“I dati economici che l’azienda Poste Italiane ha pubblicato e sbandierato sono sorprendenti e confortanti in un’economia stagnante. Ma a quale prezzo per i lavoratori postali? Tutti, nessuno escluso: dai direttori, agli impiegati, agli specialisti commerciali, fino ai portalettere, agli addetti alle lavorazioni interne, agli autisti?” Se lo chiede il Segretario della Uilposte di Arezzo, Claudio Rogialli dopo aver constato di persona che gli uffici postali della città non sono in grado di gestire la mole di clientela e di lavoro sotto le festività natalizie.
“Ancora una volta soltanto grazie al sacrificio dei lavoratori e al loro attaccamento all’azienda riusciremo a smaltire le migliaia di pacchi arrivate negli uffici - aggiunge Rogialli - Ecco qualche cifra del solo mese di dicembre: 2000 pacchi al giorno solo su Arezzo, 300 pacchi al giorno su uffici con 3 portalettere in un territorio troppo esteso. La situazione è identica, se non peggiore, nelle altre vallate della Provincia: Valdarno, Valtiberina, Casentino. Ai pacchi si è aggiunto l’aumento esponenziale in migliaia di raccomandate e di fatture, che oltre a dover essere tracciate, devono essere consegnate perché vanno in scadenza.
E allora - denuncia Rogialli - l’accordo che prevedeva due percorsi ben distinti tra pacchi e raccomandate più posta ordinaria è definitivamente saltato e pur di consegnare si fa portare tutto indistintamente, chiedendo ai lavoratori ore ed ore di straordinario. Di fatto non esiste più un orario di lavoro e lo straordinario è diventato strutturale. A scapito della sicurezza e della tutela della salute tanto declamati da Poste”.
“Troppo spesso - continua il Segretario Uilposte Arezzo - assistiamo a furgoni strapieni, enormi cartoni rigidi, o sacchi intrasportabili in cui gli addetti alle lavorazioni interne ci si devono infilare dentro di persona o trascinare a mano. Gli uffici ingombri di carrelli stracolmi di pacchi e di cassette di posta. Una situazione che causa quotidianamente infortuni, anche gravi. E, ciliegina sulla torta, invece di assumere personale, Poste Italiane licenzia. Tutto questo lo si doveva prevedere ed il Sindacato a più riprese ha denunciato e richiesto il rispetto degli accordi e la tutela dei lavoratori. Specchio di questa situazione sono gli Uffici Postali con gli sportellisti ridotti “all’osso”, che devono coprire le carenze oramai “ataviche” ed anche qui la soluzione, invece di assumere è lo straordinario!”.
“In sostanza - denuncia ancora il Segretario della Uilposte di Arezzo Rogialli - i lavoratori da un orario stabilito contrattualmente su 6 o 7 ore si vedono obbligati a lavorarne 8, anche 9 al giorno, pressoché tutti i giorni. Non va dimenticato lo stress fisico e, soprattutto, psicologico che negli Uffici Postali subiscono gli specialisti commerciali che devono vendere, vendere, pressati, strizzati come limoni pur di raggiungere gli obiettivi. No, la Uilposte di Arezzo non ci sta: o si rispettano gli accordi e si trova una soluzione condivisa per risolvere e dare risposte ai lavoratori o dalle denunce siamo pronti a impegnare i lavoratori in altre forme di lotta”.