Pezzi di carne, come negli scaffali frigorifero di un supermercato. Ma sono invece brandelli dei resti umani provocati dal crollo nel cantiere dell'Esselunga in costruzione in via Mariti. L'area è da ieri sotto sequestro da parte dell'autorità giudiziaria e della Ausl. Mentre è affidato ai Vigili del fuoco e al personale di Medicina legale l'ingrato compito di ricomporre le salme, persino ricorrendo ad accertamenti genetici.
Macabro rituale che segue la tragedia consumatasi alle 8:52 di venerdì 16 febbraio, nel cantiere per il nuovo centro commerciale Esselunga nel quartiere di Novoli.
Una trave di cemento armato lunga 20 metri, dal peso di 15 tonnellate, ha improvvisamente ceduto, causando un crollo inaspettato e devastante. La struttura, situata al terzo piano dell'edificio in costruzione, è venuta giù senza preavviso, innescando un effetto domino che ha coinvolto le travi e i solai dei piani inferiori, travolgendo gli operai presenti sul cantiere e causando la morte di 5 di essi.
Approfondimenti
Nel cantiere di Firenze operavano 61 ditte in appalto, di cui 4 erano attive al momento del crollo. Dai primi accertamenti, emerge che due degli operai coinvolti non erano in regola con la documentazione legale necessaria. Uno aveva il permesso di soggiorno scaduto, mentre l'altro era in attesa dell'esito del ricorso contro il rifiuto di protezione internazionale.
L'incidente ha posto in risalto l'importanza primaria della sicurezza sul lavoro.E dire che negli ultimi anni la Toscana registrava il risultato migliore con incidenze di mortalità sul lavoro ben inferiori rispetto alla media del Paese, dove rimane il settore delle Costruzioni quello che fa registrare il maggior numero di infortuni mortali.
La strage di Firenze chiama la politica e le istituzioni a prendere delle iniziative radicali a tutela della vita e della sicurezza dei lavoratori edili. Ci sono azioni che possono essere intraprese anche a livello regionale, senza attendere iniziative parlamentari o del governo.