Firenze, 22 giugno 2020- La vicenda del dipendente Asl Toscana Centro licenziato perché accusato di aver rilasciato un'intervista al Tg2 critica sulla gestione dell'emergenza Covid continua a suscitare prese di posizione. Anzi, secondo quanto denunciato dalla Cisl Fp il licenziamento del dipendente dell’AUSL Centro dipnderebbe dal sospetto che si tratti dell’anonimo intervistato dal TG2, dove avrebbe denunciato i rischi e le storture nella tutela dei lavoratori e dei pazienti all’ospedale San Giovanni di Dio di Firenze.
"Noi lo denunciamo da anni, in Toscana è vietato criticare o esprimere dubbi sul sistema di potere messo in piedi dalla sinistra, a ogni livello. E' l'ennesima prova della pesante cappa che grava su questa regione. Al dipendente va tutta la nostra solidarietà, e chiediamo che l'Asl lo reintegri immediatamente". Lo afferma il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella (Forza Italia). "Oltre tutto - sottolinea Stella - l'operatore sociosanitario in questione ha ribadito di non essere lui la persona accusata di aver rilasciato l'intervista televisiva.
Per quale ragione l'Asl si è affrettata ad allontanare il dipendente senza avere neppure prove certe? Sinceramente, sorge il dubbio che la vicenda sia stata utilizzata per mandare un segnale ben preciso a tutti: vietato criticare, vietato esprimere liberamente le proprie opinioni. Qui in Toscana vige da troppo tempo una mentalità da regime: solo una vittoria del centrodestra a settembre potrà cambiare lo stato delle cose".
"Se fosse successo in una qualsiasi azienda sarebbe grave, ma che si sia verificato in una realtà pubblica e per temi come questi è raggelante. Il lavoratore in questione deve essere immediatamente reintegrato -interviene anche la Segreteria Regionale Partito della Rifondazione Comunista- Siamo contro ogni minimo diritto sindacale e contro la Costituzione, e appare un atto di rappresaglia per il fatto che proprio questo dirigente ora licenziato aveva denunciato pubblicamente in passato proprio questi fatti.
Eroi sì, gli operatori sanitari, ma se parlano per valorizzare l’interesse generale di tutela della salute non solo non lo sono più, e vengono anche licenziati. Presidente Rossi, consiglieri regionali, è successo in Toscana, è successo all’Asl, è successo nel 2020, e chi non fa nulla è corresponsabile di questa sconvolgente ingiustizia. Che vogliamo fare? Noi certamente non molleremo nel chiedere l’immediato reintegro e magari anche un indagine interna per sanzionare chi ha emesso il provvedimento"
«No a censure politiche sulla libertà di espressione e informazione. La giunta regionale chiarisca in aula la vicenda del licenziamento del dipendente Asl Centro, rappresentante sindacale Cisl-Fp, per il sospetto che abbia rilasciato un’intervista al Tg2»: eccola, l’interrogazione a risposta orale che il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti aveva annunciato ieri sera e che adesso arriva a protocollo, in dirittura di ordine del giorno della seduta di domani dell’Assemblea toscana nella finestra dedicata ai question time. Marchetti chiede alla giunta di spiegare in aula «le ragioni del comportamento della Asl Toscana Centro, del Presidente e se si intenda rivalutare la vicenda reintegrando il dipendente ingiustamente licenziato».
Prima, però, ricostruisce così i fatti: «Il 17 aprile – attacca l’atto – il Tg2 delle 20.30 diretto da Gennaro Sangiuliano aveva mandato in onda un servizio in cui un operatore sanitario anonimo aveva denunciato la gravità della situazione nell’ospedale San Giovanni di Dio (Torregalli) della Asl Toscana Centro, affermando che: I dirigenti non sono stati all’altezza, il Torregalli è composto da tre ‘ali’ e sono riusciti a mettere pazienti Covid positivi in tutte e tre le diverse zone, non creando un percorso pulito-sporco.
Così tutti i pazienti passano dappertutto. Il cronista del Tg2 aveva anche riferito che, secondo altre testimonianze, la gestione dell’ospedale era stata buona ricavando 16 posti letto in più tutti dedicati ai pazienti Covid». Marchetti richiama quindi «la lettera di Rossi ai vertici Rai dove si lamentava soprattutto per i servizi che riguardavano i decessi nelle RSA nell’emergenza Covid19». Infine ricorda «che in seguito il sindacalista Cisl-Fp che aveva sempre denunciato la situazione, compresa l’assenza di DPI per lavorare in corsia, sarebbe stato identificato nell’operatore anonimo che aveva rilasciato le dichiarazioni al Tg2 e poi licenziato».
Marchetti scrive di ritenere «opportuno far luce sull’accaduto in quanto rappresenterebbe un fatto di censura politica contro il diritto di libertà di informazione». Ecco perché chiama la giunta in aula.
"Se è vero che sono beati quei popoli che non hanno bisogno di eroi ed eroine, bisognerebbe almeno evitare di colpire duramente quelle persone che fino a pochi giorni fa venivano applaudite dai balconi. Un sindacalista CISL di Torregalli dell'ospedale San Giovanni di Dio è stato licenziato, con l'accusa di aver rilasciato delle dichiarazioni al TG2, che ha trasmesso delle dichiarazioni rilasciate in forma anonima. La persona interessata dal provvedimento nega di essere la fonte di quelle frasi -intervengono anche Dmitrij Palagi e Antonella Bundu - Sinistra Progetto Comune- L'AUSL Toscana Centro ha deciso di fare un'indagine, stabilire chi incolpare e procedere a togliere il lavoro a questo sindacalista.
Siamo ai livelli delle peggiori logiche padronali di due secoli fa. Non si tratta nemmeno dell'unico licenziamento in queste settimane in cui sarebbe vietato togliere il lavoro, in tempi di piena crisi legata alla pandemia. Ricordiamo la vicenda del Mugello, dove un operatore dei servizi ambientali era stato colpito per aver rilasciato delle dichiarazioni sulle mancanze dei Dispositivi di Protezione Individuale. Stesso "capo di imputazione" che ha riguardato Marco Lenzoni da parte dell'AUSL Nord Ovest. Il sindacalista CISL di Torregalli deve essere reintegrato.
Questo è il primo passo imprescindibile, che deve riguardare anche tutte le altre persone che in questi mesi si sono viste intimorite da arroganza e inumanità. La politica però deve fare di più: porre fine alle logiche di fidelizzazione alle aziende del personale dipendente. Se una persona decide di tutelare le proprie condizioni di lavoro o il servizio che deve garantire all'utenza, non può essere penalizzata. Questa dovrebbe essere una considerazione scontata, di buon senso, che invece pare essere chiesta solo dalla sinistra...
Così non può essere e non smetteremo di chiedere che venga cambiato il sistema complessivo a danno delle classi lavoratrici".