Il festival Settembre Prato è Spettacolo, organizzato da Fonderia Cultart in collaborazione con il Comune di Prato, raddoppia l'offerta della serata del 1 settembre, che vedrà alternarsi sul palco Daniele Silvestri e una delle voci più interessanti ed originali del panorama italiano: Bugo.
La serata permetterà quindi di partecipare a ben due concerti con lo stesso ingresso.
Daniele Silvestri arriva sullo stage di Piazza duomo con "Estate X" .
Sarà lì che Daniele, aiutato dalla sua sorprendente ed eclettica band, cambierà ancora una volta atmosfera e narrazione, ritrovando sia le amate chitarre elettriche sia i brani più coinvolgenti e i ritmi serrati da grandi spazi.
Silvestri ha partecipato sei volte al Festival di Sanremo e con Mia Martini e Patty Pravo detiene il record di vittorie del Premio della Critica a Sanremo: ben tre.
Tre anche le Targhe Tenco che ha ottenuto durante la sua carriera fino ad oggi.
In questo tour Silvestri presenta “Disco X”, il suo decimo album in studio (Epic /Sony Music) che arriva a distanza di 4 anni da “La Terra sotto i piedi”, (premiato con la Targa Tenco per la Miglior Canzone dell’Anno con "Argentovivo").
Silvestri si è immerso totalmente nelle storie ed è da qui che parte “Disco X”, nato inevitabilmente come un’incognita, che pian piano ha preso forma e suono. “X” quindi come dieci, ma anche come qualcosa di non meglio specificato o in qualche modo misterioso.
Perché Silvestri ha la capacità di non percorrere mai il tracciato del prevedibile, che si tratti di mettere insieme suoni o parole, che si tratti di scegliere le collaborazioni, o di come far nascere le canzoni. E “Disco X” è un po' il manifesto della sua arte, imprevedibile, sfaccettata, attuale, romantica, ironica.
Così il disco, composto in parte sotto gli occhi del pubblico chiamato ad assistere al processo creativo degli stessi brani durante l’ultimo tour dell'artista, è una raccolta di canzoni - undici tracce alla luce del sole, più una nascosta -, che alla fine si sono scelte da sole per diventare poi inseparabili, nonostante provenienze decisamente diverse e distanti.
LA MUSICA - Musicalmente ricco, tra elettronica, pop-rock, innesti jazz, barre rap, pianoforte, synth e una presenza costante dei fiati - collante e impronta di tutto il tappeto sonoro -, l’album racchiude omaggi dichiarati o più nascosti a Lucio Dalla (già omaggiato durante il suo ultimo tour con “Cara”), e tante collaborazioni, alcune di lunga data, come Frankie hi-nrg mc, Davide Shorty, Wrongonyou, altre meravigliosamente inaspettate come il duetto con Giorgia, quello con Eva, o "l'incursione" di Emanuela Fanelli, e altre ancora già nell’aria: Franco126, Fulminacci, i Selton; voci che sono entrate nel progetto, alcune in punta di piedi, altre in maniera più travolgente, ma tutte necessarie per dare un senso finito e pieno alle sue storie.
I TEMI - Silvestri in questo disco è un testimone consapevole del paese in cui viviamo e di chi lo vive. Canta l'amore, ovviamente, sfacciato, ironico, romantico, (veicolo anche per parlare di altro) ma soprattutto la realtà che gli sta intorno. La cultura, la società. Troviamo così la guerra reale che stanno vivendo, purtroppo, anche i bambini (““While The Children Play” con Wrongonyou e Frankie Hi-Nrg), e quella interiore (“Scrupoli”, “L’uomo nello Specchio” feat. Fulminacci), i provini da talent show (“Il talento dei gabbiani”), i cambiamenti sociali (“Bella come stai” con Franco126, “Up in the sky” con Davide Shorty), i sentimenti travolgenti (“Colpa del fonico”, “Tutta” feat. Emanuela Fanelli) e quelli più delicati (“Cinema d’essai” feat. Giorgia), il pregiudizio e la discriminazione (“Mar Ciai” feat. Eva).
LE TRACCE - Il brano con cui Silvestri ci introduce al suo nuovo album è “Intro X”, contemporaneamente un manifesto programmatico e una specie di trailer. Con tutti gli ospiti del disco racchiusi in un unico grande featuring di benvenuto ironico ed enigmistico che chiude con il senso più vero delle canzoni (“nessuno storico primato da rivendicare tutto nella media e senza iperboli / nessun anelito ad emergere da questo mare ma dov’è profondo puoi provare a immergerti”).
