Ancora una morte drammatica nei campi toscani. Nel pomeriggio di giovedì 16 ottobre, un agricoltore di 76 anni ha perso la vita a Montorgiali, nel Comune di Scansano, in provincia di Grosseto, dopo essere stato schiacciato dal trattore che stava conducendo su un appezzamento di sua proprietà. Il mezzo si è improvvisamente ribaltato e, all’arrivo dei soccorsi, per l’uomo non c’era purtroppo più nulla da fare. L’episodio, classificato come evento autonomo, è ora al vaglio dei carabinieri della stazione di Scansano.
Federacma, la Federazione Confcommercio delle associazioni nazionali dei servizi e commercio macchine agricole, operatrici e da giardinaggio, esprime cordoglio ai familiari della vittima e rilancia l’allarme sulla sicurezza dei mezzi agricoli e sulla mancata attuazione della revisione obbligatoria, ancora oggi inapplicata dopo oltre dieci anni dalla previsione normativa.
“È l’ennesima tragedia che si consuma in silenzio nelle nostre campagne – dichiara Andrea Borio, presidente di Federacma –. E la Toscana continua ad essere una delle regioni più colpite. Solo negli ultimi mesi si sono verificati sette decessi per ribaltamento del trattore: a Scansano (GR) il 16 ottobre, a Castelfranco Piandiscò (AR) il 21 luglio, a Firenzuola (FI) il 6 luglio, a Massarosa (LU) l’8 luglio, a Barberino Tavarnelle (FI) il 12 giugno, a Monterchi (AR) il 13 giugno e a Laterina Pergine Valdarno (AR) il 31 maggio”.
Secondo i dati INAIL, il ribaltamento dei trattori è la principale causa di morte sul lavoro in agricoltura, con circa 100 decessi l’anno. Le cause sono sempre le stesse: mezzi obsoleti, privi di dispositivi di sicurezza, assenza di controlli tecnici e condizioni operative difficili.
“La revisione tecnica dei mezzi agricoli – prosegue Borio – è prevista da una legge del 2015 ma non è mai diventata operativa perché manca il decreto attuativo. Finché lo Stato non darà seguito a questa norma, ogni ribaltamento sarà figlio di una prevenzione mancata”.
Federacma rinnova la propria disponibilità a collaborare con Istituzioni e parti sociali per costruire una rete di controlli, formazione e assistenza tecnica, affinché anche gli agricoltori più esperti e anziani possano operare in sicurezza.
“La sicurezza nei campi – conclude Borio – non è un’opzione, è un dovere collettivo. Se non si interviene adesso, continueremo ad assistere a lutti annunciati, settimana dopo settimana”.