La questione purtroppo è nota: nel periodo estivo il torrente Pesa perde in media bassa valle la risorsa idrica superficiale per un lasso di tempo che va da 3 a 6 mesi.
Sul tema è intervenuto anche il Consiglio Comunale di Montelupo lo scorso anno chiedendo alle autorità preposte, a Regione Toscana e ai gestori del sistema idrico integrato, interventi strutturali finalizzati a mitigare il fenomeno.La causa è individuabile nell’eccessivo prelievo dalla risorsa idrica dal torrente, come spiega l’assessore all’ambiente Lorenzo Nesi: «Da troppo tempo la Pesa è soggetta ad eccessive captazioni per approvvigionamenti idro potabili, per fini agricoli e produttivi, e attraverso pozzi privati; la Pesa oltre alla propria valle soddisfa i bisogni anche di gran parte dell’acquedotto di Capraia e Limite e di una percentuale di quello di Empoli.
Il Contratto di Fiume, sottoscritto nel 2019 da 52 soggetti ha fra i propri obiettivi riportare il torrente a una sostenibile naturalità, tutelando la biodiversità, anche pianificando interventi strutturali».Proprio nel mese di luglio grazie al ruolo essenziale degli “Amici della Pesa” sono stati salvati decine di migliaia di piccoli pesci, rimasti intrappolati nelle pozze, createsi quando nel giro di 3 giorni a fine giugno, l’acqua della Pesa si è progressivamente ritirata. L’intervento si è svolto in accordo con il Comune di Montelupo Fiorentino e il settore faunistico di Regione Toscana.Gli interventi sono stati effettuati a partire dalla foce procedendo verso monte e in un caso, all’altezza di via Marconi è stato necessario anche l’intervento della Fipsas, soggetto convenzionato con la Regione Toscana.
La “secca” è arrivata già adesso fino a Cerbaia, interessando di fatto anche i comuni di Lastra a Signa, Montespertoli, Scandicci e San Casciano Val di Pesa.Gli animali salvati sono stati spostati in alcune pozze sul torrente dove, grazie alla realizzazione di soglie idraulicamente trasparenti da parte del Consorzio di Bonifica, l'acqua riesce a resistere per l'intera estate. Piccole oasi di sopravvivenza che andrebbero replicate in altri punti sul fiume.«I mutamenti morfologici del fiume connessi con l’eccessiva antropizzazione sono l’altra problematica da affrontare con urgenza.
La Pesa era storicamente caratterizzata da tonfi profondi in cui l’acqua rimaneva tutto l’anno e che costituivano luoghi di conservazione della biodiversità. Negli anni interventi disastrosi in alveo ne hanno azzerato la morfologia e tutt'ora, per difenderci dalle inondazioni, annulliamo periodicamente gli sforzi che il torrente compie per sopravvivere. Dobbiamo lavorare a interventi integrati che riducano il rischio idraulico restituendo naturalità al torrente, come quelli attualmente in corso finanziati dal Ministero della Transizione Ecologica.
Lo stesso “decreto clima” di recente approvazione prevede che là dove si facciano interventi sugli argini dei fiumi si provveda a nuove piantumazioni, con effetti positivi sia per il torrente che per il territorio antropizzato. In questo il Contratto di Fiume è essenziale come strumento democratico di partecipazione per influire sul futuro del torrente. È fondamentale un cambiamento di approccio alla questione climatica, ambientale e di sfruttamento delle risorse idriche.», conclude Nesi.
I cittadini che voglio approfondire il tema o sono interessati a dare una mano al salvataggio delle specie animali che insistono sul torrente Pesa possono mettersi in contatto con l’associazione “Amici della Pesa” attraverso i loro canali social.