Con “Scrupoli”, l’attacco ritmico richiama subito all’omaggio poi svelato nel finale a Lucio Dalla (le cui atmosfere tornano a più riprese nel disco) e la sua “Disperato erotico stomp”. Qui però la fine di una relazione viene raccontata dalla parte femminile, apparentemente decisa e più forte (“tanto vale farsi meno scrupoli evitando di rispondere / contestualmente aggiungere che è molto meglio vivere trovando nuove formule / lasciandoti a riflettere su questa mia incredibile superficialità”).
Con sezione ritmica e fiati in primo piano, e la partecipazione dei Selton, visioni diverse di uno stesso momento vengono descritte in “Il talento dei gabbiani”, dove il provino per un talent show viene mostrato drammatico, meraviglioso o asettico a seconda del punto di vista di chi lo vive: il ragazzo candidato (“se stessi andando spedito al fronte sarebbe sempre più divertente”), suo padre (“Fatti valere, facci sognare”), o il produttore (“se dovessero offendere potete anche piangere / tenendo presente che è un gioco”).
E, come quest’ultimo brano, già svelato al pubblico presente nei live “Teatri X”, anche “Tutta” (primo singolo pubblicato dell’album), non è nuovo al pubblico di Silvestri. Il brano, nato dall’appello fatto dal cantautore qualche mese fa ai suoi fan di mandargli spunti per nuove canzoni, è arrivato dalla storia inviatagli dal libraio e artista visivo, Paolo Poni, che grazie ai suoi “appunti per una piccola storia d’amore” (“Tutta la luce che non cade su di te è uno spreco d’ombre, ecco che cos’è”), ha dato il via alla traccia la cui musica, come ha scritto Silvestri è poi “venuta fuori con una semplicità furibonda. E ci è piaciuta subito, tanto da decidere che fosse lei a guidare tutte le altre”. Il brano vede sul finale la partecipazione straordinaria di Emanuela Fanelli.
La collaborazione con Franco126 porta invece a “Bella come stai”, dove il tema dell’amore fa in realtà da traino al racconto di una Roma cambiata, di una società cambiata in una visione quasi distopica delle nostre città (“Peccato per il Tevere che adesso è solo cenere / e i nasi der Gianicolo che danno solo arsenico / le volte delle cupole che stanno per esplodere / il Colosseo si sgretola, il Foro è una discarica”).
E se in “Colpa del fonico”, l’amore arriva dirompente ed elettro-pop sia musicalmente che testualmente, mescolando idealismo sentimentale e sottile ironia ("mi rendo anche conto che forse mi sbaglio / magari mi sveglio e c’è solo quel fonico stronzo che ride di me"), in “L’uomo allo specchio” il feat. ricco di ritmo con Fulminacci, porta ad una riflessione su se stessi, sulla società e sui cambiamenti (“Ciò di cui mi pento è l’ipocrisia / parlo della mia, parlo della mia / l’uomo nello specchio io non so chi sia / però ha la faccia mia”). Silvestri si mostra abile nella brillante scrittura di situazioni personali, vissute o solo osservate, e riflessioni sul quotidiano alzando il ritmo dove e quando serve al racconto (“E ti vedo molto spesso (oggi sono perso) / quando canto dentro al cesso (non mi riconosco) / affacciato al finestrino (cerco nel riflesso) / nel televisore spento (una certezza che non c’è))”.
Con “Cinema d’essai”, la parte più elettropop del disco lascia spazio a nuove suggestioni musicali, dove i fiati imprimono sonorità a volte più dense e jazz. Il brano, che vede la partecipazione non casuale di Giorgia, è una meravigliosa canzone d’amore e di vita in cui il titolo gioca di assonanza con il senso più profondo del brano (“le dissi di fidarsi di me / che vivo in un cinema / bello ma un cinema d’essai / e quindi anche un cinema deserto / perfetto per me”).
La collaborazione ritrovata con Frankie hi-nrg mc ("Kunta Kinte", inedito del disco live di Silvestri "Livre Transito", del 2004) e con Wrongonyou, in un trio inedito, regala uno dei brani più intensi del disco, “While The Children Play”, sia per tematica che per atmosfera. Il rap ritrova il suo senso più profondo e torna a farsi portavoce di storie sociali con la guerra che non è così lontana e che vede coinvolti anche i bambini (“While the children play / through the sky the bombs go down / like nobody knows”).
Il rap serrato di Frankie si incontra e si scontra con l’apertura melodica di Wrongonyou, regalando un brano meravigliosamente ruvido e allo stesso tempo intimo, sottofondo struggente alle immagini drammatiche che il mondo più travagliato ci manda ogni giorno.
