Museo Ginori: il nuovo presidente arriverà in traghetto

Giuli ha nominato Corsini. Giani: “Per me rimane Montanari”. Sabato 15 marzo assemblea pubblica sulla Fondazione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 Marzo 2025 15:00
Museo Ginori: il nuovo presidente arriverà in traghetto

Firenze, 12 mar. - Decisione unilaterale del Ministero della Cultura che nomina l'avvocato Marco Corsini alla presidenza della Fondazione Museo Archivio Richard Ginori, escludendo Regione Toscana e Comune di Sesto Fiorentino da un processo decisionale che, per statuto, avrebbe dovuto coinvolgerli. Il Ministro della Cultura Giuli ha nominato Marco Corsini, sindaco del comune di Rio dell’Elba, assessore a Roma con Alemanno e con un lungo curriculum di incarichi tra i più disparati, nessuno dei quali ha però a che fare con i beni culturali.

“La storia non si ferma - Il futuro della Fondazione Ginori” è il titolo dell’assemblea pubblica convocata per sabato 15 marzo alle ore 11 presso la Biblioteca Ragionieri, alla quale prenderanno parte il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi e il presidente della Fondazione Archivio Museo Ginori della Manifattura di Doccia Tomaso Montanari. L’iniziativa è promossa dall’Amministrazione comunale. Durante l’incontro verrà illustrato quanto fatto fino ad oggi dalla Fondazione, lo stato dell’arte dei lavori e quanto ancora resta da fare in vista della riapertura del museo, un percorso complesso che necessita di continuità per essere ultimato.

“Con assoluta convinzione – afferma il presidente Giani – ho formalmente espresso nei mesi precedenti e l’ultima volta nel novembre scorso, il mio apprezzamento per l’indicazione di Tomaso Montanari come presidente della Fondazione. Arriva ieri, a me indirizzata, la lettera della capo gabinetto del Ministero Valentina Gemignani che, preso atto della scadenza del consiglio di amministrazione della Fondazione, indica come nuovo presidente l’avvocato Marco Corsini, con il suo curriculum in allegato.

Resto sconcertato e deluso – continua Giani – dall’assoluta mancanza di rispetto verso tutto l’impegno e il percorso di concertazione istituzionale che aveva portato alla condivisa indicazione del nome di Tomaso Montanari, autore di un eccellente lavoro per il Museo e la Fondazione svolto, tengo a precisarlo, a titolo gratuito e portato avanti per restituire alla Toscana ed all’Europa un patrimonio artistico unico. La lettera della capo gabinetto è giunta senza nessun contatto, nessun colloquio e nessun segnale che potesse far pensare ad un ripensamento del Ministero su una nomina concordata.

Non entro nel merito o valuto il curriculum dell’avvocato Corsini, ma credo fermamente che un iter a livello istituzionale condiviso e concordato debba essere portato fino in fondo. A questo punto, di concerto con l’amministrazione di Sesto Fiorentino, è inevitabile la sospensione di ogni atto e procedura in merito alla nomina del presidente della Fondazione, in attesa di un indispensabile chiarimento con il ministro Giuli. Scriverò quindi al ministro confermando quanto ho anticipato oggi e chiedendo un incontro fra i soci della Fondazione che possa concludersi con la conferma del nome di Tomaso Montanari alla presidenza”

“Vivo con imbarazzo – aggiunge il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi – questa decisione del Ministero che giudico miserabile e che arriva senza alcuna spiegazione o motivazione, nell’assoluta indifferenza per il lavoro svolto dal professor Montanari. Nel curriculum dell’avvocato Corsini figurano numerosi incarichi, nessuno dei quali pertinente con la presidenza di una associazione artistica o culturale. Mi impegno a chiedere spiegazioni al ministro delle ragioni di questa designazione, che sembrano purtroppo rispondere a logiche di occupazione di spazi e incarichi istituzionali, anche a titolo gratuito come quella della presidenza della Fondazione Museo Ginori, escludendo persone dotate di competenze e da tempo impegnate a mantenere viva l’attenzione sul futuro del museo solo perché esprimono opinioni diverse da quelle dell’attuale maggioranza di governo.

Il professor Tomaso Montanari, presente da remoto alla conferenza stampa, ha tenuto a precisare “l’assoluta scorrettezza nell'individuare due nomi diversi nell’ambito dello stesso procedimento”.

