Peste suina africana: caccia al cinghiale sospesa a Massa

Forza Italia: "Servono misure celeri e chiare da parte della Regione Toscana, perso troppo tempo"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 gennaio 2022 18:50
Peste suina africana: caccia al cinghiale sospesa a Massa

’attività venatoria vagante con l’ausilio del cane, quella collettiva al cinghiale e l’attività di controllo e contenimento del cinghiale eseguita in modalità collettiva sono sospese fino a tutto il 31 gennaio nell’intera provincia di Massa Carrara, cioè nel territorio che corrisponde all’Atc (Ambito territoriale di caccia) numero 13. E’ quanto prevede l’ordinanza firmata dal presidente Giani allo scopo di contenere la peste suina africana, i cui primi casi si sono registrati all’inizio dell’anno in provincia di Alessandria e poi in Liguria, vicino ai confini regionali.

Il virus della Peste suina africana rappresenta un serio rischio epidemico per i suini allevati determinando, date le caratteristiche, un elevato indice di morbilità e mortalità con conseguenze dirette ed indirette sulle produzioni della filiera regionale. E’ per questo che si rende necessario controllare la diffusione della malattia nei cinghiali anche per proteggere i suini allevati.

L’ordinanza, oltre a sospendere l’attività venatoria prevede anche il rafforzamento della sorveglianza passiva attraverso l’esecuzione di battute di ricerca attiva delle carcasse di cinghiale, prioritariamente nella Provincia di Massa Carrara.

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Al tempo stesso nell’intera area viene incoraggiata e accelerata la macellazione dei suini negli allevamenti familiari e saranno intensificate e rafforzate la vigilanza sulle movimentazioni degli animali sensibili e verificate le condizioni di biosicurezza degli allevamenti. In seguito l’ordinanza potrà essere reiterata in base alla situazione epidemiologica.

“E' essenziale che la peste suina non prenda piede in Toscana e allo stesso che nessuno si lasci ad andare agli allarmismi. Per questo facciamo un appello a tutti gli allevatori affinché continuino a collaborare con l'Asl, che sta già monitorando gli allevamenti. Dopo la pandemia Covid, il settore non può permettersi un'altra mazzata economica”.

A dirlo è il presidente di Fedagripesca – Confcooperative Fabrizio Tistarelli commentando la notizia che l'Asl Toscana nord ha anticipato la chiusura della stagione di macellazione domiciliare dei suini per autoconsumo al 15 febbraio a causa dell'aumento dei casi di peste suina africana nelle zone di confine della Toscana. “Bene ha fatto la Regione ad attivare l'unità di crisi e tutte le misure necessarie nella provincia di Massa Carrara”.

 "L'esperienza delle Regioni Piemonte e Liguria, che stanno affrontando la peste suina con serietà ed efficacia, ci fornisce gli strumenti per anticipare i tempi delle decisioni e non ritardarli ulteriormente. La Regione Toscana metta in atto misure celeri e chiare per combattere il fenomeno". Lo afferma il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella. "A parte quanto stabilito nell'ordinanza numero 4 del 17 gennaio, che fornisce alcune misure di massima, come ci si intende muovere? L'assessore all'Agricoltura Saccardi e alla Sanità Bezzini, da quanto tempo erano a conoscenza del problema?", prosegue Stella, che poi aggiunge: "Nelle zone ricadenti nel territorio delle Province di Massa e di Lucca, su disposizione dell'azienda sanitaria, è consentita la macellazione a domicilio di suini per autoconsumo, fino al 15 febbraio 2022. Questo significa che il problema esiste".

Chi intende eseguire la macellazione domiciliare per uso familiare degli animali consentiti, deve dare comunicazione all'Unità di Sicurezza Alimentare e Sanità Pubblica Veterinaria con almeno 72 ore di anticipo sulla macellazione: "Quanto stabilito dal Dipartimento di prevenzione Area Omogenea Sicurezza Alimentare e Sanità Pubblica Veterinaria è importante, ma adesso - avverte Stella - servono anche risposte politiche. Non è pensabile che tutte le decisioni siano demandate ai tecnici, che certamente devono dare supporto scientifico, ma non posso essere delegati in toto".

"Fino a nuove disposizioni - ricorda il capogruppo di Forza Italia - sono vietate l'attività venatoria vagante con l'ausilio del cane, l'attività venatoria collettiva al cinghiale e l'attività di controllo e contenimento della specie cinghiale eseguita in modalità collettiva. Occorre promuovere il rafforzamento della sorveglianza passiva, attraverso l'esecuzione di battute di ricerca attiva delle carcasse di cinghiale, accelerare la macellazione dei suini negli allevamenti familiari, intensificare e rafforzare la vigilanza sulle movimentazioni degli animali sensibili e rafforzare la vigilanza e la verifica delle condizioni di biosicurezza degli allevamenti".

“Stiamo prestando la massima attenzione all'andamento della situazione epidemiologica a seguito della conferma dei casi di positività di peste suina africana rinvenuta in alcune carcasse di cinghiali in Piemonte e Liguria. Per questo abbiamo innanzitutto attivato un coordinamento tra i gruppi consiliari delle venti regioni con la rappresentanza governativa e parlamentare del M5S”, fa sapere la capogruppo regionale del M5S Irene Galletti, a margine dell’incontro che si è svolto ieri sera tra i gruppi pentastellati regionali e il Ministro per le politiche agricole Stefano Patuanelli.“La nostra priorità è tutelare gli interessi dell'intera filiera produttiva suinicola e dell'indotto ad essa collegata, delle imprese agricole, della filiera tartuficola e l'intero comparto turistico.

Il confronto avuto con il ministro Stefano Patuanelli è stato fondamentale, e abbiamo accolto positivamente l'intenzione di costituire una cabina di regia unitaria nazionale per la gestione dell'emergenza e lo stanziamento di risorse immediate per la bio-sicurezza degli allevamenti a partire da quelli estensivi allo stato brado e di indennizzi per le imprese colpite. Per questo scopo saranno previsti 50 milioni per fronteggiare la prima fase dell’emergenza, con l’intenzione di chiedere uno scostamento di bilancio per attivare adeguati ristori al settore produttivo che dovesse essere colpito dalle conseguenze generate dalla PSA”.“Tenuto conto dell'eterogeneità delle situazioni, tra le aree interessate dai casi di positività e quelle a rischio, con il caso specifico della Sardegna in via di uscita dalle misure restrittive dopo decenni, per le altre regioni della penisola è necessario un intervento tempestivo.

Fermo restando quindi l'assoluta necessità di garantire le misure di contenimento, frutto delle valutazioni scientifiche delle autorità sanitarie per fermare l'avanzamento dei casi, è imprescindibile tenere conto del tessuto economico collegato all'accesso alle aree naturali e boschive: la Toscana, con oltre il 50% dell’intera estensione coperta da boschi e un forte legame con questo ecosistema, deve avere massima vigilanza data la prossimità con i cluster individuati. Per questa ragione riteniamo indispensabile un potenziamento delle dotazioni organiche nell'area della prevenzione al fine di colmare la carenza di medici veterinari nelle aziende sanitarie locali” conclude Galletti.

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