d'Italia è in grado di dispiegare. Risultato: disfunzioni nel programma del vertice; ritardi dei legalisti al convegno; i fischi degli autonomi soverchiati dai clacson degli automobilisti paralizzati.
Il capitalismo ancora una volta ha prevalso.
Eppure
"Caro Presidente, -ha scritto il sindaco Domenici ai premier- Firenze è particolarmente lieta di ospitare Lei e
tutti i partecipanti al seminario "il Riformismo nel XXI secolo".
Pensare al futuro, alle nuove frontiere della democrazia e dell'economia, alla società che cambia è vitale per
qualunque città. Lo è in modo particolare per Firenze, culla per eccellenza della cultura e dell'Umanesimo.
Congedare il Novecento scrutando il futuro è per Firenze un auspicio e una scelta.
Un auspicio perché
speriamo che il Duemila segni il punto d'avvio di un rilancio del ruolo internazionale della città; una scelta
perché Firenze è tale solo se vive nel mondo.
A Firenze, come dimostra anche il seminario, operano attivamente decine e decine di università e di istituti
culturali internazionali. Noi vogliamo fare della nostra città un crocevia della formazione nell'età globale: città
della cultura come interscambio e interconnessione, luogo d'eccellenza del dialogo tra i popoli, centro di
incontro delle diversità.
Per il 2001, primo vero anno del nuovo millennio, vorremmo organizzare a Firenze, in stretto rapporto con le
altre grandi capitali del pianeta, un "Symposium" della cultura.
Per noi è il progetto di una articolata riflessione sul millennio che è appena terminato, per guardare ai secoli che
si stanno per dischiudere.
Un anno di eventi, di incontri, di mostre e di iniziative. Un anno in cui Firenze
cercherà di riflettere sul suo ruolo nello sviluppo e nella formazione della cultura occidentale, con la chiara
volontà di aprirsi ulteriormente al mondo.
Il 2001 è per noi anche un'occasione per parlare di pace. Ci candidiamo ad organizzare e ad ospitare un
convegno mondiale dell'O.N.U. sulle nuove frontiere e forme del diritto internazionale e, a più di cinquant'anni
dalla sua stesura, a una rilettura della Carta dei Diritti dell'Uomo.
Se nel cuore di Firenze batte forte la voglia di innovazione, nessuno può dimenticare il suo patrimonio culturale,
artistico e architettonico.
Un patrimonio che fotografa il lungo cammino di civiltà percorso da Firenze e
rappresenta, al contempo, una indissolubile ricchezza fatta di professionalità, di specializzazione nella
conservazione, nel restauro delle opere d'arte.
Firenze, per la sua naturale vocazione alla formazione, potrebbe essere la sede di un centro di restauro
internazionale in cui sperimentare l'applicazione delle nuove tecnologie.
Caro Presidente, nell'augurarLe un piacevole soggiorno nella mia città e nella speranza di intessere un intenso e
cordiale rapporto con Lei, Le porgo, anche a nome di tutti i fiorentini, un caloroso benvenuto a Firenze".
E ancora
"In un momento come questo, in cui i segnali di un tentativo di restaurazione e i rischi che si torni indietro si
stanno facendo sentire con forza, rimettere al centro del confronto politico l’impegno, la partecipazione civile, il
ruolo propulsore delle giovani generazioni è certamente vitale" ha scritto il sindaco anche a Caponnetto "Per
evidenti motivi oggi non posso essere presente.
La vostra iniziativa è importante, molto importante in questa
fase particolare della vita del nostro paese. Io, come molti altri, avverto con forza la necessità di un grande
impegno sui temi della legalità, della responsabilità".
"Uno dei capitoli che non può mai essere chiuso in un paese civile. E’ uno dei punti cardinali essenziali per chi
governa, amministra, si impegna politicamente. Il fatto che oggi, a Firenze, ci si ritrovi per discutere di questi
temi e che da questa città parta un segnale di risveglio a tutto il paese è per me un fatto di grande importanza,
che coinvolge noi tutti, che riguarda il futuro del nostro paese".
In questo momento di grande potere simbolico che è stato l'incontro tenutosi forse non casualmente al
Dopolavoro, NOVE ha domandato un'opinione sulla situazione politica all'ex giudice Antonio Di Pietro: "E' un
momento molto difficile, non sono in grado di dire se che la faremo, ma spero di sì".
Tornando al vertice internazionale, tanta retorica è giustificata dal fatto che è Firenze è molto interessata ai
turisti di Stati Uniti, Brasile, Gran Bretagna, Francia e Germania.
Sono stati oltre un milione i visitatori provenienti dai paesi partecipanti alla conferenza "Il riformismo nel XXI secolo" che nel 1998 hanno soggiornato a Firenze. Ancora più impressionante il numero delle presenze (che indicano i giorni complessivi della vista): oltre due milioni e 100mila nell’arco dell’anno. A guidare la classifica sono gli Stati Uniti seguiti da Germania, Francia, Gran Bretagna e Brasile: a soggiornare più a lungo sono invece gli inglesi. Numerosi anche i cittadini stranieri di questi cinque paesi che hanno deciso di vivere a Firenze: circa 2400.
La "colonia" più numerosa è sempre quella statunitense, seguita da Germania, Gran Bretagna, Francia e Brasile.