Firenze, 26-6-2019- Venerdì 28 giugno sciopero per l’intero turno di lavoro nelle strutture della sanità privata toscana. “Il perdurare del blocco del Contratto Nazionale di riferimento, da oltre 12 anni - dicono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl Toscana -, mette a serio rischio l’efficienza di servizi sanitari essenziali per i cittadini toscani, molti dei quali, peraltro, effettuati in regime di convenzione con il Sistema Sanitario regionale, creando una dinamica di dumping contrattuale che mette a rischio la tenuta dell’intero sistema”. Uno sciopero per dire forte e chiaro che il rinnovo del contratto non può più aspettare. Sono oltre 3mila gli addetti della sanità privata in Toscana interessati allo sciopero. Alle 10 in piazza Duomo a Firenze (davanti alla sede della Regione) la manifestazione regionale.
“Abbiamo messo in campo tutto quello che è possibile fare nei limiti della normativa statale. La situazione non è ottimale, ma il nostro impegno su questo fronte è massimo”. La carenza di personale negli ospedali della Toscana sembra a un punto di svolta. Secondo quanto dichiara l’assessore regionale Stefania Saccardi, e anche grazie allo sblocco dei limiti di assunzione, i tempi per reclutare nuovi medici saranno più rapidi. Certo è che “tutti i turn over saranno sostituiti”, mentre è già stata colta l’opportunità, sempre consentita a livello nazionale, di aprire i bandi agli specializzandi dell’ultimo anno.
L’indicazione ad Estar, infatti, è stata trasmessa e “chi parteciperà andrà a comporre una graduatoria separata che ci consentirà di ridurre i tempi di assunzione”, spiega l’assessore. Le criticità del personale impiegato negli ospedali della regione, sollevato dalla capogruppo della Lega Elisa Montemagni con un’interrogazione, permette a Saccardi di ricordare che alcuni concorsi sono già stati banditi; è il caso di quello dedicato agli operatori socio sanitari, “c’è una graduatoria disponibile”, mentre è in corso quello per infermieri.
“Ci stiamo muovendo perché non ci sia carenza di personale e per utilizzare, con la massima elasticità possibile, tutto lo spazio che la cornice normativa ci consente”, dichiara ancora Saccardi che, nonostante lo sblocco dei limiti di assunzione, accolto “con favore” anche se riguarda cifre“totalmente insufficienti rispetto al fabbisogno”, vorrebbe una maggiore autonomia per le Regioni, almeno per quelle che “non sono in un piano di rientro, sarebbe auspicabile lasciare a livello locale la determinazione del trasferimento delle risorse, se in personale o in tecnologia”, spiega. Allo stato attuale, oltre ad aver garantito la copertura del turnover, la Toscana ha anche dato disposizioni perché tutti i primariati, quindi le strutture complesse, “vengano sostituiti rapidamente”.
E sul fronte pronto soccorso, “proprio in questi giorni si sta cercando di implementare il personale con l'utilizzo di laureati che non hanno avuto accesso alle specializzazioni”. È inoltre stato è stato siglato un accordo con le organizzazioni sindacali perché venga riconosciuto un “contributo economico” a “tutto il personale, sia medico che del comparto”, che lavora in questo specifico reparto. Si tratta, spiega Saccardi, di una sorta di “riconoscimento verso chi opera in situazioni spesso di particolare tensione con turni di reperibilità gravosi”.
Le misure messe in campo in Toscana non soddisfano la capogruppo della Lega in Consiglio che si dichiara “non soddisfatta”. “Ci sono – spiega – situazioni preoccupanti a Massa dove recentemente si è minacciato anche lo sciopero, ma anche a Piombino con ginecologi dirottati da Lucca e dalla Versilia”. Le criticità sollevate e che riguardano nosocomi sovraccaricati soprattutto nel corso della stagione estiva, per Montemagni non sembrano sanate, “nonostante lo sblocco dei limiti di assunzione”. “I nostri organici sono molto bassi rispetto agli accessi e le lamentele sono quotidiane. Ringrazio l’assessore per la sincerità perché riconosce che la situazione non è ottimale” conclude la consigliera.
"Il 16 giugno è partita la riorganizzazione estiva della degenza chirurgica mutispecialistica dell’ospedale San Luca di Lucca che in soli 10 giorni ha già creato enormi difficoltà ai lavoratori nella gestione dei pazienti. Una riorganizzazione che nella stessa documentazione fornita dalla dirigenza dell’Usl Toscana Nord Ovest serve solo a sanare la cronica assenza di personale: 15 posti letto in meno fino al 30 settembre. Una vergogna, l’ennesima di questa gestione, che rafforza una volta in più l’aver dichiarato lo stato di agitazione”.
