Stefania Saccardi interviene sull'argomento a margine della presentazione del Festival della Salute di Viareggio. "Siamo d'accordo sul fatto che dobbiamo trovare una soluzione alle graduatorie che ci sono nell'intento primario di andare alla stabilizzazione dei giovani che lavorano già nel nostro sistema sanitario. Stiamo facendo un percorso in accordo con i sindacati per trovare una soluzione sostenibile giuridicamente a questa vicenda. Io l'ho trovata con questo livello quando sono diventata assessore, ma collaborando possiamo riuscire a tutelare chi da tanto tempo aspetta una stabilizzazione con la consapevolezza che non tutti possano avere diritto ad una posizione, ma tutto ciò si declinerà anche in base al bisogno delle aziende.
Lo spirito è collaborativo anche con la commissione con la quale collaboriamo la finalità".«Cari tutti del Pd che governate quasi ogni spigolo di questa regione come territorio e come ente, ora che grazie alla mia interrogazione del luglio scorso vi siete accorti del guaio che è stato combinato da Estar con l’annullamento di 166 graduatorie della sanità, anziché fare passerelle a mezzo stampa parlatevi e risolvete come avete promesso»: il richiamo arriva dal Vicepresidente della Commissione sanità e Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Stefano Mugnai.
«A sfogliare i giornali e guardare i tg – spiega – sembra che gli esponenti del Pd abbiano preso in carico la questione delle vite professionali compromesse di migliaia di lavoratori risultati idonei ai concorsi non tanto, come hanno promesso, per risolvere la cosa con una marcia indietro ma per farsi belli con annunci e considerazioni da cui parrebbero completamente caduti dal pero amministrativo su questa vicenda. Eh no – considera Mugnai – basta con i tentativi di auto deresponsabilizzazione. Governano loro. Amministrano loro. Scelgono loro ogni posizione di vertice e ogni ruolo decisionale. Dunque ora facciano mea culpa, si parlino e risolvano. Il colpaccio alle vite di queste persone e delle relative famiglie l’hanno dato loro. Altro che fare gli gnorri».