Ieri in consiglio provinciale sono stati votati due ordini del giorno presentati l'uno dal Polo e l'altro dal PDS. Il Polo proponeva una "regolamentazione con i Sindaci dei Comuni interessati al fenomeno, che tuteli la salvaguardia della dignità della donna, la salvaguardia della pubblica decenza e della pubblica sicurezza, le categorie dei soggetti deboli (immigrate e clandestine, minorenni, ecc.) costrette dal racket a prostituirsi, l'incentivazione fiscale delle organizzazioni che recuperano le prostitute che vogliono uscire dal racket, le prostitute "professioniste" che volontariamente operano senza essere sfruttate da altri, studiando specifiche forme di lavoro organizzato e autogestito, in appositi luoghi".
Per il PDS "è improponibile un ritorno alle cosiddette 'case chiuse'". La giunta provinciale deve intensificare l'azione già intrapresa da tempo in: "tutela della dignità della persona che si prostituisce, interventi di riduzione del danno, a mezzo operatori di strada e mediatori culturali, per evitare contagio da AIDS e altre infezioni tramite informazione ed assistenza igienico-sanitaria; misure atte a favorire la scelta di uscita dalla prostituzione tramite strutture di accoglienza, processi di formazione ed istruzione, forme di intervento lavorativo, o ritorno nei paesi di origine; coordinamento fra tutte le istituzioni, Enti Locali, Regione, forze dell'ordine, azienda sanitaria con le associazioni di volontariato, le cooperative sociali, per mettere in rete tutti gli sforzi e per progettare interventi comuni".
E' stato approvato l'ordine del giorno del PDS.