In “Mar Ciai”, la voce graffiante di Silvestri trova la delicatezza di quella di Eva e in un’atmosfera intima e black, da club fumosi, trova il suo spazio una storia di immigrazione e tragedia (“Chi lo sa se quella notte era felice / chi lo sa se fu svegliata dall’odore di benzina / c’è chi dice che sembrava addormentata quando venne ritrovata / e soprattutto che così accucciata sembrava una bambina”), suggestivamente sottolineata da un crescendo musicale e una ipnotica parte strumentale centrale. Il pezzo si chiude con una frase nella lingua Sinta.
“Up In The Sky” vede invece la ritrovata collaborazione con Davide Shorty che in questo brano porta la sua inconfondibile voce soul in sonorità e melodie contaminate da jazz e rap. Una riflessione sull’autenticità dell’identità, riassumibile nella frase «my ID is just a fake».
Chiude il disco una ghost track pianoforte e voce, in cui Silvestri usa per la prima volta l'autotune proprio come strumento musicale, che non altera ma accompagna ed enfatizza delicatamente l'espressività della voce; ultimo tassello di un album ricchissimo di suoni e colori.
LA BAND - Per la costruzione dell'album l'artista ha chiamato al suo fianco musicisti straordinari che hanno dato una loro impronta decisiva a tutto il progetto: Daniele "il Mafio" Tortora (sintesi sonora e programmazione), Gabriele Lazzarotti (basso), Daniele Fiaschi (chitarre), Duilio Galioto (tastiere e sintetizzatori) che insieme allo stesso Silvestri (tastiere e chitarre) compongono la neo-nata factory Klangore, con l'alternanza alla batteria di Piero Monterisi e Fabio Rondanini e le incursioni di Davide Savarese, Daniel Plentz (dei Selton) e Andrea Beninati.
Mentre la sezione fiati, centrale in questo album, è composta da Francesco Fratini (tromba e flicorno), Eugenio Renzetti (trombone), Simone Alessandrini (sassofono).
BUGOA distanza di due anni dal suo ultimo lavoro discografico, Bugo rompe il silenzio con un brano che non conosce mezzi termini: 100% attitudine rock e 0% sovrastrutture. Armonica, chitarre, basso e batteria sono gli elementi cardine di una canzone nata di getto e registrata in presa diretta da Bugo e la sua band. Senza giri di parole Bugo ci regala uno sfogo, quanto mai vero e liberatorio: «Questa canzone nasce da una sensazione, un’intuizione arrivata una mattina appena sveglio, come un lampo.
Ho sentito il bisogno di scriverla subito. Quello stesso giorno sono andato in studio e l’abbiamo registrata. È stata immediata» commenta il cantautore, che racconta così l’idea dietro al brano «Dopo 3 anni di caos ho avuto l’esigenza di liberarmi di tanti pesi, di divertirmi…e basta! Il mio chitarrista Marco mi ha suggerito un’immagine: tornare bambini. Era perfetta! Anche se diventiamo adulti in noi vive sempre lo spirito bambino. Ed è quello che ci salva. Abbiamo tutti la necessità di ricontattarlo per poter urlare al mondo chi siamo.
“Un Bambino” è il mio invito a saltare, ballare, cantare tutti insieme il ritornello, senza pensieri!».Bio Bugo
Bugo (Cristian Bugatti) nasce a Rho (MI) nel 1973 ma cresce a Cerano (NO). Partito con il primo album del 2000 dal circuito musicale alternativo, nel 2002 firma per una major e debutta sulla scena nazionale con l’album DAL LOFAI AL CISEI. Per definirlo la stampa conia il neologismo “fantautore”.
Nel 2004 e nel 2006 pubblica due album e continua l’intensa attività live. Il 2008 segna una svolta con l’album CONTATTI. Nel 2011 esce l’album NUOVI RIMEDI PER LA MIOPIA, tra l’altro colonna sonora del film “Missione di pace” presentato al Festival del Cinema di Venezia. Il giornale britannico The Guardian inserisce Bugo tra i grandi della musica italiana. La rivista Rolling Stone lo definisce “l’inafferrabile rivoluzionario della canzone italiana”.
Nel 2016 pubblica NESSUNA SCALA DA SALIRE, al primo posto nelle vendite dei vinili. Nel 2018 pubblica ROCKBUGO, la prima raccolta ufficiale con i brani più amati riarrangiati in chiave rock. Nel 2020 esce la PLATINUM COLLECTION con i brani più rappresentativi del repertorio di Bugo.
Bugo partecipa tra i big al Festival di Sanremo 2020 e 2021, e pubblica l’album BUGATTI CRISTIAN.