FIRENZE– Nel 2011 la Regione ha tenuto a battesimo Giovanisì. Un progetto di cui si è parlato anche venerdì nel corso dell'evento annuale Fse al teatro Verdi di Firenze. Un progetto specifico per aiutare i giovani a rendersi autonomi raccogliendo all'interno di un unico contenitore, meglio capace di parlare con adolescenti, ventenni e trentenni, tutte le politiche giovanili, le misure che già esistevano ma anche interventi innovativi. Dal 2011, in cinque anni, sono state stanziati oltre 690 milioni: 100 arrivano dal Fondo sociale europeo 2007-2013, oltre 255 sono stati stanziati nel POr Fse 2014-202 0.
Più di 177.319 sono stati i giovani che hanno beneficiato di una o più misure del progetto Giovanisì. L'anno scorso, dal 28 aprile 2014, si è sommata "Garanzia Giovani", la misura nazionale a favore dei ragazzi da quindici a ventinove anni che non studiano né lavorano e che ha visto rivolgersi ai centri dell'impiego per un colloquio in oltre 39 mila. Più di 33 mila (dati aggiornati al 16 novembre) sono stati presi in carico e oltre 17 mila sono stati avviati al mercato del lavoro, con tirocini, contratti a termine o apprendistato.
Per 1.749 l'opportunità si è tradotta in assunzione a tempo indeterminato. I due progetti sono serviti a finanziare i tirocini e gli stage per cercare un lavoro e le borse di studio per dottorandi, i contributi sull'affitto per tre anni per chi finora aveva vissuto con babbo e mamma e ha deciso di provare a rendersj più libero, il servizio civile o l'avvio di attività in proprio. Aiuti che sul palco stamani del Teatro Verdi a Firenze sono diventati sei voci, sei storie e sei volti in carne e ossa.
Di giovani naturalmente.
Sei testimonialSono le storie di Giulia Pacini, ventinovenne laureata in scienze farmacologiche e tirocinante da poco più di un mese all'interno dell'impresa "Pharma D&S" a Scandicci, o di Caterina Guidi, trentaduenne pratese passata per Siena e Firenze e che grazie ad un borsa Pegaso sta svolgendo dal 2012 un dottorando in economia politica e statistica che concluderà a novembre e che l'ha portata per un anno a Barcellona all'Agenzia di salute pubblica.
Nico Avelardi, 34 anni originario di Livorno e una laurea in editoria e media in tasca, aveva invece già vissuto dieci anni all'estero, tra la Scozia e l'Inghilterra. E' tornato nel 2013, racconta, fa il fotografo e grazie ad un voucher della Regione può contare dal 1 giugno su una postazione di lavoro nello spazio coworking Impact Hub a Firenze.
Giulia Verdi, 26 anni, tra il 2013 e il 2014 ha fatto il servizio civile nel comune di Montevarchi e appena concluso, a novembre dell'anno scorso, ha fondato assieme ad altri sette compagni di viaggio l'associazione CIV.I per promuovere e valorizzare questa esperienza. Adesso ha appena iniziato il tirocinio Garanzia Giovani nel comune di Castelfranco Piandisco.
Chiudono Jessica Cardia., 18 anni compiuti, e Matteo Baglioni, 18 anni a dicembre: sono i più giovani e stanno frequentando un corso per addetti alla cucina destinato a chi ha adempiuto all'obbligo dell'istruzione ma non ha portato a termine la scuola superiore, che non studia ma neppure lavora. Un corso di due anni e 2100 ore che prevede due stage per 630 ore in altrettante aziende.
Alcuni numeriSono stati 31mila i tirocini retribuiti dal 2011 al 30 ottobre 2015: 500 euro al mese, almeno, di cui 300 rimborsati dalla Regione. Ne hanno beneficiato giovani da 18 a 30 anni. Dal 1 novembre la misura è sospesa. Sarà comunque riaperta nel 2016, privilegiando i tirocini più formativi e quelli con una maggiore ricaduta occupazionale. In 6.732 tra il 2011 e il 2014 hanno invece approfittato dell'opportunità offerta dal servizio civile regionale toscano, rivolto a giovani anche in questo caso tra 18 e 30 anni: un'occasione di formazione lunga un anno per 433 euro al mese.
Sono invece 950 i ragazzi e le ragazze coinvolte dai bandi del Servizio Civile Garanzia Giovani. Attualmente sono 540 gli enti iscritti all'albo regionale degli enti di servizio civile regionale. Il prossimo bando uscirà l'anno prossimo. La Regione sostiene anche l'accesso dei giovani con meno di 35 anni a corsi di dottorato internazionali realizzati dalle Università toscane con il coinvolgimento di istituti di ricerca e imprese pubbliche e private. Dal 2011 al 2015 sono state 356 le borse di studio Pegaso concesse.