Lo sostengono Cgil Fp Cisl Fp Uil Fpl di Lucca tramite i loro delegati che entrano nel merito di una delle tante criticità che riguardano la sanità lucchese e il principale ospedale del territorio. La chiusura estiva di un intero setting era già stata preventivata il 6 giugno, durante un incontro con i rappresentanti territoriali dell’azienda che avevano presentato un progetto che doveva servire a far smaltire le ferie, prevedendo la riapertura dei posti letto necessari richiamando personale in servizio ‘su base volontaria’.
Progetto che aveva già fatto emergere diversi dubbi nei sindacati, confermati poi all’atto pratico. “In soli 10 giorni – proseguono - siamo venuti a conoscenza di tutte le difficoltà incontrate dai lavoratori nella gestione dei pazienti ricoverati nel setting rimasto aperto e di quelle incontrate al momento dell’apertura dei 5 posti letto ‘buffer’ (così sono stati definiti dall’azienda i letti che vengono resi disponibili quando il reparto è completo) che naturalmente è diventata la normalità, come era prevedibile.
Abbiamo letto la documentazione dell’azienda dove si colgono in pieno le reali motivazioni di questa iniziativa aziendale”. Parole scritte nere su bianco che il sindacato riporta fedelmente: “La necessità di una rimodulazione urgente e temporanea dell’assetto delle cellule di degenza dell'Area Chirurgica Multispecialistica del PO San Luca, nasce dall’esigenza di ottimizzare le risorse umane infermieristiche per le assenze sopraggiunte nel periodo estivo, in aggiunta alle assenze per ferie estive” e prosegue per motivare la chiusura scrivendo “solo l’area di chirurgia multispecialistica può andare incontro ad una minima riduzione dei posti letto”.
La minima riduzione ‘per ferie’ è di 15 posti letto, a fronte di un tasso di occupazione, solo per le urgenze nel 2018, del 90%. “Il documento si conclude con il numero e le destinazioni dei colleghi che fino a settembre presteranno servizio in settori carenti di personale e che questa fine operazione gestionale permette di sanare la cronica assenza di personale – concludono I sindacalisti-, alla faccia di quanto abbiamo ripetuto sino a perdere la voce. All’Azienda non ci rimane che gridare vergogna, almeno 15 volte, come i letti di cui cittadini lucchesi non potranno fruire fino al 30 settembre.
E ancora vergogna, almeno 9 volte, come i colleghi che sarebbero bastati per evitare questa riduzione e che saranno spostati per non vedere collassare altri importanti settori del nosocomio lucchese”.
“Abbiamo confermato più volte la volontà di tenere aperto, e in sicurezza, il punto nascita di Piombino. Al di là delle notizie uscite sulla stampa in maniera un po’ improvvida, assicuro che la nostra intenzione è sempre la stessa. Lo conferma, peraltro, la delibera della società della salute dello scorso agosto in cui si chiede un riesame del parere ministeriale che ha negato la deroga al presidio”. Così l’assessore alla Salute della Toscana Stefania Saccardi sul nodo del punto di nascita dell’ospedale Villamarina di Piombino.
Nonostante le difficoltà a mantenere le previsioni ministeriali – la soglia fissata è di 500 parti all’anno, nel 2018 nel nosocomio sono nati 258 bambini –, la Regione non fa alcun passo indietro: “Abbiamo chiesto un ripensamento, ma nel frattempo abbiamo messo in campo una serie di azioni che sgombrano ogni dubbio sulla volontà di questa Giunta”. Tra queste, spiega l’assessore, una task force aziendale con il compito di “sviluppare ulteriormente la rete integrata tra gli ospedali di Piombino e Cecina”, così da “garantire una adeguata e tempestiva gestione delle donne in gravidanza”. Questa “temporanea riorganizzazione si è resa necessaria per motivi di sicurezza vista l'impossibilità di ricoprire, in tempi brevi, l'organico necessario al funzionamento del punto nascita”, aggiunge Saccardi.
Il resto delle attività del Villamarina, “continua regolarmente” e “saranno sempre a disposizione un ginecologo dalle 8 alle 20, comunque sempre reperibile, una ostetrica h24 tutti i giorni”. Garantiti anche, aggiunge l’assessore, servizi quali ambulatoriale, di diagnosi prenatale, ecografia, gravidanza a rischio diabete, patologia tiroidea in gravidanza, interventi di interruzione volontaria medica e chirurgica, trasferimenti assistiti dall'ospedale di Piombino a quello di Cecina.
La Regione ha istituito anche un numero telefonico dedicato a tutte le donne che necessitano di maggiori informazioni, ma si sta lavorando anche ad una delibera di Giunta per dare il via ad investimenti sul pronto soccorso e confermare interventi già in corso. Villamarina ha bisogno di una “organizzazione di sistema e di territorio” a detta di Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra). Le criticità di Piombino investono, oltre alle attività di ginecologia e ostetricia, anche medicina d'urgenza, senologia, ortopedia, il servizio trasfusionale. “Deve essere tutto rivisto. Così com’è non è appetibile né qualificante” aggiunge il consigliere di Sì-Toscana a sinistra che si dichiara, quindi, “non soddisfatto” della risposta data dall’assessore.