Il direttore Casini Benvenuti interviene in commissione Sviluppo economico. “L’area centrale che fa da traino, la costa industrializzata che soffre e le aree a conservazione ambientale”.
Definire la Toscana della quotidianità, dove risiedere e lavorare e dove i sistemi locali funzionino, e la Toscana delle grandi aree omogenee. Una fotografia della nuova geografia economica della Toscana è stata data questa mattina, in commissione Sviluppo economico, presieduta da Gianni Anselmi (Pd), dal direttore di IrpetStefano Casini Benvenuti.
“Ad Irpet – ha detto Anselmi – è stata affidata una indagine per capire come si rilegge la vicenda economica della Toscana su scala territoriale, sapendo che c’è un lavoro sulle aree vaste, area costiera, area metropolitana. Dobbiamo capire come ritagliamo nuove affinità e omogeneità dentro i grandi ambiti, e come si condividono vocazioni e opportunità su scala”. “È importante – ha aggiunto il presidente della commissione – per capire come i territori si riorganizzano, il riassorbimento di funzioni e una nuova dimensione dell’istituzione regionale che oltre a soggetto programmatore diventa soggetto gestore per molte attività”. “In Consiglio ci sono forti motivazioni – ha concluso Anselmi – per valorizzare le ambizioni e le progettualità territoriali”. Anselmi ha evidenziato la necessità di “restituire forza ai territori, rendendoli protagonisti, sfidando l’anomia o lo smarrimento a cui talvolta paiono condannati”.
Alla base della ricerca sta l’importanza di capire quale deve essere la dimensione minima di un territorio su cui operare sia per esigenza di risparmio che di ottimizzazione dei servizi. Il direttore Irpet ha parlato di una Toscana – che esiste da sempre, divisa per caratteristiche di omogeneità e di sviluppo – sostanzialmente in tre aree, “due aree più una”. Una Toscana centrale della “campagna urbanizzata, caratterizzata da piccole imprese, in passato mezzadria, settori tipici”, che va “da Firenze a Pisa con propaggini che arrivano fino ad Arezzo e Siena”.
Poi, una seconda area che è la Toscana della costa, “caratterizzata da industrie spesso pesanti, a partecipazione statale, chimica, siderurgia, petrolchimica e turistica”. Infine, una terza Toscana, quella che “a nord è la più montana e a sud più agricola”. Secondo questa divisione, nel “ridefinire i territori della Toscana dobbiamo immaginarci i contributi che in alcuni territori devono garantire occupazione, in altri evitare l’emarginazione oppure salvaguardare l’ambiente”.
Parlando delle caratteristiche della Toscana centrale, Casini Benvenuti ha ricordato che “dal 2008 al 2014 la Toscana ha aumentato del 25 per cento le esportazioni, vuol dire che l’area centrale della nostra regione ha saputo reagire alla crisi”, è “un’area che ha in sé elementi di competitività importanti paragonabili ad alcune regioni del nord Europa, un territorio che fa da traino alla Regione”. Riguardo all’area costa, invece, la ricerca rileva una bassa presenza occupazionale (inferiore alla media regionale), “bisogna ricreare occupazione insistendo sulle capacità della zona: a nord il settore lapideo di Massa, a sud la vocazione portuale di Livorno e quella agricola di Grosseto”. “Tutto il resto della Toscana – ha detto il direttore – ha la funzione di salvaguardia ambientale con elementi residenziali e turistici fondamentali”.
Il consigliere regionale Simone Bezzini (Pd) è intervenuto nel dibattito invitando a focalizzare meglio l’area definita come “tutto il resto”. “Emergono – ha detto Bezzini – un’area centrale con una sua identità e un suo dinamismo ben definiti; una condizione critica ma ben focalizzata dell’area costa con un suo progetto di rilancio forte e infine, c’è quel tutto il resto che mi crea inquietudine e preoccupazione”. “Parliamo – ha detto Bezzini - di un quinto della popolazione toscana, del 50 per cento del territorio e del 50 per cento dei comuni”, di “crisi di identità in quest’area”, “senza obbiettivi né mission” e con “criticità del sistema infrastrutturale”. Sulla stessa linea l’intervento di Marco Niccolai (Pd) che ha invitato ad una riflessione sulle “aree interne”, per evitare fenomeni di abbandono del territorio.
La vicepresidente della commissione Irene Galletti (M5S) ha invitato alla valorizzazione del “potenziale turistico dei piccoli centri” e alla loro integrazione con le grandi realtà “nell’ottica di un turismo diffuso importante per dare linfa vita al turismo e commercio alle realtà economiche locali”.
Di crisi con export in difficoltà ha parlato il consigliere regionale Marco Stella (Forza Italia). Stella ha chiesto quali siano le sollecitazioni e il rapporto di Irpet con la Giunta. “Le azioni della Giunta – ha detto Stella – spesso sembrano in controtendenza”.