L'ultimo bando è scaduto a luglio e entro novembre ne saranno avviate altre 80, già finanziate. Quanto al coworking, ovvero spazi di lavoro coindiviso capaci di abbattere le spese per avviare un'attività in proprio, la Regione ha creato un elenco di strutture, quattordici al momento, e concesso voucher da 2000 euro a chi affittava una postazione all'interno. Dopo i primi tre avvisi sono stati finanziate 63 domande. Ad agosto, ultima finestra utile, ne sono arrivate altre ventotto, in fase di valutazione.
1.762 giovani sotto i 40 anni in Toscana sognano di aprire un’impresa agricola o di migliorare, per chi subentra, quella che gli hanno lasciato genitori, nonni ed avi. Il bando della Regione Toscana è un successo incredibile. Le domande sono state più del doppio (+63%) rispetto al precedente bando (635) e le risorse, 40 milioni di euro, non saranno sufficienti per finanziare tutti i progetti. Per Coldiretti Toscana che ha redatto, tramite i suoi uffici, più della metà delle domande, si tratta di un segnale straordinario che apre scenari interessanti a livello regionale favorendo il ricambio generazionale in una campagna dove è ancora la quota degli over quella maggiore.
Del resto il segnale di una grande attenzione era già chiaro nel corso degli incontri territorio organizzati da Coldiretti per illustrare le caratteristiche del “Pacchetto Giovani” dagli aspiranti imprenditori tanto da costringere la principale organizzazione degli agricoltori a calendarizzarne di nuovi. Potevano presentare la domanda i giovani agricoltori che si insediano per la prima volta in una azienda agricola, in forma singola (ditta individuale) o associata (società di persone, società di capitale e cooperative agricole di conduzione) con un'età compresa fra i 18 anni compiuti e i 40 anni non compiuti e rispettino i requisiti previsti nel bando.
Il premio all'avviamento è fissato in 40 mila euro per ciascun giovane che si insedia o in 50 mila per aziende ricadenti completamente in aree montane. “Una nuova generazione di contadini, allevatori, pescatori e pastori – spiega Paolo Giorgi, Delegato Giovani Impresa Coldiretti Toscana – è pronta a sporcarsi le mani, a valorizzare le nostre tradizioni, a creare lavoro, valore aggiunto per il territorio dove sceglieranno di vivere e lavorare, a difendere la cultura, la storia, la bellezza e la salute dei luoghi.
Questa è la generazione della svolta digitale: è in atto una nuova rivoluzione agricola dove i giovani sono i protagonisti indiscussi. Un ricambio generazionale già in corso da qualche anno, anche grazie ai contributi, cheporterà nelle nostre campagne quel tocco di modernità ed innovazione necessario per un nuovo salto in avanti”.Coldiretti stima che il bando attiverà investimenti per oltre 300 milioni di euro ma potrebbero essere di più se la Regione Toscana modificherà il piano finanziario inizialmente previsto aumentando le risorse destinate al bando:“questo è il momento giusto per sostenere il ricambio generazionale.
C’è tanta voglia di agricoltura e di credere ed investire in un progetto sostenibile per il territorio. Confidiamo – prosegue Giorgi - che la Regione Toscana modificherà il piano ed ascolterà la grande voglia di cambiamento e rinnovamento che arriva dalle nostre campagne”. Non è un caso che in Italia si trovi probabilmente il maggior numero di giovani agricoltori dell’intera Unione Europa e che, secondo un sondaggio Coldiretti/Ixe’, il 57% dei giovani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (18%) o fare l’impiegato in banca (18%).
La crescita del numero di giovani agricoltori è il frutto - sostieneColdiretti - di un rinnovato interesse a trascorrere parte del proprio tempo a contatto con la natura: più di due giovani italiani su tre (68%) dichiarano di partecipare volentieri alla vendemmia e alla raccolta della frutta secondo Indagine Coldiretti/ixe’. Se un numero sempre più elevato di giovani decide di dare continuità all'azienda familiare la vera novità sono le new entry da altri settori o da diversi vissuti familiari che hanno deciso di scommettere sull’agricoltura con estro, passione, innovazione e professionalità, i cosiddetti agricoltori di prima generazione.
Secondo una analisi della Coldiretti/Ixe’, tra le new entry giovanili nelle campagne, ben la metà è laureata, il 57% ha fatto innovazione, ma soprattutto il 74% è orgoglioso del lavoro fatto e il 78% è più’ contento di prima. La scelta di diventare imprenditore agricolo è peraltro apprezzata per il 57% anche dalle persone vicine, genitori, parenti, compagni o amici. “C’è un intero esercito di giovani che hanno preso in mano un settore considerato vecchio, saturo e inappropriato per immaginare prospettive future e ne hanno fatto un mondo di pionieri, rivoluzionari, innovatori e attivisti impegnati nel costruire un mondo migliore per se stessi e per gli altri.
Dai campi – conclude Giorgi - non viene solo una risposta alla disoccupazione e alla decrescita infelice del Paese, ma anche una speranza alla sconfitta dei nostri coetanei che sono costretti ad espatriare e a quella di chi a 50 anni si ritrova senza lavoro, senza certezze, ma con una vita già costruita da sfamare”.