Firenze– Banca Mps ha deciso di promuovere un'offerta pubblica di acquisto su undici proprie emissioni obbligazionarie subordinate, vale a dire bond che rischiano di essere coinvolti in un eventuale salvataggio. Il motivo alla base dell'offerta è che Mps ha inutilmente cercato soggetti disposti ad investire nella banca un totale di cinque miliardi di euro, tale è la somma necessaria per l'ennesima ricapitalizzazione della banca. Circa metà dei 4,289 miliardi del valore nominale di queste obbligazioni sono in mano a soggetti istituzionali.
Non mancano però i clienti al dettaglio, soprattutto gli oltre quarantamila che detengono il “famoso” bond emesso nel 2008 per ben 2,161 miliardi di euro allo scopo di finanziare l'acquisto di Banca Antonveneta. La somma, però, deve essere tassativamente utilizzata per sottoscrivere azioni Mps di nuova emissione. Il comunicato emesso dal Mps è molto onesto e diretto: c'è scritto chiaro e tondo che se le adesioni all'offerta fossero scarse, le banche del consorzio di garanzia dell'aumento di capitale potrebbero decidere di recedere dai propri impegni.
Senza aumento di capitale, la banca non potrebbe completare la cessione dei crediti in sofferenza. Tutto ciò vorrebbe a quel punto dire che Mps sarebbe oggetto di “azioni straordinarie da parte delle Autorità competenti, che potrebbero includere, tra le altre, l'applicazione degli strumenti di risoluzione di cui al D. Lgs. 16 novembre 2015, n. 180” che ha recepito la direttiva europea sulla risoluzione delle banche. A quel punto,i titoli obbligazionari potrebbero essere soggetti a riduzione del relativo valore nominale oppure a conversione forzata in azioni, secondo i criteri e l’ordine previsto dalla normativa sulle risoluzioni bancarie. In poche parole: se quest'offerta di conversione dei bond in azioni andasse male, Banca Mps salterebbe.
“Il protocollo d’intesa sottoscritto a luglio scorso contiene l’impegno a seguire e monitorare le vicende del sistema del credito, tra cui quelle di Mps. La Regione seguirà quindi con attenzione le evoluzioni in corso sul Monte, così come sta facendo su tutto il comparto bancario”.
Così l’assessore alle Attività produttive, Stefano Ciuoffo, ha risposto all’interrogazione presentata dal portavoce dell’opposizione, Claudio Borghi, sul nuovo piano industriale della banca senese. “Al tavolo tecnico istituito – ha detto Ciuoffo – sono stati affrontati vari temi, non ultimo quello dei circa 2600 esuberi, la metà dei quali risulta fossero già previsti. Per la parte restante, la banca dovrebbe far fronte con fondi propri e con il fondo esuberi”.
Sulle misure di salvataggio e di accompagnamento all’aumento di capitale, così come delineate nella recente presentazione del piano industriale, l’assessore ha bollato come “non confermate” le indiscrezioni riportate da “stampa generalista e specializzata” su gruppi interessati a partecipare. “Il piano industriale di Mps – ha continuato Ciuoffo – delinea una manovra da cinque miliardi, con aumento di capitale il cui ammontare dipenderà dalla risposta degli obbligazionisti alla proposta di trasformate i bond straordinari in azioni”.
L’assessore ha infine dichiarato che nella prossima assemblea del 24 novembre, verrà eletto il nuovo presidente, “indicato dal Consiglio di amministrazione nella persona di Alessandro Falciai, azionista rilevante e già amministratore della banca”. “Rimane tuttavia l’incertezza per il raggiungimento del quorum minimo del venti per cento del capitale previsto per l’assemblea straordinaria”.
“Prendo atto della risposta che intende rassicurare il Consiglio. Non vedo tuttavia soluzioni, né adeguate contromisure se dovesse materializzarsi l’ipotesi di una ‘Banca Etruria’ su vasta scala” ha commentato Borghi. “Quello che la nuova dirigenza di Mps sta infatti proponendo ai risparmiatori – ha rilevato il portavoce dell’opposizione - è un’alternativa da film dell’orrore”.