La transumanza diventa una festa. Carolina apre domenica 2 giugno la stagione delle migrazioni del bestiame in Toscana. La giovane pastora laureata lascia il rifugio sul mare, a Pietrasanta, dove il suo gregge di pecore massesi ha trovato ricovero durante l’inverno per raggiungere i freschi pascoli di Pian del Lago, al Passo della Croce, nel comune di Stazzema, a circa mille metri di altitudine. Un appuntamento che nel corso degli ultimi anni si è trasformato in una vera e propria festa a cui partecipano amici, turisti e camminatori che percorrono insieme a lei un tratto del tragitto attraverso borghi, boschi e mulattiere. La storia di Carolina è solo una delle storie dei pastori-transumanti che ancora oggi conducono in alpeggio le gregge e le mandrie senza l’ausilio di mezzi di trasporto, dormendo nei ricoveri e lavorando il formaggio a mano come una volta.
A dirlo è Coldiretti Toscana secondo cui la transumanza moderna mette in connessione agricoltori, vecchi mestieri, didattica, territorio ed enogastronomia diventando a tutti gli effetti una freccia nell’arco di quel turismo esperienziale che è alla base del successo dell’offerta rurale regionale con 5 milioni di presenze nel 2023.
“Le aziende zootecniche hanno compreso le potenzialità turistiche di questa pratica arcaica che rischia di sparire e che per fortuna nella nostra regione resiste grazie all’impegno e passione di tante famiglie di pastori. E’ un’occasione per rianimare i borghi, far vivere ai turisti un’esperienza vera a contatto con la natura e promuovere produzioni di qualità come pecorini, ricotte, yogurt, robiole e gelato. In questo modo la tradizione non va dispersa ma, al contrario, diventa moderna, un’attività redditizia.
E’ un modo intelligente per preservarla, comunicarla e tramandarla. – spiega Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana – A minacciare la migrazione stagionale è sempre di più la presenza dei predatori, dalla notte dei tempi compagni discreti dei viaggi dei pastori, ma mai così numerosi e mai così penalizzanti per il settore. Oggi le predazioni sono la principale causa di chiusura delle stalle soprattutto in alcune aree della regione dove le mattanze sono all’ordine del giorno. I predatori non stanno solo facendo chiudere attività economiche che producono economia e valore aggiunto per il territorio ma un patrimonio fatto di cultura, esperienze e tradizioni”.
La storia di Carolina è atipica in un mondo ancestrale dove l’essere pastore è spesso una dinastia. Laureata in scienze agrarie a Pisa, Carolina (31 anni) ha imparato da sola a prendersi cura del suo gregge partendo con quaranta capi per arrivare via via oggi ad averne oltre 100. Titolare dell’azienda agricola ed agrituristica “Le Coppelle Latteria Belato Nero” a 1.000 metri sul mare, nel cuore del parco delle Alpi Apuane, produce formaggi destinati alla vendita diretta e all’attività di ristorazione tipica dell’agriturismo. Il suo viaggio inizia la mattina presto dalla stalla in pianura, a Pietrasanta, transitando poi per località Ruosina e Terrinca, nell’Alta Versilia, dove ad accogliere l’arrivo del gregge ci saranno anche balli popolari e folklore. E da lì che i turisti e curiosi potranno aggregarsi per incamminarsi tutti insieme verso l’alpeggio di Pian di Lago per una passeggiata di circa 1 ora verso il pranzo in agriturismo.
La prossima settimana sarà invece il turno di Daniela Pagliai. Figlia e nipote di pastori, così come il marito Valter mettono insieme sei generazioni di pastori. Il loro viaggio, perché a muoversi è tutta la famiglia, inizia intorno alla prima settimana di giugno dalla località Il Melo di Cutigliano, a circa 1.000 metri di altitudine per terminare alla malga, nell’Anfiteatro del Paradiso, ai piedi della cima Tauffi, che da il nome alla loro azienda, una delle tre creste della Valle del Libro Aperto dove nella loro malga a 1300 m, c’è la possibilità per i turisti di soggiornare, degustare e comprare i loro formaggi e tante altre prelibatezze nel piccolo spaccio annesso .
Da li passano i sentieri che collegano diverse località dal lago Scaffaiolo, al Lago Nero e alle Vallate dell’Abetone. Per Daniela la prossima sarà il 42 esimo viaggio. “E’ una festa. Si aggregano tante famiglie ed amici. La camminata dura circa 2-3 ore attraversando campi e pascoli. – racconta Daniela – La mia prima transumanza risale all’età di 6 anni. I miei genitori non sapevano a chi lasciarmi ed allora mi portarono con loro. Stavo in coda al gregge. E’ durante una delle transumanze, quando avevo 18 anni, che ho conosciuto mio marito.
La nostra famiglia nasce nell’alpeggio”.
E’ una storia fuori dal tempo quella di Giancarlo Boschetti (57 anni) in Lunigiana che partirà da Licciana Nardi per il suo viaggio intorno alla prima settimana di luglio per il Parco dei Cento Laghi nella Valditacca sul versante parmense percorrendo circa 30 km in un paio di giorni. Il suo tesoro è rappresentato da 200 pecore nere massesi e 30 capre. “Avevo dieci anni quando ha percorso la mia prima transumanza insieme a mio padre. Per 45 anni abbiamo camminato fianco a fianco. – racconta Boschetti – Dormo dentro una roulotte per quasi 4 mesi. Il nostro tempo lassù è scandito dalla natura. Vivo per questo mestiere: è la mia vita. Non la cambierei mai”.
Per informazioni www.toscana.coldiretti.it, pagina ufficiale Facebook @coldiretti.oscana, Instagram @Coldiretti_Toscana, Twitter @coldirettitosca, canale ufficiale YouTube “Coldiretti Toscana” e canale Telegram “coldirettitoscana”