“Tutti attendiamo di conoscere i motivi – aggiunge Montanari – di questo cambio di orizzonte, soprattutto in ragione degli impegnativi lavori di restauro e allestimento del museo che ne stanno preparando la riapertura. Mai ho pensato che la diversità di opinioni, che ho manifestato e con assoluta indipendenza, anche nei confronti del ministro Franceschini, potessero diventare oggetto di rivalsa di fronte alla tutela di beni che rappresentano parte del nostro patrimonio culturale. Per essere sicuri che così non è vorremmo tutti sapere quali sono le motivazioni che lo hanno portato a questa scelta nei confronti della Fondazione Museo Ginori.

Il Movimento 5 Stelle la condanna con fermezza: "L’esclusione della Toscana da questa decisione dimostra ancora una volta la volontà del governo Meloni di accentrare il potere e occupare le istituzioni con criteri di fedeltà politica anziché di competenza. Il rischio è che questa scelta comprometta il futuro del Museo Ginori, che oggi resta in un limbo amministrativo a causa di un’imposizione calata dall’alto" dichiara Irene Galletti, Presidente del Gruppo M5S in Consiglio Regionale.

Il Movimento 5 Stelle chiede al ministro Giuli di chiarire le motivazioni di questa nomina e di rispettare il ruolo degli enti locali, che contribuiscono al bilancio della Fondazione e devono poter partecipare attivamente alle decisioni che riguardano il museo. La cultura non può essere subordinata agli equilibri politici del governo, né le istituzioni culturali possono essere gestite senza il coinvolgimento dei territori.

"Tutti chiedevano una svolta e una svolta c'è stata. Auguro buon lavoro al Presidente, Avv. Marco Corsini, sindaco di Rio dell'Elba e quindi ben conscio dei problemi che vivono i cittadini nel Paese reale. Sono convinta saprà far bene, mettendosi a disposizione con impegno e concretezza, lavorando sodo, soprattutto dietro le quinte. Il Museo è un gioiello della nostra cultura industriale, della nostra laboriosità, del nostro saper fare. Merita di essere valorizzato. Quanto a Montanari, che urla e strepita sui social, è bene che sappia che i tempi dei salottini e dell'amichettismo sono finiti. D'altronde, il pessimo stato del Museo Ginori si deve anche a una politica, locale e regionale, seguita dal solito codazzo di intellettuali che guardano dall'alto in basso, incapace di mettere a frutto il grande capitale industriale del territorio, tarpando le ali a ogni progetto e innovazione. Si cambia, in meglio" afferma, in una nota, l'On. Erica Mazzetti di Forza Italia.

Bernardo Marasco (segretario generale Cgil Firenze) commenta: “Grave e incomprensibile la non riconferma del prof. Montanari come presidente della fondazione del museo Ginori. Il prof. Montanari, oltre alla rinomata competenza che incarna su queste materie, ha sempre rappresentato con forza come il valore del lavoro sia strettamente legato alla bellezza dei manufatti che le mani delle lavoratrici e dei lavoratori della Ginori hanno modellato nei secoli. Montanari ha sempre sottolineato come il museo Ginori dovesse rappresentare non solo la bellezza dei manufatti che hanno fatto la storia dell'arte, ma anche la storia del lavoro che li ha prodotti e la storia di una comunità territoriale che si è forgiata sui valori di quelle lavoratrici e di quei lavoratori, di cui quella bellezza è l'esito. Il rammarico non potrebbe essere più grande perché rischiamo di perdere una grande occasione di rilancio del museo e del suo valore storico di relazione con il territorio”.

“Che la sinistra gridi allo scandalo per la sostituzione di Tomaso Montanari alla presidenza della Fondazione Museo Ginori da parte del ministro Alessandro Giuli, è soltanto un’ulteriore conferma che la cultura è stata percepita, e gestita, non come un bene comune, quanto come uno strumento di esercitazione di un proprio potere auto proclamato. Il nome di Tomaso Montanari, professionista dell’insulto sistemico e continuativo contro il governo Meloni, non può essere ritenuto sinonimo di una qualsivoglia nomina assicurata perché dettata da automatismi e convenzioni di una certa parte politica, che confonde la democrazia con un sistema conformistico di potere.

Evidentemente giova ricordarlo alla sinistra e a Montanari stesso. Cambiare passo, per il bene della Fondazione Museo Ginori, dopo anni di immobilismo e refrain di buoni propositi mai divenuti azioni concrete, non solo è quindi necessario, ma questo cambiamento alla guida della Fondazione rappresenta un radicale cambio di paradigma. Marco Corsini, avvocato dello Stato, è figura con capacità amministrative e di gestione, caratteristiche più che mai adatte per rilanciare, con un nuovo impulso, un’eccellenza del nostro paese, scrigno delle porcellane Richard Ginori, simbolo del saper fare italiano nel mondo.

A lui vanno i nostri auguri di quel buon lavoro che la Fondazione Museo Ginori merita” scrive, in un nota, il deputato e capogruppo della commissione Cultura di Fratelli d’Italia Alessandro Amorese.

