«Le scuole verso la riapertura, i lavoratori verso il ritorno in ufficio. E in Toscana un trasporto pubblico locale che ancora ieri davanti al Tar non ha ricevuto definizione gestionale per colpa di una gara targata Pd nata male e portata avanti peggio tanto da essere oggi sotto la lente della magistratura col coinvolgimento dello stesso governatore Pd Enrico Rossi. Questo combinato con la riduzione delle capienze a bordo resa necessaria dal covid crea il tilt nella ripartenza in Toscana»: lo afferma il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti, candidato capolista per Forza Italia nella provincia di Lucca alle prossime elezioni regionali, dopo aver appreso del mancato accordo tra le parti sul trasferimento di bus e immobili tra gestori e la remissione alle decisioni del giudice amministrativo.
«Il Pd toscano aveva strombazzato la sua gara europea per l’affidamento del servizio di trasporto pubblico locale a un gestore unico come modello capofila per le atre Regioni. Fortunatamente non è stato seguito – punzecchia Marchetti – e infatti la Toscana è tra le poche Regioni ad aver chiesto, in vista delle aperture delle scuole, la deroga al metro di distanza per incapacità a garantire i vettori su gomma per portare in classe i ragazzi. Dagli scuolabus-pollaio ai mezzi su gomma ordinari in Toscana non si è voluto investire in attesa del coronamento della gara che si trascina da anni.
Intanto le flotte si sono impoverite, i mezzi sono invecchiati, la rete infrastrutturale su cui viaggiano si è deteriorata. Immutato invece il bisogno di mobilità e aumentate le tariffe». «La riduzione delle capienze oggi è un problema per tutti – osserva Marchetti – e costringe a ripensare il sistema e i tempi e gli spazi delle attività quotidiane. Ma dipende su cosa questa riduzione va ad incidere. In Toscana purtroppo impatta su un sistema alla paralisi e già ampiamente deficitario.
La responsabilità di questo non è del covid, ma del Pd e della sinistra. E non sono strumentalizzazioni, ma la verità sostanziale dei fatti che i cittadini patiscono da anni e che in prospettiva rischia di compromettere la ripartenza in Toscana soprattutto delle scuole ma non solo».