Le stanze degli abbracci sono, nella loro umana semplicità. l'ultima frontiera contro la solitudine in rsa. Grazie a un filtro di plastica, anziani e parenti possono abbracciarsi senza che questo favorisca la diffusione del virus. Perché non c'è solo un virus fisico, c'è anche un virus psicologico che colpisce soprattutto gli anziani costretti a stare molte settimane senza incontrare un figlio o un nipote.
La Regione Toscana sta cercando di venire incontro alle rsa affinché gli spazi e le possibilità di socializzazione siano sempre più diffusi e valorizzati in questo frangente durissimo per tutti. In questi giorni sono stati stanziati quasi 900mila euro per aiutare le rsa toscane ad affrontare queste specifiche spese. Ne dà notizia l'assessore regionale Monia Monni.
"Questo 2020 - spiega - ci sta mettendo alla prova pesantemente, anche dal punto di vista emotivo. Abbiamo dovuto ripensare il modo di dimostrare l’affetto, la vicinanza, la tristezza. Non possiamo abbracciare e stringere i nostri figli, i nostri genitori e soprattutto i nostri nonni. Penso a tutti i nostri cari che sono nelle RSA, che stanno affrontando tutto questo da soli e penso anche ai loro familiari che non possono andarli a trovare. Per farci sentire più vicini - sottolinea Monia Monni -, abbiamo stanziato 882mila € destinati proprio alle Residenze Sanitarie Assistite per combattere qualcosa che per le persone anziane è ancor più devastante del virus: la solitudine.
I soldi possono essere utilizzati per l’acquisto di cellulari, tablet, televisori, e potenziamento del collegamento internet, ma anche per la realizzazione delle, ormai diffuse, stanze degli abbracci, che sono spazi nei quali, anziani e parenti si possono abbracciare di nuovo attraverso un filtro di plastica che mette al riparo dalla trasmissione del virus. Oltre a questo, per garantire la comunicazione fra la residenza sanitaria, i familiari, i parenti, i tutori autorizzati e gli ospiti, la Regione ha creato anche in alcune Rsa il “portale parenti”, uno spazio virtuale in cui la Rsa controlla e condivide informazioni sulla salute del degente che i parenti possono così visualizzarle, inoltre possono accedere a chiamate e videochiamate con l’ospite.
Credo che azioni come queste siano importanti ora più di prima. Un abbraccio, un sorriso, veder crescere i propri nipoti sono medicine importanti “per combattere la solitudine, per non perdere la tenerezza”.
L’isolamento, per aver contratto il Coronavirus, o la quarantena per esservi stato esposto sono condizioni che diventano ancora più pesanti se riguardano i soggetti più fragili: disabili, anziani soli e malati o non autosufficienti. Per sostenere un’assistenza domiciliare tempestiva, capace di adattarsi rapidamente alla situazione, la giunta regionale, su proposta dell’assessore regionale alle politiche sociali Serena Spinelli, ha approvato un provvedimento che prevede il potenziamento del servizio di assistenza domiciliare.
“In questi mesi – spiega l’assessora Serena Spinelli - è diventato ancora più importante garantire il supporto a livello domiciliare alle persone fragili o con ridotta capacità di autosufficienza, in particolare se queste vivono sole, che devono poter ricevere assistenza e cura restando nel proprio ambiente. Le attività di assistenza sociale e sanitaria a domicilio consentono di farlo e anche di monitorare costantemente le molteplici situazioni. Con queste risorse vogliamo dare la possibilità ai territori di potenziare queste attività, a fronte dei maggiori e diversi bisogni legati allo scenario emergenziale”.
Grazie ai 2 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione alle società della salute saranno rafforzate le attività di assistenza domiciliare rivolte alle persone disabili o anziane con particolari fragilità che, per aver contratto o essere state esposti al virus, si trovino a essere sole, senza la badante, o che, per lo stesso motivo sono ospitate presso alberghi sanitari.
Le prestazioni assistenziali e socio-sanitarie previste sono quelle relative all’assistenza di base (cura e igiene della persona, e dell’ambiente aiuto nella somministrazione dei pasti, aiuti per la deambulazione) ma con la disponibilità a affrontare tutte le necessità primarie della persona già fragile che, con l’isolamento, vive una difficoltà ulteriore.