Quale migliore occasione dell’audizione pubblica accordata domani all’associazione Idra?
E così i cittadini che con oltre 1000 firme hanno dato gambe al percorso partecipativo “Laboratorio Belvedere” sulla delicata previsione urbanistica di grande albergo di lusso ai piedi del Forte Belvedere, affacciato su Boboli e Pitti, inaugurano domani il progetto, presentandolo alla commissione Territorio e ambiente del Quartiere 1. “Un’avventura urbana che offre al Quartiere del Centro storico Unesco di Firenze la straordinaria opportunità di affermare e valorizzare il proprio ruolo di istituzione a fianco della popolazione”, scrivono nel lancio dell’evento, e invitano a seguirlo in diretta online.
Ma anche ad arricchirlo con contributi: “Le donne e gli uomini, le ragazze e i ragazzi, le bambine e i bambini che hanno ricette da proporre, sogni da condividere, idee da regalare, scrivano a bobolibelvedere@gmail.com: saranno messe a disposizione dell’incontro in programma venerdì mattina”.
Ma qual è la scaletta del percorso di conoscenza e di confronto pubblico sulla nuova destinazione urbanistica prevista per la preziosa area fra Palazzo Pitti, Forte Belvedere, Costa San Giorgio e Via San Leonardo?
“Primo obiettivo, avvicinare i cittadini e le scuole - nel suo incantevole contesto ambientale - a un imponente bene architettonico sconosciuto ai fiorentini, di grande pregio storico, artistico e paesaggistico: i due ex Conventi di San Giorgio e dello Spirito Santo e di San Girolamo e San Francesco, che hanno ospitato per settanta anni la Scuola di Sanità militare.
A partire da questa esperienza, sarà possibile analizzare, col contributo di tutti i portatori di interessi, gli impatti possibili sull’Oltrarno (positivi o negativi) del grande albergo di lusso ipotizzato in Costa San Giorgio, sotto Forte Belvedere e sopra al giardino di Boboli: con quali conseguenze sulla vivibilità, l’accessibilità, la fruizione sociale e culturale?
I risultati verranno messi a disposizione dell’Amministrazione comunale e della proprietà, perché possano essere responsabilmente vagliati, e perché la determinazione delle scelte progettuali conclusive possa tenerne conto, con soddisfazione di tutti”.