“Il Museo Ginori è un patrimonio storico e artistico da valorizzare, dopo anni e anni di chiusura -affermano Diana Kapo, segretaria provinciale di Sinistra Italiana Firenze e Irene Falchini, capogruppo di Sinistra Italiana in consiglio comunale a Sesto Fiorentino- Il percorso iniziato con Tomaso Montanari è stato apprezzato da tutti i predecessori di Giuli, indipendentemente dalla lontananza politica. Lo stesso Giuli, pochi mesi fa, aveva espresso la volontà di confermare Montanari, assecondando la richiesta di Regione Toscana e Comune. Ieri è arrivata la doccia fredda, dopo mesi di inerzia che hanno paralizzato l’attività della Fondazione e denunciati in parlamento dall’onorevole Piccolotti. Tempi e modalità con cui Giuli si è affrettato a mandare all’aria il lavoro svolto fino ad oggi la dicono lunga sull’idea di cultura del ministro e della destra di Meloni e Salvini”.

“Il Ministro della Cultura Alessandro Giuli è libero di nominare chi ritiene il professionista migliore per guidare la Fondazione Museo Ginori di Sesto Fiorentino, è una sua facoltà. Si vede che a parere del Ministro l’avvocato Corsini, attualmente sindaco di Rio nell’Elba e che vanta un importante curriculum da amministratore pubblico e nell’Avvocatura generale dello Stato, fosse il soggetto maggiormente titolato a guidare questa fase della Fondazione. Per quanto riguarda la levata di scudi del Presidente Giani che ha parlato di procedure che non avrebbero coinvolto adeguatamente Regione e Comune di Sesto Fiorentino, vorremmo fargli presente che in questi anni per le nomine di sua competenza ha spesso agito autonomamente come è successo per esempio con la scelta del nuovo Direttore della Asl Toscana Sud Est e di tante altre… La cultura non è appannaggio della sinistra e sarebbe opportuno che anche il Pd toscano se ne facesse una ragione.

I gruppi di Camera e Senato di Fratelli d’Italia hanno organizzato la prestigiosa iniziativa ‘Spazio Cultura’ proprio nel nostro capoluogo di Regione, con l’obiettivo di dimostrare che noi non pensiamo che la cultura appartenga a una parte politica ma che per gestirla occorra una sintesi tra tutti gli attori in campo” affermano il capogruppo FdI in Consiglio regionale Vittorio Fantozzi e il consigliere regionale FdI e componente della Commissione Cultura Gabriele Veneri.

“Il tema della sostituzione di Tomaso Montanari alla presidenza del Museo Ginori pone certamente in evidenza un tema di scarso riconoscimento dell’alta professionalità e dell’impronta che il Presidente uscente aveva consegnato al suo mandato: far vivere il patrimonio culturale di un importante sito produttivo come strumento per ricostruire una relazione tra la storia produttiva, del lavoro e del territorio -dichiara Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune- Esprimiamo quindi la nostra solidarietà, evidenziando il triste livello delle motivazioni che sembrano essere dietro a questa azione del Governo. Vogliamo rilanciare anche un altro tema, che attiene a come si gestiscono realtà come il Museo Ginori. Lo statuto assegna al Ministero della Cultura il diritto di nomina del Presidente sentiti gli altri fondatori, senza quindi alludere ad un’intesa, ma riportando una semplice (e come capiamo poco efficace) cortesia istituzionale.

Crediamo che questo mal rappresenti l’importanza che il territorio, comunale e regionale, ha per la valorizzazione del Museo, per la sua funzione e per la sua vocazione specifica, ma anche per il contributo che le istituzioni toscane hanno dato alla costruzione della fondo di dotazione, che vede per il 75% fondi locali e per un solo 25% fondi ministeriali.

Sarà importante che nel rinnovamento del Cda e del Comitato scientifico si creino le condizioni per radicare il Museo al territorio, alla rete museale regionale, creando occasioni per rafforzare ulteriormente l’impegno per una riflessione che valorizzi il legame tra la storia di una fabbrica, la storia del lavoro e di una intera comunità. Ieri, commentando la seduta della Commissione Controllo dedicata alla Fondazione del Maggio Musicale, abbiamo evidenziato che la politica non esprime linee culturali, visioni e azioni capaci di programmare. Questa vicenda lo conferma drammaticamente”.

La collezione del Museo Ginori custodisce quasi 10.000 oggetti in porcellana e maiolica databili dal 1737 al 1990, modelli scultorei, documenti cartacei e disegni, una biblioteca storica, una biblioteca specialistica e una fototeca.

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