Riaperto il ponte di Capalle, ordinanza del sindaco

Sopralluogo: dopo l'alluvione le condizioni di transitabilità del ponte non sono mutate e possono essere ripristinate

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 novembre 2023 16:50
Riaperto il ponte di Capalle, ordinanza del sindaco

Il Sindaco del Comune di Campi Bisenzio, Andrea Tagliaferri, ha disposto con ordinanza ad effetto immediato, la riapertura del ponte di Capalle.

Il sopralluogo del Settore Sismica della Regione Toscana per prendere visione delle condizioni attuali del ponte stesso e degli elementi strutturali costituenti, ha definito infatti che le condizioni di transitabilità del ponte non sono mutate e possono essere ripristinate.

Intanto, oggi c'è stato un incontro operativo con i sindaci dei Comuni di Vaiano, Vernio e Cantagallo nella Val di Bisenzio per l’assessora regionale all’ambiente ed alla Protezione civile Monia Monni e il direttore regionale dell’area protezione civile e difesa del suolo Giovanni Massini. Assessora, sindaci e tecnici hanno poi effettuato un sopralluogo al torrente Trescellere, in centro a Vaiano, corso d’acqua che il 2 novembre ha rotto la propria tombatura ed ha esondato allagando l’abitato.

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“La dimensione dell’evento meteorologico che ha colpito la Toscana il 2 novembre è epocale – ha ricordato Monni valutando i danni insieme ai sindaci di Vaiano, Primo Bosi, di Vernio, Giovanni Morganti e di Cantagallo, Guglielmo Bongiorno - I dati che abbiamo evidenziano che non era mai avvenuta nella storia recente qualcosa di simile. E’ grazie ai lavori portati avanti negli anni scorsi dalla Regione Toscana, dagli enti territoriali e dai Consorzi di bonifica che corsi d'acqua importanti come l'Arno e l'Ombrone hanno vissuto, con relativa serenità, questo evento estremo, ma per mettere in sicurezza il reticolo minore dobbiamo anche trovare il modo di rimediare alla logica sviluppistica che anche in Toscana negli anni Sessanta e Settanta ha portato alla tombatura di molti fiumi, con scelte urbanistiche che oggi non sarebbero mai accettate ma che fanno parte del nostro passato”.

“Abbiamo fatto molto per rendere i territori più resilienti a quei cambiamenti climatici che qualcuno fino ad oggi persino negava - ha proseguito Monni - con i sindaci di Vernio, Cantagallo e Vaiano ci siamo presi l’impegno di lavorare ancora di più, sia per gli interventi immediati di ripristino che per l’ulteriore messa in sicurezza del territorio della Val di Bisenzio. Il Trescellere è un torrente tombato che passa nel centro del paese, sotto abitazioni e luoghi pubblici, che il 2 novembre è letteralmente ‘esploso’ per la pressione dell’acqua, rompendo la tombatura ed allagando il centro di Vaiano.

Oggi è stato ripulito, sono state rimosse le tombature ed è stato ricondotto nel suo alveo naturale, ed ora dovrà essere ricostruito un nuovo rapporto tra il torrente e l’abitato. Quello dell'interramento dei corsi d'acqua è un problema che conosciamo molto bene e stiamo intervenendo, come dimostra il lavoro fatto a Livorno, dove stiamo finendo lo stombamento del Rio Ardenza e del Rio Maggiore, che causarono l'alluvione del 2017. Proprio questi lavori hanno evitato che il 2 novembre la città di Livorno subisse nuovi danni”.

“Con la Regione abbiamo condiviso tutta la gravità della situazione della Val di Bisenzio a dodici giorni dal l’evento che ha segnato in modo decisivo la sua storia – hanno detto i sindaci Bosi, Morganti e Bongiorno - Nei nostri Comuni, ad oggi, si contano oltre 200 eventi franosi mentre il reticolo idraulico minore, che si caratterizza per la presenza di decine di torrenti, ha bisogno di interventi urgenti che consentano di recuperare la capacità di contenimento degli alvei. Non c’è tempo da perdere e stiamo lavorando con interventi in somma urgenza.

Alla Regione abbiamo chiesto di intensificare il già buon lavoro di squadra, invece dal Governo ci aspettiamo che affronti il problema delle aree montane e la necessità di investire risorse ingenti, che devono arrivare dal Governo, per fronteggiare il problema del dissesto idrogeologico che unito ai nuovi fenomeni climatici costituisce la vera emergenza del nostro Paese”. “Noi siamo pronti a fare prevenzione – hanno aggiunto - abbiamo chiesto risorse già prima che tutto questo accadesse.

Adesso chiediamo leggi, strumenti operativi e risorse per agire. Siamo pronti a fare la nostra parte, anche il Governo faccia la sua, visto che sono trascorsi sei mesi dall’alluvione e dal dissesto idrogeologico in Emilia Romagna ed in sei mesi né il Governo né il Parlamento hanno prodotto norme o affidato risorse agli enti locali per fare prevenzione”.

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