FIRENZE- Si è conclusa nella tarda serata di ieri a Firenze la due giorni di incontri serrati tra Unicoop tirreno e l'Unione Sindacale di Base. E' stata raggiunta un'intesa di massima, concretizzata in un Verbale di Riunione che in sostanza consente di scongiurare l'approdo della vertenza al Ministero e l'adozione da parte dell'azienda di iniziative unilaterali come la disdetta totale del Contratto Integrativo Aziendale. L'intesa prevede alcuni punti tra i quali i principali sono:
- Il riconoscimento da parte dell'azienda (e ovviamente dei sindacati) dell'obiettivo di salvare tutti i posti di lavoro attraverso "strumenti conservativi".- L'utilizzo di ammortizzatori sociali fino alla durata massima prevista dalla legge, quali i Contratti di Solidarietà e la Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per crisi.- L'apertura della mobilità avente come unico criterio per l'uscita del lavoratore la "non opposizione al licenziamento".- Costante verifica e monitoraggio della gestione degli esuberi.- Il riconoscimento di un sistema di relazioni sindacali per la nostra organizzazione.
Questa intesa dovrà essere tramutata in un accordo vero e proprio nei prossimi incontri. Accordo che, una volta definito, verrà portato davanti ai lavoratori che dovranno esprimersi sulla sua approvazione o respingimento.
La Regione convocherà, in due incontri separati, la proprietà della Rational e l'istituto bancario creditore per verificare la possibilità di bloccare la richiesta di procedere con il fallimento dell'azienda massese produttrice di lavatrici industriali. Questo quanto emerso dall'incontro che si è svolto venerdì in Regione ed al quale hanno preso parte il consigliere del presidente Rossi per il lavoro, Gianfranco Simoncini, il sindaco di Massa, Alessandro Volpi, e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali. I tempi per la convocazione delle due riunioni, ha assicurato Simoncini, saranno rapidi. Alla Rational la Regione chiederà garanzie sulle prospettive occupazionali, mentre all'istituto di credito una diversa attenzione e valutazione per una azienda che continua ad avere ordini e commesse che possono assicurarne il futuro produttivo.
Per Grandi Molini Italiani e Promolog il 6 aprile si terrà un incontro agli uffici decentrati di Livorno del Servizio lavoro della Regione. In quell'occasione si svolgerà la nuova riunione in sede amministrativa della procedura di mobilità promossa dalle due società, dopo che nei 45 giorni previsti dalla legge il confronto tra le parti non ha prodotto alcun risultato positivo. Se entro il 17 aprile non sarà raggiunto alcun accordo, i licenziamenti diventeranno effettivi. Un'eventualità che le istituzioni stanno, in ogni modo, lavorando per scongiurare, ma di fronte alla quale i sindacati hanno già preannunciato che sosterranno i lavoratori in cause individuali contro GMI e Promolog.
I rappresentanti sindacali dei lavoratori della Cartotecnica Maestrelli di Sovigliana (Vinci, FI) hanno incontrato mercoledì mattina il consigliere del presidente Enrico Rossi per le questioni del lavoro, Gianfranco Simoncini. All'ordine del giorno la decisione dell'azienda di aprire una procedura di concordato in bianco e al tempo stesso la messa in mobilità di tutti e 33 i dipendenti. Presenti all'incontro anche il sindaco di Vinci Giuseppe Torchia e il consigliere regionale Enrico Sostegni. I lavoratori si sono detti preoccupati ed hanno chiesto l'intervento di mediazione della Regione Toscana, sottolineando il fatto che l'azienda - che si occupa di produzione e stampa di imballaggi ed espositori - potrebbe avere ancora un ruolo nel mercato futuro. I sindacati hanno inoltre ricordato che nel dicembre 2015 era già stato stretto tra l'azienda, i lavoratori e le istituzioni un patto che prevedeva la mobilità volontaria per 11 dipendenti a fronte di investimenti da parte della proprietà.
Secondo le organizzazioni sindacali l'azienda, pur consapevole delle difficoltà, non ha rispettato la seconda parte dell'accordo. Simoncini, in accordo con il sindaco Torchia, ha deciso di convocare la proprietà per chiedere chiarimenti sulle prospettive aziendali (dato che la scelta di procedere con un concordato bianco lascia aperta la possibilità di dare continuità all'attività produttiva) e sul futuro dei lavoratori, per i quali si auspica l'utilizzo di ammortizzatori sociali.