A poche ore dall’annuncio del DPCM contenente le nuove restrizioni anti-Covid, l’iniziale incertezza generata dalla quarta ondata si è trasformata nel nostro Paese in un cambio di programma per le feste da parte degli italiani: in Toscana fino al 50% delle prenotazioni effettuate nei ristoranti per le festività – in particolare per la Vigilia ed il pranzo di Natale - sono state cancellate. A rischio anche le prenotazioni legate all’ultimo dell’anno. A dichiararlo è Confesercenti Toscana a seguito di un confronto con i referenti territoriali.
“Il quadro che emerge è preoccupante. La stretta degli altri Paesi europei, con nuove restrizioni introdotte per contenere l’emergenza sanitaria in corso e limitare il circolare delle nuove varianti, aveva già portato ad un crollo di presenze nel settore turistico - afferma Nico Gronchi, presidente Confesercenti Toscana -. Questo ha creato un ‘effetto valanga’ in Italia, alimentando paura e preoccupazione per l’aumento dei contagi”.
“Siamo pronti a recepire qualsiasi nuova regola inserita nel nuovo DPCM, dall’uso delle mascherine all’aperto al richiamo del vaccino al quarto mese dopo la seconda somministrazione, oltre che l’estensione del super green pass a tutte le categorie di lavoratori – aggiunge Gronchi -, ma riteniamo necessario che gli strumenti a sostegno delle imprese vengano prorogati per tutta la durata dello stato di emergenza, soprattutto per quelle realtà come i ristoranti che rischiano una nuova stangata nonostante siano luoghi sicuri in cui non solo viene verificato il green pass, ma dove sono garantite tutte le misure di sicurezza”.
Tni Italia, il sindacato che rappresenta il mondo delle imprese ricettive e della ristorazione, lancia l'ennesimo allarme verso un governo che ormai è sordo e cieco nei confronti di un comparto in ginocchio.“L'avevamo detto settimane fa: su ristoranti e alberghi piovono disdette. Così è stato, ma adesso – afferma la segretaria nazionale di Tni Italia, Cristina Tagliamento – la situazione è drammatica e irreversibile. Hotel e locali sono completamente vuoti.
Non ci sono prenotazioni, la gente ha paura. Ha vinto il terrorismo mediatico, una vera e propria strategia del terrore”. “La politica scellerata del green pass è un problema superato dai fatti. La gente, che sia vaccinata o meno, è terrorizzata e preferisce restare a casa. Gli esempi sono tantissimi, basta guardare i servizi che arrivano da Londra, dove non esiste nessun obbligo, eppure tutti i locali sono vuoti. Per noi imprenditori – aggiunge – il 2021 si chiude malissimo e se a Natale e a Capodanno c'è il vuoto, a gennaio e febbraio tante delle nostre aziende saranno a rischio chiusura e il colpo di grazia lo darà l'aumento delle materie prime e dell'energia, i cui prezzi, secondo le stime, saliranno ulteriormente nel 2022”.Tni Italia chiede al governo un provvedimento d'urgenza.
"Un decreto - sottolinea Tagliamento - che preveda la proroga della cassa integrazione, l'azzeramento, o comunque l'abbattimento delle tasse, la reintroduzione del credito d'imposta sugli affitti. Ma subito. Dobbiamo per una volta essere lungimiranti e prevenire".Tni Italia tira in ballo anche i Comuni, che stanno annullando uno dopo l'altro gli eventi di Capodanno. “Rappresentavano l'unica possibilità di attrarre almeno qualche turista italiano. Tolto anche questo, chiediamo ai sindaci di sostenere le imprese della ristorazione prorogando i tavolini all'aperto fino al 31 marzo.
Constatiamo con amarezza – sottolinea Raffaele Madeo, presidente di Tni Italia – che in alcune città italiane, come Firenze, si vuole tagliare via questa possibilità. Avevamo un piano da presentare per il capoluogo toscano, ma abbiamo atteso invano una convocazione che non è mai arrivata. Prendiamo atto di quelle che sono le priorità di chi ci governa, anche a livello locale, e agiremo di conseguenza”. "Si capisce o no - conclude Madeo - che se non facciamo squadra la partita è persa e non si potrà tornare più indietro? Oppure le istituzioni vogliono che gli imprenditori diventino i futuri assistiti? Per quanto ci riguarda vorremmo rimanere nel ruolo che ci si addice di più e cioè: un diamante grazie al quale l'italia brilla e trae benefici".
Ci sarà più tempo per i ristori e contributi a fondo perduto destinati alle imprese dei comprensori sciistici, ai maestri e scuole di sci e ai gestori di stabilimenti termali. I bandi sono scaduti in questi giorni e la Regione Toscana ha deciso di prorogarli tutti e tre, visto che le richieste erano state peraltro inferiori alle attese e alle risorse messe a disposizione.
La possibilità era stata ipotizzata qualche giorno fa dall’assessore all’economia e al turismo Leonardo Marras, nel corso di una conferenza stampa in cui erano stati presentati nuovi bandi di ristori e contributi a fondo perduto per 21 milioni di euro.
“Abbiamo ritenuto doveroso dare qualche settimane in più di tempo ai possibili beneficiaria, visto che le risorse messe a disposizione consentivano di finanziare più domande di quelle al momento arrivate” spiega. “Oltretutto – aggiunge – saranno gli ultimi bandi di ristoro per le perdite subite a causa delle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria: dal prossimo anno si tornerà necessariamente a parlare di sostegni agli investimenti”.
Per tutti e tre i bandi in scadenza la nuova data da appuntare sul calendario è il 21 gennaio 2022: le domande dovranno pervenire entro le 17 di quel giorno. I bandi sono pubblicati sul sito di Sviluppo Toscana, società della Regione che si occuperà anche dell’istruttoria.
Per imprese (del commercio, della ristorazione e della ricettività turistica) e per i maestri e scuole di sci la Regione aveva a suo tempo stanziato rispettivamente 4 milioni e 113 mila euro e 779 mila euro. Per godere del sostegno è necessario aver subito nel 2020 una perdita di fatturato di almeno il 20 per cento rispetto all’anno precedente. Il ristoro potrà essere al massimo di 10 mila euro per le imprese turistiche, 5.000 euro per le scuole di sci e di 3.000 per i maestri di sci. Sono nove i comuni interessati: Abetone Cutigliano, Sambuca Pistoiese, San Marcello Piteglio, Abbadia San Salvatore, Careggine e Castiglione Garfagnana.
Per gli stabilimenti termali, uno dei settori più colpiti dall’emergenza legata al Covid-19 e rimasti a lungo chiusi, a disposizione erano invece stati messi 500 mila euro. Il bando è stato aperto il 9 dicembre e si sarebbe dovuto chiudere oggi, 23 dicembre: ma è stato appunto prorogato fino al 21 gennaio. La misura si rivolge alle micro, piccole e medie imprese che nel 2020 abbiano registrato una flessione di fatturato o corrispettivi di almeno il 20 per cento rispetto al 2019. Sono previsti contributi da un minimo di mille euro ad un massimo di 50 mila euro: naturalmente il sostegno non potrà essere superiore alle perdite patite.Per le aziende che abbiano iniziato ad operare dopo gennaio 2019, il raffronto di fatturato non riguarderà l’intero anno. Chi ha avviato l’attività nel 2020 riceverà invece un contributo forfettario di mille euro.