FIRENZE – Riconversione altoforno, bonifiche e messa in sicurezza ambientale, rafforzamento produttivo, ammortizzatori sociali per i lavoratori. Questi in sintesi i punti principali dell'accordo di programma per la riconversione ecologica del polo siderurgico proposti dalla Regione durante l'incontro che si è tenuto ieri presso il ministero dello sviluppo economico. Il presidente della Regione, che ha guidato la delegazione, ha sottolineato anzitutto che l'obiettivo è firmare l'accordo di programma entro 15 giorni.
Inoltre ha ribadito che la partita non può essere persa e che la riconversione ecologica e la riqualificazione industriale del polo siderurgico sono più vicine. Il presidente ha poi aggiunto che oggi si è fatta chiarezza su assi di intervento, soldi, aree demaniali ed incentivi per le Pmi ed inoltre che il rapporto aperto con l'Europa ed Antonio Tajani consente di prevedere che Piombino sarà il primo caso di applicazione del piano europeo dell'acciaio e del nuovo regolamento per lo smantellamento delle navi.
Quindi ha concluso ricordando che il momento è drammatico ma che Piombino non è sola. I punti avanzati dalla Regione per l'accordo di programma prevedono la riconversione con sostituzione dell'altoforno con Corex e forno elettrico conservando una parte della cockeria e laminatoi, bonifiche e messa in sicurezza ambientale, rafforzamento produttivo per attrarre nuove Pmi, ammortizzatori sociali a garanzia dei lavoratori (prevista una riunione la prossima settimana al Ministero lavoro). Infine per il porto la Regione chiede una procedura per individuare imprenditori sia per la rottamazione che per il refitting di grandi navi e creazione primo centro italiano conforme a nuovo regolamento europeo.
“Lo spegnimento dell'altoforno della Lucchini di Piombino rappresenterebbe una tragedia per gli oltre tremila lavoratori e una sconfitta inaccettabile per la politica, chiamata oggi più che mai a dare risposte per scongiurare una delle maggiori crisi industriali del nostro territorio. Chiediamo al Governo di mettere in campo ogni tipo di iniziativa utile a scongiurare l'interruzione dell'attività produttiva e ad avviare nel più breve tempo possibile la riconversione dell'insediamento di Piombino, aprendo una fase nuova e iniziando da qui a delineare, finalmente, il sentiero di una nuova politica industriale per il nostro Paese”. Lo dichiarano le parlamentari toscane di SEL Alessia Petraglia, Martina Nardi e Marisa Nicchi. “Con l'esaurimento delle materie prime e il conseguente spegnimento dell'impianto, previsto per la fine di aprile – proseguono – saranno 1400 i lavoratori che dall'oggi al domani rimarranno senza lavoro, ai quali vanno aggiunti quelli impiegati nelle aziende dell'indotto, fino ad arrivare circa 3000 persone costrette a rimanere a casa.
Al Governo e alla ministra Guidi, in particolare, chiediamo un intervento immediato e deciso nella ricerca di una soluzione in grado di creare buona e duratura occupazione”. “Nella stesura dell'accordo di programma – dicono ancora le parlamentari – chiediamo che non sia affrontato soltanto il piano degli ammortizzatori sociali, ma anche un chiaro progetto di rilancio per tutto il sito siderurgico di Piombino, dove sono in crisi altre realtà importanti e a rischio altre centinaia di posti di lavoro.
Il caso della Magona e dei suoi 300 esuberi è soltanto una delle troppe vertenze aperte, ennesimo sintomo di decenni di non scelte di politica industriale. E' tempo, per usare uno slogan caro a Renzi, di cambiare verso e di farlo subito”.