Ataf: manifestazione contro la vendita il 19 maggio

De Zordo e Grassi: "Sosteniamo e invitiamo a partecipare" per la difesa dei beni comuni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 maggio 2012 14:24
Ataf: manifestazione contro la vendita il 19 maggio

Manifestazione sabato 19 maggio in difesa dei beni comuni e dei servizi pubblici organizzata dal Comitato contro la privatizzazione di Ataf e sostenuta già da 63 soggettività politiche e sociali, che hanno raccolto migliaia di firme nelle settimane scorse per chiedere che il trasporto pubblico locale resti pubblico e venga rilanciato con una parte delle ingentissime risorse attualmente destinate alle cosiddette 'grandi opere' che sono spesso inutili, dannose e fonte di aumento del debito pubblico. "Ci preoccupa molto -intervengono i consiglieri comunali De Zordo e Grassi- che, nell'iter di vendita di Ataf ai privati non siano garantiti né la qualità del servizio né i diritti dei lavoratori: non inserire nel bando di gara la clausola sociale significa lasciare mano libera all'acquirente privato per poter licenziare il personale, magari tagliando linee deboli ma socialmente utili". Per aderire scrivi a : trasportopubblicobenecomune@gmail.com Inserire nei capitolati di accordo o altro atto cogente la “clausola sociale” per tutto il personale che verrà interessato al passaggio di proprietà tra l’attuale Ataf ed i nuovi soggetti societarie E che il rispetto di tale clausola costituisca obbligo per l’aggiudicazione della gara. E’ la richiesta al sindaco contenuta nella mozione presentata dal consigliere dell’IdV Giovanni Fittante e che oggi ha avuto il via libera dalla commissione Lavoro di Palazzo Vecchio.

“Esprimo grande soddisfazione e un ringraziamento alla Commissione Lavoro. Il nostro paese – ha detto Fittante- sta vivendo una grave crisi occupazionale che ormai ha raggiunto livelli drammatici. Chi perde il posto di lavoro sopra i 40 anni difficilmente trova un altro impiego ” Fittante ha anche precisato che Ataf ha dichiarato di non avere la volontà di disdettare gli accordi integrativi fino alla conclusione del processo di privatizzazione, ma che comunque questa posizione, apprezzabile, non garantisce il futuro dei lavoratori dopo la privatizzazione.

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